Quattro montagnini nullafacenti

Sottotitolo: “Dividiamo tra tutti quella di uno che da solo dovrebbe provarne troppa”.

Mi meraviglia sempre leggere certe argomentazioni, e mi meraviglia che non ci si faccia venire il dubbio che qualcosa di vero ci sia, in una protesta e nelle sue fiaccolate. Soprattutto quando proviene da tutte le estrazioni sociali e fazioni politiche di una certa zona. Ecco perché è giusto che si leggano alcune delle perle che si trovano in rete (e fuori) a proposito della Val di Susa e dei suoi abitanti.

Sono valli chiuse, con gente egoista e diffidente, desiderosa solo del proprio bene personale e aperta al mondo esterno solo per ciò che quello potrebbe portare di buono, dimenticando tutto il resto.
Non è tollerabile che l’interesse nazionale, dico proprio nazionale, di tutta Italia, sia bloccato dallo sciovinismo egoista di quattro montagnini.
Mistok, 6 novembre 2005.
Non ci impressionano le fiaccolate dei nullafacenti.
Ministro Lunardi, da la Repubblica dell’8 Novembre 2005, pag.11.

(Visited 221 times, 1 visits today)

25 Commenti

  1. Alberto, il fatto che tu non abbia trovato quello che chiami “documento analitico” non significa che non esiste. Consuma un po’ di suole e vallo a cercare fuori da Internet, scommetto sarai più fortunato.
    Il fatto che siano anni che viene contestata non significa nulla: qualsiasi grande opera (ma anche le piccole…) in un Paese densamente popolato come il nostro crea impatto sugli interessi di qualcuno, il quale è ovvio (e legittimo, fino a che non blocca le strade) protesta.

  2. Qulcuno ha visto merce viaggiare sui treni in Italia?
    Cerchiamo di esser seri.
    Per far funzionare economicamente quella linea e quindi giustificarne la costruzione,bisogna fare un ulteriore passo: impedire il transito veicolare di merci tra Italia e Francia: qualcuno ha letto proposte in merito?
    Il traffico passeggeri e’ ridicolo gia’ oggi, risparmiare anche un ora nell’intero tratto, con i costi attuali, non convincerebbe alcuno a rinunciare all’uso dell’aereo.
    I costi aerei sono inferiori già oggi, figuriamoci se dovessimo compararli con il recupero degli investimenti su quella tratta.

  3. Scusa Alberto, che c’è di sbagliato nel “no, a casa mia no” ?. Dai termovalorizzatori ai rifiuti radioattivi, questo è il leit motiv delle proteste all’italiana. In fin dei conti, mica contro la TAV stanno protestando a Imperia…

  4. E’ bello però questo modo di pensare fideistico che emerge da molti interventi. Ai valsusini rozzi e retrogradi si chiede di non rompere ed agli altri di fidarsi e basta, “a prescindere”.Perchè il progresso, perchè lo sviluppo, perchè l’Europa…dati no, non ne diamo: tanto è roba tecnica, i primi non capirebbero ed i secondi si annoierebbero. Inutile discutere: se la TAV l’han decisa gli esperti, va bene così. Fine. Stop.
    Mi viene in mente lo Jannacci di “Quelli che”: “Quelli che…l’ha detto la televisione.” “Si, ma…” “L’ha detto la televisione!!” “Si, va bene, ma…” “L’HA DETTO LA TELEVISIONE!!!!”…

  5. @GF
    Se anche fossi favorevole, che ne sai che non so nulla? Che presunzione e saccenza!

    @Joe Tempesta.
    C’è anche chi ha fatto richiesta ufficiale alle società implicate nell’affare e al ministero di Lunardi per avere quei documenti e quelle analisi.
    Ma sono riservate e misteriosamente non si possono avere e divulgare.

    Mi piace tutto questo spararsi addosso a zero.
    Molto civile ed educato.

