La società delle barriere

Ci vogliono far credere che la nostra società sia quella aperta, senza confini, senza divisioni. Globalizzazione, liberismo, libero transito delle merci, e delle persone.La società dell’informazione. La società dell’accesso: la gente manda sms, mms, usa il bluetooth, chatta, naviga, risponde alle inserzioni, fa book crossing.

Tutti si parlano insomma, anche quando non hanno un cazzo dirsi.

Balle. Non è mai esistita una società più segregata di questa, più atomizzata. E’ la società delle barriere. Nei locali i ragazzi entrano in gruppi compatti, si sfaldano, si rincorrono tra la folla, ma non si mescolano: l’osmosi non avviene, come non avviene la conoscenza reciproca. La posizione tipica del gruppo per conversare è il cerchio, chiuso all’esterno.

Le ragazze ora portano quasi tutte il tanga, eppure i nostri padri, negli anni sessanta, facevano molto più sesso di noi: non sono certo i vestiti a farti padrone della tua vita, a salvarti dalle insicurezze. Corpi scolpiti un anno nelle palestre, esibiti nelle spiagge, e poi rinchiusi di nuovo in palestra, ad ammuffire. Il corpo ripulito di ogni difetto, stupendo, ma che non ha irregolarità, caratterizzazione, è troppo levigato non parla, non seduce più. Il corpo non mangia troppo, non ama troppo: la sola cosa in cui eccede è l’autocontemplazione.

In giro sono quasi tutte fighe. Ma quante di loro fanno innamorare? Non sono i difetti a fare innamorare? Ma quelli sono proibiti.

E su tutto incombe il totem del preservativo, simbolo necessario di distanza, di separazione. Nel sesso i corpi si fondevano, il sesso era pelle umida, umore. Il preservativo ha reso il sesso una cosa asciutta, intangibile.

Segregata. Pulita. Trascurabile. Abbiamo tutti un preservativo sulla testa adesso.

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11 Commenti

  1. Francesco:
    per la prima osservazione sono d’accordo, forse mi ero espresso male, ed anzi aggiungo che è una necessità di tutti gli esseri che hanno adottato la strategia della riproduzione sessuata.
    Per la seconda ho dei dubbi:
    primo, il più banale, se continuano farci vedere delle orgie per pubblicizzare il gelato vorrà dire che raffinati studi statistici hanno dimostrato che il sesso tira ancora (è un bisogno, non una moda).
    Certo, non mi abbonerò mai alla Omnitel credendo di farmi la Megan Gale ne cambierò operatore se questa passase a Tim ma … quando vedrò una ragazza, almeno a prima vista, giudicherò la sua apparenza basandomi su dei canoni irreali che mi hanno pompato in testa, senza contare che in ogni caso la pubblicità mi ha modificato il modo di interpretare la realtà: a livello inconscio dividerò le persone tra i “Becci” e gli “Sfigati”, in maniera del tutto automatica, naturale.
    Ci sarà in classe quello fighetto che ha tutto, quello sfigato che nessuno se lo caga.
    Lo stesso succederà dopo, in ufficio.
    Se il mio mondo lo costruisco sulla televisione (Cinema ecc ecc) ovviamente poi la realtà la intepreterò attraverso gli schemi che la tele mi a fornito… magari a livello conscio mi renderò conto della cazzata, del ftto che non esistono bianco nero e che esistono solo gradazioni di grigio … ma la tele lavora molto meglio sull’inconscio, su quello che non controllo con la ragione. Su quello che controlla i miei istinti ed i miei desideri.
    Per finire cito le tue parole:
    “..ormai ha solo l’effetto di una tossicodipendenza, siamo talmente assuefatti che non ci fanno più nè caldo nè freddo.”
    E’ vero siamo come tossicodipendenti: l’iniezione non ci procura più lo sballo che provocavano i primi buchi ma esattamente come per la tossicodipendenza è questo il momento migliore per il pusher: prova a toglermela adesso, la mia dose quotidiana.
    Ciao.

