Lettere di Aldo Moro dalla “Prigione del Popolo” /11

Il memoriale Aldo Moro

51) A Maria Luisa Familiari

(la destinataria ha dichiarato di non aver ricevuto la lettera)

C’è anche una lettera per Zaccagnini da portare in casa, vicino casa mia o a Piazza del Gesù con molte raccomandazioni.

Carissima Maria Luisa (Familiari)
in questa, probabilmente inutile, corsa contro la morte, ricorro a te, col sistema dell’altro giorno, partendo questa volta da casa tua invece che dall’ufficio, dato il giorno festivo. Si tratta di portare entro oggi domenica a destinazione queste lettere nelle proprie mani dei destinatari, o almeno quasi nelle loro mani. Dato che è domenica andare a casa, assicurarsi, essere certi che sarà consegnata a breve scadenza, andare fuori se l’interessato fosse fuori in un posto definito e sicuro. Il più importante è l’on. Piccoli che abita non lontano da casa mia e in alternativa si potrebbe trovare (improbabile) nel suo ufficio a Montecitorio o più probabilmente a Piazza del Gesù. Poi c’è l’on. Riccardo Misasi, Presidente della Commissione di Giustizia, di cui non ho idea dove possa abitare. Se la Camera, date le circostanze, è aperta chiedere là o a Piazza del Gesù o alla segreteria on. Dell’Andro o al Ministero della Giustizia. Queste frasi qui dette sono le più importanti. Poi c’è quella indirizzata al Dott. Tullio Ancora, Via Livorno 44, non lungi da Piazza Fiume. Anche lì dare a mano. Ce n’è poi una per il Presidente del Consiglio Andreotti che potrebbe essere recapitata al limite nella sua casa in Corso Vittorio Emanuele, non lontano dalla Chiesa Nuova. In mancanza di tutto anche in Piazza del Gesù. C’è infine una per l’on. Craxi che credo abiti all’Albergo San Raphael presso il Panteon o in mancanza alla sede del P.S.I. in via del Corso, con molte raccomandazioni. Scusami tanto, abbracciami tutti, vogli anche tu un po’ di bene a Luca. E Dio ti benedica e ti premi di tutto.
Aldo Moro

P.S. Fai tutto con l’aiuto dei carissimi amici, specie Mimmo, Matteo e Gianni. Sarà brutta domenica, ma pensa alla mia.


52) Ai Presidenti delle Camere

(non recapitata)

Signori Presidenti delle Camere,
è nota la mia difficile condizione. Sono prigioniero politico delle Brigate Rosse e sottoposto, quale Presidente del Consiglio Nazionale della D.C., a giudizio sulla base di accuse che riguardano insieme me ed il gruppo dirigente del Partito. In relazione a questo mio stato di detenzione si è prospettata la opportunità di uno scambio dei prigionieri politici delle due parti, secondo modalità da trattare. Di questa possibilità io mi sono fatto portatore in due messaggi, che, malgrado le mie argomentazioni umanitarie e politiche, non hanno avuto in Parlamento favorevole accoglienza.
A questo punto ritengo di invocare la umanitaria comprensione delle due Assemblee e dei loro Presidenti per una soluzione che, a mio avviso, non pregiudicherebbe in nessun modo né i diritti dello Stato, né i legittimi interessi dei prigionieri politici, tra i quali io mi trovo. Questa soluzione dovrebbe essere negoziata tramite la Croce Rossa di Ginevra e dovrebbe concretarsi in una legge straordinaria ed urgente del Parlamento, la quale mi conferisca lo status di detenuto in condizioni del tutto analoghe, anche come modalità di vita, a quelle proprie dei prigionieri politici delle Brigate Rosse. Per legge io verrei così vincolato a questi prigionieri e non potrei fruire di atti di clemenza o di scambi, se non in quanto gli altri ne beneficiassero. Ovviamente la garanzia alle Brigate Rosse dovrebbe essere data tramite il negoziato con la Croce Rossa e la legge obbligante che il Parlamento poi voterebbe, ritenendo in essa assorbita l’autorizzazione a procedere e ad arrestare.
So bene che si possono fare contro questa tutte le possibili obiezioni. Sta di fatto però che è questo l’unico modo per salvare la vita ed ottenere condizioni di detenzione accettabili, e che io accetto, fino a che non maturino le condizioni di un miglior assetto della materia. Infatti una prigione clandestina non può durare a lungo, né offrire, per ragioni tecniche, più di quel che offre. In una prigione comune, per quanto severa, io avrei delle migliori possibilità ambientali, qualche informazione ed istruzione, assistenza farmaceutica e medica ed un contatto, almeno saltuario, con la famiglia. Voglia il Parlamento nel suo alto senso di giustizia e di umanità vagliare la mia proposta, non recidendo l’esile filo nel quale si esprimono le mie poche speranze.
Con ossequi
Aldo Moro


53) A Eleonora Moro

(non recapitata)