  6. ‘Questo’ Mistok, predestinato ad un tumore, ha lasciato sul suo blog un post di scuse per aver ceduto alla facile provocazione:
    solo per questo ha sicuramente più da insegnare che da imparare dalla maggior parte di quelli, sottoscritto incluso, che han scritto qui…

    Luposelvatico ha scritto “Il problema è che non riesco a trovare simulazioni del tipo: “con il TAV, il 50% del traffico su strada si sposterà su ferro”. No, leggo solo di pochi minuti risparmiati”.
    Mi chiedo: è così difficile stendere un rapporto equo tra costi (tutti i costi: economici, ambientali e magari pure ‘sociali’ per l’aver manganellato senza alcuna ragione !) e benefici sostanziali (mica frazioni di percentuali di tempo risparmiato) ?
    Se è possibile bene, se non è possibile meglio: vuol dire che non c’è convenienza ad affrontare il progetto. Per la collettività. Non per Lunardi.
    In effetti, non ha senso parlare di nulla fintantochè ci sarà un Lunardi,
    e chi parla a favore di questo progetto a prescindere dall’abominio civile e giuridico di un ministro (limitandoci al suo caso) che si mette letteralmente in tasca i soldi, si merita uno sputo in faccia o un sorriso di compatimento a voler esser persone civili.
    Solo che civiltà ed esasperazione sono inversamente porporzionali.

    Ma, diciamolo, ci sta bene un Lunardi legittimo ministro per indiretta volontà demoratica di un elettorato tra cui si sostiene che in Val Susa debbono beccarsi il Tav perchè io mi son beccato la discarica e mio nonno l’esproprio: siamo tutti Lunardi.
    Anzi, siete.
    Anzi, sono, per chi non non si sente chiamato in causa…

  7. Chiedo scusa se il mio tono è risultato presuntuoso e saccente come mi è stato fatto notare.
    Per quanto una persona possa tenere a bada l’aggressività, a volte è difficile stare calmi in queste situazioni…

  8. Joe, nella tua argomentazione c’è un difetto: presumi. Ovvero, presumi che chi parla ne sappia meno di te. Invece, da quando ho abbandonato la Valle di Susa, 10 anni fa, ormai, anzi, anche da prima, si parla del TAV e ho letto – per ragioni che non sto a spiegare – credo quasi tutto quel che è stato proposto in merito dall’una e dall’altra parte. Quindi credo di parlare con un minimo di cognizione di causa.
    A me non frega niente della cosa da un punto di vista del “mi levate il giardino”. Il treno passerebbe dentro la montagna e quindi, chissenefrega. Ci sono ben altre considerazioni, che altri hanno già espresso meglio di me, e che a tua volta potrai facilmente trovare.

  9. la costruzione di linee ferroviarie è una risposta al problema “come spostiamo merci e persone tra francia ed italia, visto che le linee di comunicazione attuali non sono adeguate?”

    qualsiasi protesta popolare che si opponga alla linea tav e non proponga alternative serie al problema appare ad un cittadino italiano qualsiasi come le bizze di un bambino che dopo essersi rotolato nel fango non vuole fare il bagno; mi spiace ma le manifestazioni in val di susa mi appaiono proprio così

    se invece di opporsi alle forze dell’ordine (che tra l’altro è un reato, non così grave, ma sempre reato) quella gente aiutasse a migliorare il progetto della linea sarebbe meglio per tutti

    o forse non vogliono aiutare il corrente governo per guadagnarci alle prossime elezioni? preferiscono contribuire alla povertà dei cittadini italiani per qualche voto in più?

    sarei curioso di sapere cosa succederebbe se fosse vietato il transito agli autocarri nei passi montani e nei trafori (come sarebbe giusto per ridurre l’inquinamento mondiale)

    in cina avrebbero già deportato la popolazione della val di susa…

  10. Sanpietrini, anvedi, sanpietrini, con la enne! E poi mica li fanno quelli all’amianto, sono solo di porfido nero. Se vede che non sei de Roma. :) A proposito di sanpietrini, ne stanno togliendo un po’ a Roma, che la manutenzione costa molto e si scivola, specialmente d’inverno, quando piove, e con le deiezioni degli storni. Non stormi, storni, anzi stormi di storni, che vederli volteggiare è una meraviglia del creato, ma vederli scacazzare sulla macchina è una maledizione del meato. Che come dire, richiamandosi all’oggetto del post, che ogni cosa ha l’altra faccia, quella meno poetica ed espressiva, cioè il culo. A proposito del sanpietrino, anche detto più romanescamente “sercio”, vi posto una poesia del Belli, Giuseppe Gioachino, con una c sola, di quelle che ti fanno capire quanto il dialetto possa riuscire ad essere espressivo e plastico (terza e quarta strofa) nella capacità descrittiva.