  2. Ciao….
    vorrei solo consigliare lo studio di un libro…”il Capitale” di Marx….la realta’ capitalistica e’ tutta qui.
    Capisco che l’ultimo libro di Fassino e’ sicuramente molto migliore e lungimirante, una pensiero eccelso della asinistra italiana (e sottolineo asinistra), e che probabilmente solo la Divina Commedia merita di stargli alla pari (di certo non sopra), pero’ magari una letturina (anche se a dir la verita’ e’ soprattutto studio perche’ le cose bisogna capirle) del Capitale non sarebbe male…..voi che ne pensate?? Spero solo che non crediate che sia “superato”, altrimenti stiamo veramente lontani rega’.

  3. Anca, scusa il ritardo…niente, le mucche sono solo una provocazione, intendevo dire che sarebbe da preferire la compagnia degli animali alla socializzazione forzata; faccio davvero fatica, infatti, ad incontrare persone con cui avere uno scambio di idee interessante/costruttivo/divertente. Ovviamente, per quanto mi piacciano le mucche ed in generale i quadrupedi, la conoscenza di una persona in gamba vale molto di più, è ovvio. Quello che penso, però, è che troppo spesso si definiscano “intelligenti” delle persone che non lo sono, perchè nella mediocrità generale anche la valutazione del valore delle persone passa attraverso un filtro mediocre.

  4. Ciao Anca. Ho qualche problema con il tuo italiano perche’ sono straniero.
    Le mucche? Beh… meglio superfiziali che vedere le donne costrette a un matrimonio da tempo morto e senza possibilita’ di scegliere. Certo, c’e’ un ossessione per la scelta della persona giusta. Tutti abbiamo difetti e si deve lavorare per i rapporti.

  5. Passaggio da una società di massa a una neoplurale. E’ tutto lì. I sociologi lo sanno da tempo!

  6. Sono d’accordo sul paragone con Alberoni.
    Se ti danno fastidio le gnocche dell’Ammiraglia ti consiglio di venire al mare a Pescara Porta Nuova, all’Aurora, dove vado io: ci sono i vecchietti del vicino ospizio Inpdap…

  7. Crash .Ci andavo all’Aurora, carino. Ma tu vieni da Avezzano? Ci sono altri giovani Alberoni da quelle parti o quelli che c’erano sono stati spazzati via dal terremoto? O forse tu sei l’ultimo di questa gloriosa stirpe?

  8. Io sono di Pescara (Porta Nuova), Francesco.
    Non puoi negare che il tuo post abbia un tono alberoniano: voglia di spiegare cose evidenti facendole sembrare profonde, “o tempora, o mores”, l’incomunicabilita’ dei tempi moderni… eddai!!!
    Io non ho mai sopportato (neanche al liceo, quando siamo tutti un po’ piu’ stupidi – ora alberoneggio un po’ anch’io) i personaggi maschili e femminili che s’incontrano all’Ammiraglia, o ad Istria et similia: sono finti e pieni di se’. Per questo sono sempre andato al mare a Porta Nuova, nonostante il mare sia meno bello e la spiaggia piu’ corta: meno fighetti che credono di vivere in un reality e piu’ gente normale.

  9. Allora,questo post non voleva essere una cosa pescarese. Vedo la gente così anche a Milano, e non voleva essere un articolo di Alberoni, l’unico al mondo i cui articoli “abbiano incartato l’insalata prima ancora di essere dati alle stampe” (Serra). Semplicemente girando per le strade ho avuto la sensazione che avessimo tutti quanti un preservativo addosso, che questa fosse l’epoca del preservativo, che il preservativo sia diventato il vero totem dei rapporti umani di quest’epoca. E’ necessario, utile, previdente, per carità, ma il preservativo è il segno zodiacale della sessualità contemporanea, con tutti i riflessi sulla socialità che Freud ci insegna.

    Poi le mie altre riflessioni erano più o meno a ruota libera, e , come ogni altra persona a questo mondo, mi riservo il diritto di essere banale: spesso anche il mondo lo è, e io non sono migliore di nessun altro.

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