Mia dolcissima Noretta,
non mi soffermo sulle tante cose tenere che vorrei dire per tutti voi. C’è una cosa importante ed urgente da fare: un tuo incontro con Zaccagnini, Piccoli, Bartolomei, Galloni e Gaspari. Devi dire loro, prima privatamente, poi pubblicamente col tenore che uso in questi giorni (ce ne sarà uno ancora domani) che essi mi conducono a morte sicura, escludendo qualsiasi trattativa su scambi di prigionieri, salvaguardia di ostaggi e poi anche sulle proposte ultime e minime dell’on. Craxi. Non si debbono fare illusioni in proposito. Possono darti tutte le assicurazioni che vogliono, ma non hanno niente in mano. Dato che il tempo corre, la via della prudenza, dell’attesa, della fiducia è impercorribile, anche di fronte a TV e radio devi dire (chiariscilo per me a Guerzoni) che tu chiedi un’assunzione di responsabilità della D.C. e ad essa dovrai dolorosamente attribuire la responsabilità.
Sei mia moglie, rappresenti la famiglia, puoi dirlo, con esito drammatico.
Sii dura come sai esserlo […]¹
Aldo

(¹) seguono due righe incomprensibili

54) A Corrado Guerzoni

(il destinatario ha dichiarato di non aver mai ricevuto la lettera)

Se non la ricevono, va pure detto in TV
Chiamare subito Guerzoni

Carissimo Guerzoni,
ci deve essere un mio appello al partito, presso mia moglie, da diffondere molto e presto.
Inoltre è ritenuto qui essenziale che mia moglie si rechi al partito (Zac + 5) e dica loro nettamente che il rifiuto della D.C. a trattare seriamente, anche nelle forme minime proposte da Craxi, comporta la mia morte, la cui responsabilità la famiglia deve ad essa attribuire.
Questo va sistematicamente ripetuto dopo a mezzo TV. Le sarò grato se accompagnasse e aiutasse, perché è la prima volta che mia moglie fa questo e ne è terrorizzata. Ma almeno la Radio dovrebbe essere più facile. Quanto all’opportunità lasci me giudicare. Scusi tanto, grazie per il doppio lavoro e molta cordialità.
Aldo Moro

In caso di indisponibilità dell’altra parte o di cogenti ragioni di salute di mia moglie, bisogna mandare subito una lettera alla D.C. che esprima i noti concetti e che sia subito pubblicata. Guerzoni di domenica reperibile in casa via Flaminia N° reperibile nel catalogo. Ovvero in via di Forte Trionfale, 79 lunedì in ufficio.
Mi raccomando: questa diffida è essenziale e deve essere immediata.


55) A Don Antonello Mennini

(il destinatario ha dichiarato di non aver mai ricevuto la lettera)

Carissimo Antonello,
avrei da dire molte cose, ma le rimando perché meno urgenti. Ci sarebbe da consegnare tre lettere importanti di persona e con molta urgenza.

  1. Onorevole Piccoli. Dovrebbe essere tra molta confusione al suo ufficio nel gruppo parlamentare della Camera. Bisogna stanarlo e dargliela, dicendo che viene da me.
  2. On. Renato Dell’Andro. Può essere all’albergo Minerva (mi pare proprio si chiami così, tutto di fronte alla chiesa) o al Ministero della Giustizia o infine alla sede del Gruppo D.C. a Montecitorio. Se per dannata ipotesi, avessi sbagliato il nome dell’albergo, sappi che i due alberghetti di cui si tratta sono così:
    Chiesa Minerva – Questo a destra è Dell’Andro
  3. On. Pennacchìni potrebbe essere allo stesso Gruppo al suo nuovo ufficio di Presidente della Commissione parlamentare per i servizi d’informazione, di quest’ultimo non conosco la sede, che è però vicinissima alla Camera dove la conoscono. L’importante è che arrivi e arrivi subito. Per semplificazione si può affidare a Dell’Andro, di persona, l’operazione Pennacchini. Quindi: partire da Piccoli, poi Dell’Andro, per suo tramite o direttamente, Pennacchini. In extremis, lasciare di persona a Dell’Andro per gli altri due sollecitandolo.

Se possibile, S.Em. Poletti potrebbe far osservare a S.S. che il Suo bellissimo messaggio, equivocandosi tra restituzione umanitaria e scambio dei prigionieri, si presta purtroppo ad essere utilizzato contro di me. Essenziale sarebbe dire ad Andreotti il sincero desiderio che le cose vadano nel modo desiderato da noi e cioè mediante scambio. Se si vuole il risultato, questa è la via. Altrimenti tutto s’incaglia.
Grazie, benedicimi, proteggimi e voglimi bene.
tuo
Aldo Moro

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2 Commenti

  1. Figuriamoci se a qualcuno gliene frega delle lettere di Moro. Mai come in questo periodo di restaurazione ci si dovrebbe interessare a questo fatto nero della storia italiana, invece si commenta il Bettarini, si gioca al tiro al personaggio famoso… Bettarini-Moro e Moro-Bettarini. Viva viva l’info-tainment.

  2. Ad ogni modo, noto qui “Se possibile, S.Em. Poletti potrebbe far osservare a S.S. che il Suo bellissimo messaggio, equivocandosi tra restituzione umanitaria e scambio dei prigionieri, si presta purtroppo ad essere utilizzato contro di me.” quanto veramente le parole in certi casi siano lame e siano pesanti. A pensarci bene, tutto in quel tempo si giocò con la lingua e con l’incapacità del linguaggio di essere capace di verità se non sul punto di prevista morte…

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