    CHI CERCA TROVA

    Se l’è vorsuta lui: dunque su danno.
    Io me n’annavo in giú p’er fatto mio,
    quann’ecco che l’incontro e je fo: ” Addio”.
    Lui passa, e m’arisponne cojonanno.

    Dico: ” Evviva er cornuto”; e er sor Orlanno
    (n’è tistimonio tutto Borgo-Pio)
    strilla: ” Ah carogna, impara chi sò io”;
    e torna indietro poi come un tiranno.

    Come io lo vedde cor cortello in arto,
    co la spuma a la bocca e l’occhi rossi
    cúrreme addosso pe venì a l’assarto,

    m’impostai cor un sercio e nun me mossi.
    je feci fà tre antri passi, e ar quarto
    lo pres’in fronte, e je scrocchiorno l’ossi.

  11. joe tempesta,
    se pensi che la riforma moratti riguardi 4 gatti comincio a dubitare della tua lucidità di pensiero.
    ma questa è un’altra storia.
    torniamo alla val di susa che è meglio, và

  12. Grassie, Ventomare, so venexiana, ti sa… so’ forèsta, cossa ti vol, mai!!!:o))))) (Chiedo scusa, ho ancora l’imprinting della mia maestra elementare, la mitica Signora Teodoro che mi ripeteva sempre: davanti alla p, la n diventa m… ;o)))) Sercio però rende ancora meglio l’idea, è quasi onomatopeico… Grande il Belli, conosco, conosco. M’inchino e ringrazio, era forse sua la citatissima da Paolo Panelli “E quanno semo in fonno ar boccaletto,’na ppisciatina, ‘na Sarve Reggina, e in santa pace ce ne annamo a letto”? (Trascrivo dai miei ricordi di gioventù, e adesso non cazziarmi se sbaglio…)

    Io conoscevo quelli di Bologna, piazza Santo Stefano… non so se siano di porfido nero, mi parevano di granito rosso. Però facevano male lo stesso, mi raccontava Bonvi, che ne tirò più d’uno a suo tempo…:oDDDD

    Luposelvatico: anche se tiro sanpietrini, cioè serci, pardon, ti sono solidale lo stesso, no te preocupes. Mi piacciono i Lupi. Ho in camera il poster con l’autografo di Due calzini, quello che ha fatto il film con Kevin Kostner… un vero gentleman, mi ha persino dato la zampa. ;o)))

    Sapu dice una sacrosanta verità:
    “In effetti, non ha senso parlare di nulla fintantochè ci sarà un Lunardi”. Sottoscrivo senza bisogno di commenti.

    Quanto allo stupro ambientale delle nostre vallate e alla speculazione, leggetevi il libro della Tina Merlin sul Vajont (basterebbe), toh, vi aggiungo anche quello di Vacis e Paolini e forse – forse – cambierete un pochino idea.

    Riccardo, mi piace il tuo concetto di democrazia:
    sta a metà, direi, fra Stalin e Kim il Sung. A quando un elogio del genocidio come strumento per limitare la sovrappopolazione mondiale, e un pamphlet: “Sono loro i bastardi, te lo dice il Lunardi”? Ah, quando mi spiegherai come la tav potrà “contribuire alla ricchezza dei cittadini italiani”, e come i valsusini ci azzecchino coi bambini porcellini e fangosi, ne sarò lieta.
    Attendo fiduciosa

  13. Mamma mia, che bordello.
    Della AV e della AC si parla da decenni, non è questione del ministro Lunardi: basta leggere qualcuno dei documenti per trovarci le più diverse firme, tra cui quella di Bersani, tanto per dire.
    Trovare i documenti non significa cercare su Google. Ci credo che Alberto li abbia cercati e non li abbia trovati, ma questo ancora non significa che non esistanto.
    Comunque la discussione qui e le polemiche sulla TAV (e su tante tante altre cose) sfocia invariabilmente in un atteggiamento luddista che ha davvero poco di razionale.

    Silvestro: non è quello che ho detto. La riforma Moratti riguarda più di 9 milioni di persone, tra studenti e docenti, e in piazza a protestare (incivilmente almeno quanto incivile sono state le reazioni delle varie Santanchè) c’erano 100.000 persone, che però pretendono di essere più rappresentativi della maggioranza legittimamente eletta in Parlamento.

  14. Evvai. Siamo a 64 post, incluso questo, e zero dati a sostegno del bisogno nazionale di TAV. E Joe Tempesta supera ogni soglia fidelistica dicendo ” di certo i documenti ci saranno, se non sono su Internet mica vuol dire nulla”. Hai ragione. I siti di TAV e LTR contengono animazioni e disegnini, ma i progetti e gli studi di fattibilità li han fatti fare sul papiro a certi monaci benedettini ultranovantenni con l’inchiostro nero e la penna d’oca. Si sa, scannerizzato il papiro viene malissimo: è solo una questione tecnica.

  15. Joe, come si può non convenire che la illegittima convenienza che ha Lunardi nel portare avanti un progetto del genere (pure volendo lasciar perdere i mezzi) intascandosi così sfacciatamente, senza neppure troppi giri, un sacco di soldi è un vizio tanto abnorme che inficia tutto il resto ? Lunardi, ripeto, non è interlocutore attendibile su queste questioni ed il resto segue.

    Quella della Moratti è un ot troppo ampio, forse merita uno spazio che qui è già occupato da un tema rilevante.
    Epperò sarebbe il caso di piantarla con i discorsi sui manifestanti non rappresentativi della maggioranza ‘eletta democraticamente’ che è un espediente retorico francamente ormai abusato: si vorrebbe insinuare la tesi che in realtà la maggioranza silenziosa pensi l’opposto che i manifestanti ma è tesi infondata almeno quanto l’opposta.
    Anzi di più: per uno che decide di manifestare e trova il coraggio di dire basta ce ne sono altri che il coraggio non se lo sanno dare.
    E poi, pure il teorema della ‘maggioranza eletta democraticamente’ direi che è stato ampiamente smontato, da due tornate elettorali e da eventi che avrebbero fatto cadere governi in Cina o nell’ex Unione Sovietica…

  16. Eccesso di grammatica, Anvedi. O magari Sam Pietro, il primo papa, era un santo italo-ammmericano! :))

  17. E vai con la censura!

    Metto un link sui cristiani naturisti e Neri lo cancella, bravo!

  18. Scusate, ma la gente perchè cazzo dovrebbe andare in treno da Budapest a Parigi o da Torino a Lione, quando spendendo una miseria può spostarsi in velocità in aereo? Il treno per il trasporto passeggeri, a lunghe distanze, è ormai roba sorpassata (guardate gli USA, e imparate). Interessante sarebbe invece spostare su rotaia il trasporto merci, ma mi pare che nel progetto del TAV passante in Val di Susa questo passaggio sia minimo. Ergo, progetto inutile.

  19. Lupo Selvatico: Fidelista?
    Senza fare tanta fatica, prova a cercare il sito della società che ha la competenza sul tratto in comune italo-francese, vedi che di analisi sul progetto e sui benefici ne trovi.
    Poi se continui a cercare con Google trovi anche un bel PDF di quasi 200 pagine della commissione intergovernativa italo-francese.
    Se hai ancora voglia di cercare “analisi inesistenti”, dai un’occhiata al sito della comunità europea. Ah, la relazione è del ’97, aggiornata nel 2000 quindi Lunardi ministro non c’entra una mazza.

    Certo, se poi partiamo dall’idea che di queste analisi non ci si può fidare, che sia gli italiani (diversi governi, nota bene) che i francesi sono in mala fede, allora non c’è nulla da fare e questa non è una discussione, ma una lezione di teologia.

    (i link li avevo messi ma il commento si è perso nei meandri della moderazione)

  20. Vento, vuoi mettere con San Tantonio, il santo dell’abbondanza (non scherzo, mio zio al suo primo dettato delle elementari scrisse così!;o)))))

    Seriamente: avete per caso visto (o rivisto) il film di Martinelli sul Vajont, ieri? Per chi non abbia voglia (o tempo) di leggersi i testi che vi ho citato, è una sintesi affatto malvagia. Retorica a parte e schematizzazione dei personaggi, ma va da sé (Martinelli non è propriamente Rosi, ecco). Ad ogni modo, illustra con una certa efficacia la capacità delle istituzioni e degli speculatori di passare sopra come un caterpillar a qualsiasi esigenza delle popolazioni locali. Di falsificare dati importanti nelle valutazioni e negli studi di compatibilità, di strafottersene delle raccomandazioni dei geologi, pur di rendere attuabile il progetto a tutti i costi. E in quel caso, purtroppo, pure alle loro vite: 2000 persone solo a Longarone e frazioni limitrofe assieme ad altre 160 fra Erto e Casso, a fronte di tre soli anni di condanna effettivamente scontati da uno dei responsabili, dopo un indegno palleggiamento di processi, non mi sembrano bruscolini e costituiscono un pessimo precedente, direi.

    Ma la storia d’Italia è piena di esempi simili, del resto… guardate il viadotto maledetto Genova-Voltri. Costruito SOPRA le case. Ogni tanto qualche tir casca giù, ed è un miracolo che non ne demolisca qualcuna. Ciò che trovo decisamente intollerabile è che una pubblica istituzione come Lunardi si esprima in modo così becero, arrogante, incivile e irrispettoso verso delle persone la cui unica colpa è quella di non essere d’accordo con la sua visione delle “magnifiche sorti e progressive” cui la tav li destinerebbe. Masaccio ha ragione, perdiana.

    Ora, non voglio certo dire che il progetto metta seriamente a rischio la vita dei valligiani come invece fece la maledetta diga del
    Vajont – sebbene l’amianto, ripeto, non sia qualcosa con cui scherzare. Ma sugli studi fatti a tavolino (soprattutto dall’UE) lasciatemi qualche perplessità. Forse perché ne ho maneggiati parecchi, e ho visto che non è propriamente tutto oro quello che luccica. A volte sì, credere loro è davvero un atto di fede e un’opzione teologica.

    Quanto allo spostare su treno il traffico merci, direi che è impresa ardua, almeno finché qui l’industria automobilistica continua a condizionare così pesantemente lo sviluppo infrastrutturale, la politica dei trasporti e a piangere sui fatturati in calo. Scusate il pessimismo, ma quando si tratta di infrastrutture non riesco a essere ottimista. E credo di non avere poi tutti i torti…

  21. Lunardi è un pirla, nulla da eccepire.

    E’ inutile la Torino – Lione? Indubbiamente, allora è inutile la Parigi-Milano-Roma.

    Meglio l’aereo, la macchina (magari un bel Suv), lo scooter 50 non catalitico…inquinano meno.

  22. La scienza dà ragione alla Val di Susa

    VIRGINIO BETTINI *
    La rivolta popolare contro la linea ad Alta Velocità/Alta Capacità che dovrebbe, attraverso la valle di Susa, collegare la pianura padana alla Francia, mi ha spinto alla lettura del testo «Processi decisionali dell’Alta Velocità in Italia, il ruolo del Piemonte nel Corridoio Sud dello spazio alpino», curato da Fiorenzo Ferlaino e Sara Levi Sacerdotti per la Regione Piemonte (Franco Angeli, 2005), approdato sulla mia scrivania nel giugno di quest’anno e lì rimasto, fino ad ora, a prender polvere. Nel testo ho inutilmente cercato almeno un’ipotesi sulle ragioni che hanno portato, in questi giorni, a un’opposizione frontale tra abitanti della Val di Susa, polizia, governo regionale e nazionale, considerato che gli autori dedicano ben un capitolo ad «Attori, conflitti procedure e strumenti». Ho trovato un solo paragrafo sul costo della democrazia, piuttosto equivoco nella sua formulazione e un passaggio ove si sostiene che «il programma dell’Alta Velocità è stato il progetto che maggiormente è stato interessato dalla sperimentazione della normativa relativa alla “Via” e alla Conferenza dei Servizi». Un falso burocratico-amministrativo.

    Guardando le altre tratte Tav

    In questi ultimi dieci anni mi sono occupato, per e con enti pubblici, comitati di cittadini e partiti, delle valutazioni di impatto ambientale sulle tratte della Tav Milano-Bologna, Milano-Venezia, Torino-Milano e, nell’ambito della Commissione intergovernativa (Cig) della valutazione sulla tratta Torino-Lione. Ne ho tratto anche un libro pubblicato dalla Cuen di Napoli, «Alta Velocità. Valutazione economica, tecnologica ed ambientale del progetto», nell’ormai lontano 1997. Da quest’analisi risulta che, se pure vi è stata una sperimentazione della normativa, non certo voluta ma in qualche modo imposta, i risultati sono stati pessimi. Le valutazioni si sono configurate solo come analisi giustificative del tracciato e solo la costante pressione dei comitati di cittadini su amministrazioni locali sensibili ha portato a qualche risultato di revisione di parti del tracciato e di adeguate compensazioni nel caso di impatti difficilmente reversibili. Per il resto, solo una cupa aderenza alle esigenze progettuali. Lunardi e le sue sfide stavano già nello spirito gestionale del progetto ai tempi del centrosinistra, per cui, se guardo al futuro possibile di un centrosinistra vittorioso, mi vengono i brividi.

    La cartina di tornasole

    La Val di Susa con le sue lotte è la cartina di tornasole di questa situazione esplosiva prodotta da molti errori di analisi e valutazione. Proprio dalla Val di Susa ci viene un insegnamento in chiave storica. 150 anni or sono, la ferrovia giunse a Susa (1854) sul versante italiano e a St. Jean de Maurienne (1856) sul versante francese. Si pensò subito a un collegamento tramite tunnel tra i due capolinea, ma si considerò che il tempo di attesa, almeno 10 anni, era troppo lungo, per cui si ipotizzò un collegamento temporaneo superficiale attraverso le Alpi. Il collegamento in superficie, partendo da Susa, avrebbe sostanzialmente seguito il tracciato stradale, superando pendenze da brivido, con la difesa di alcune gallerie paravalanghe e la copertura dei binari con tunnel di lamiera anti neve. La linea si sarebbe addentrata nell’altopiano centrale verso il Moncenisio, oggi cancellato da un lago artificiale. Sarebbe poi scesa in territorio francese, quasi sempre posizionandosi al lato della strada, fino alla stazione di St. Jeanne, per un totale di 79,2 km. Il percorso si sarebbe compiuto in 5-6 ore, la metà del tempo impiegato dalle diligenze a cavalli, superando le forti pendenze grazie alla trazione di locomotive con terza ruota centrale, le quali avrebbero garantito una velocità di 15-20 km in salita e 17 in discesa. Un tracciato che, dal punto di vista paesistico, posso solo definire stupendo. Ancora oggi si possono ammirare i resti di piccole gallerie. Il treno, di completa progettazione inglese, chiamato treno Fell, iniziò il proprio servizio il 15 giugno 1868 e lo cessò il 1° novembre 1871, dopo che il 17 settembre era stata inaugurata la galleria del Frejus (http://www.moncenisio.com). Tutta l’operazione fu naturalmente in perdita, ma fu perseguita con la stessa forza e testardaggine con la quale oggi si vuole la Tav. Sarebbe forse utile, per una valutazione completa, comprendere le ragioni di un tale impegno economico in un tempo tanto breve. Dovremmo chiederci le ragioni di un progetto che, economicamente perdente in partenza, venne tuttavia realizzato a spese delle casse di quello che si stava definendo come Regno d’Italia e dell’allora impero francese di Napoleone III. Grandi opere impossibili per accreditare un proprio ruolo e una credibilità tecnologica nello scontro diretto con Prussia, e Austria-Ungheria.

    Come un secolo fa

    Oggi la storia si ripete e nell’Europa degli anni Novanta, dove il prestigio si tiene alto con le grandi opere infrastrutturali, si pone il problema del collegamento tramite tunnel ferroviario tra St. Jeanne de Maurienne e la Valle di Susa. Sarà il tunnel più lungo d’Europa, dai costi esorbitanti, dalle gigantesche difficoltà geologiche, con problemi ambientali posti dai cantieri e dallo smaltimento del materiale estratto dal tunnel, il cui approfondimento dovrebbe suggerire un completo ripensamento della funzione e dell’utilità dell’opera stessa. La scorsa primavera, la ex commissaria europea ai trasporti, ora coordinatrice europea della Torino-Lione, la signora Loyola De Palacio, il ministro Lunardi e la presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso, proclamarono a gran voce la sostenibilità del tracciato della Torino-Lione. Mi ha particolarmente stupito la posizione di Mercedes Bresso che, oltre a possedere una forte personalità politica, è mia collega in quanto insegnate universitaria, economista specializzata in valutazione di impatto ambientale. Se dovessimo utilizzare e applicare i metodi esposti in un manuale sulla valutazione di impatto ambientale redatto dai professori Mercedes Bresso, Alberico Zappetella e Rossana Russo – «Analisi dei progetti e valutazione d’impatto ambientale», pubblicato da Franco Angeli nel 1985, 1988 e 1990, con intervento di Paul Tomlinson nel 1988 e di Tomlinson e Gamba nel 1990, una vera bibbia per chi si occupa del settore – il progetto della Tav in Val di Susa non avrebbe ragione d’esistere, o sarebbe inesorabilmente da affossare sulla base della sequenza: insostenibilità dei costi, irreversibilità di alcuni impatti ambientali, negazione della partecipazione da parte della popolazione. Spero che l’atteggiamento della Presidenza della regione Piemonte non sia un indiretto assenso alla proposta bipartisan di Lunardi, il quale, il 5 novembre scorso, in occasione di un incontro a Verona dei ministri dei trasporti dell’Unione europea, ha chiesto all’opposizione una decisa adesione ai programmi infrastrutturali del governo, Alta velocità Torino-Lione e Ponte sullo Stretto di Messina compresi.

    Ritengo comunque che esista ancora il tempo per dialogare e riflettere su due dei temi, centrali e irrisolti dal punto di vista ambientale, posti dal tracciato della linea Tav in Val di Susa: l’attraversamento della val Cenischia in uscita dal tunnel del Frejus a Venaus e gli effetti ambientali della cantierizzazione. Ho lavorato, con il mio collaboratore dr. Leonardo Marotta e con i laureati Enrico Tommasel e Marko Sosic, sui problemi ambientali posti dal tracciato della Tav all’uscita del tunnel in val Cenischia, utilizzando tecnologie dei sistemi informativi geografici per l’analisi ambientale e il supporto alle decisioni. Una ricerca svolta a seguito di un contratto tra la mia Università e la Lyon-Turin Ferroviarie (Ltf). I risultati della ricerca non sono stati apprezzati dalla Ltf. Abbiamo ipotizzato 4 scenari di attraversamento della valle Cenischia, svolto un’analisi multi-criteri e impostato una matrice valutativa utilizzando le tecniche Electre II e Promethee; analizzato gli impatti sugli ecosistemi utilizzando l’indice di Bio Capacità Territoriale (Btc), inserito il viadotto in un modello tridimensionale della valle, studiato la propagazione del suono. Insomma, abbiamo usato modelli di ecologia del paesaggio, identificato gli impatti cumulativi, compiuto un’analisi multi-criteri comprendente fattori tecnici, costi del progetto, impatti ambientali, costi ambientali, impostando un’analisi costi benefici su base ambientale. La soluzione proposta da Ltf per l’attraversamento della Val Cenischia non è risultata la più adatta, collocandosi al secondo posto di una classifica basata su 4 scenari. Lo scenario vincente avrebbe comportato ulteriori studi preliminari e un forte ritardo nella progettazione e nella realizzazione dell’opera. Ltf non solo ha segretato i risultati, ma non ha dato corso al successivo approfondimento della ricerca riguardante la valutazione del rischio del cantiere in uscita dal tunnel, per quanto esista un esempio analogico sul cantiere Alp-Transit per la nuova galleria del San Gottardo in Svizzera.

    L’insegnamento viene dalla Svizzera

    Se si visita il cantiere dell’Alp-Transit, alle porte di Biasca, Canton Ticino, ci si rende conto dei gravi problemi posti dallo smaltimento dello smarino (il materiale inerte estratto dal tunnel), si tocca con mano la problematica della depurazione dell’aria del tunnel e dell’acqua inquinata dalle attività di cantiere. Le superfici agricole e naturali perse sono enormi, il trasporto della maggior parte del materiale di risulta viene effettuato non su strada, ma con nastri trasportatori chiusi per evitare il disperdersi delle polveri in discariche ben definite, a pochi silometri dai cantieri. Alp-Transit non è in grado di fornire l’assoluta garanzia di protezione delle falde acquifere e la prevenzione dell’impatto è stata a lungo discussa con la popolazione interessata della Val Leventina. Ulteriori problemi sono posti dalla raccolta separata dei rifiuti del cantiere, dal riciclo dei materiali di risulta e dalla messa in discarica dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione.

    Sono problemi che Ltf non ha completamente messo a fuoco nella fase preliminare di progettazione. Situazioni estreme di carattere ambientale non facilmente risolvibili. Come membro del gruppo «Ambiente e Territorio» della Commissione Intergovernativa della Torino-Lione (Cig), nel dicembre del 2000, ho presentato una relazione di minoranza nel rapporto finale «Nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione, Rapporto del gruppo di lavoro Ambiente e Territorio», pag. 62-63, in cui si sosteneva: «Il lavoro svolto manca della verifica di uno dei parametri fondamentali della Via, quello del do nothing o non fare, come pure manca lo specifico approfondimento della valutazione ambientale nell’ambito delll’analisi costi-benefici (Ecba, Environmental Cost Benefits Analysis), cosa ben diversa dalla valutazione quantitativa delle esternalità ambientali nell’analisi costi/benefici». Sottolineavo che il rapporto non poteva fornire un contributo adeguato alle decisioni per ben 14 ragioni (smarino, cantieri, idrogeologia, sicurezza, varianti di tracciato, uscita su Venaus, conoidi di deiezione e detriti di falda, tunnel di base, Carrière du Paradis, impatto sull’ambiente biotico, urbanizzazione e vincoli, valutazioni di landscape ecology, reversibilità-irreversibilità di alcuni impatti e necessità della procedura di consultazione Delphy, scenario alternativo di tracciato).

    In conclusione, ritengo che la popolazione della valle abbia ragioni da vendere nel suo pacifico atto di ribellione, confermando di non voler delegare a nessuno, tanto meno a istituzioni che hanno perso di credibilità, la tutela del proprio ambiente, della propria sicurezza, della propria salute.

    * Professore di analisi e valutazioni ambientali all’università di Venezia

  23. No TAV

    Per cominciare, vi propongo due link a pagine interne dei siti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Riguardano i rapporti fra il Ministro Lunardi e la Rocksoil, la società che si occuperà – qualora avesse via libera…

  24. Io non capisco… per chi segue tutta questa vicenda dall’esterno, tv e giornali, sembra tutto così strano, così assurdo. Se tanta gente protesta avrà le sue buone ragioni, non lo metto in dubbio, ma per me, che vivo a Roma, e sento le notizie dalla val di Susa, sembra semplicemente pazzesco che l’inizio dei lavori per la realizzazione di infrastrutture pubbliche venga accolto con rabbia e non con gioia. I romani, ad esempio, aspettano con ansia e trepidazione l’inizio dei lavori per l’ampliamento della matropolitana, allo stato attuale del tutto insufficiente per le esigenze della città, ed invece questi lavori slittano continuamente. Mi rendo conto che la realtà della metropoli è completamente diversa da quella della montagna, però in generale gli Italiani non fanno altro che lamentarsi di vivere in una nazione che non riesce a stare al passo con le altre, che rimane arretrata, che non inizia opere pubbliche che danno lavoro a tanta gente e quando, per una volta, queste opere si iniziano la popolazione del luogo che fa?, protesta pure?. Possibile che nessuno del posto consideri questa TAV anche un opportunita per incrementare l’economia della valle?. I cantieri, dato che servono operai e tecnici, portano con se lavoro, se un luogo è meglio servito nei trasporti attirerà anche più turismo.
    Il treno è un mezzo di trasporto ecologico, in Italia la maggior parte del trasporto merci è su gomma, i camion inquinano. In Europa invece la maggior parte del trasporto merci è su rotaia, che non inquina e quindi sia l’ambiente sia l’economia ne beneficiano enormemente. In Italia è meglio continuare ad usare i camion?, quelli si che inquinano. La TAV ci avvicina all’europa, però è
    anche vero che la TV ed i giornali dovrebbero approfondire meglio i motivi dei NOTAV, se cosi tanta gente protesta, e se tutti gli schieramenti politici del luogo appoggiano la protesta dei motivi validi dovranno pur averli, però i mezzi di informazione non ce li spiegano.

I commenti sono bloccati.