A pa’

In questa indigestione di delitti degli anni settanta finalmente anche Pino Pelosi ammette quello che tutti all’idroscalo sapevano e che chiunque aveva capito: il povero Pierpa’ fu ucciso da una banda proprio come quella del Circeo.
PS: già che ci siamo, non è che il tizio che tamponò con i fazzoletti quelle ferite mortali fatte nella mattinata del nove maggio del ’78 ha la voglia di raccontarci come andarono i fatti?
Sono passati quasi trent’anni, la guerra fredda è finita, un sacco di persone stanno o in pensione o al camposanto. Ma che ti costa?

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10 Commenti

  1. Piano, piano. Pelosi ha fatto delle dichiarazioni perfettamente congruenti a una certa ricostruzione preesistente. Cosi’ perfettamente da suscitare dubbi. Lineare la storia secondo cui lui non avrebbe dovuto parlare senno’ gli ammazzavano i genitori, lineare la scena dei calci e pugni con il controno di insulti “sporco comunista”, che sembra messo li’ per chiarire inequivocabilmente che PPP fu ammazzato perche’ compagno, e non perche’ “froscio”.

    In particolare, basta una minaccia cosi’ per garantire un silenzio resistente a processi, esposizione mediatica, carcere?

    E ci si puo’ fidare sulla parola di un uomo “che vive di espedienti”, come dice l’articolo di Repubblica.

    Siccome immagino la canea in arrivo su questo sito, preciso:

    -adoro il PPP regista (alla faccia di quel tribuno di Ronconi) e apprezzo il PPP letterato.

    -PPP e’ stato, secondo me, l’ultimo vero intellettuale italiano. Con questo non voglio dire che avesse sempre ragione, anzi. Ma la scomparsa della sua voce ha determinato un impoverimento tragico del teatro culturale italiano.

    -la ricostruzione ufficiale del delitto non mi e’ mai garba punto.

  2. “PPP è stato, secondo me, l’ultimo vero intellettuale italiano” (!). Ma che vai dicendo? E Filippo Facci, dove lo metti? E l’immenso Piero Ostellino? E il grandissimo Antonio Polito? E l’incommensurabile Giuliano Ferrara? Senza parlare di Christian Rocca… Cos’hanno questi figuri meno di Pasolini?

  3. Anche io considero Pasolini un grande, cazzo. Quel giorno, quel maledetto giorno di maggio, in quella dannata curva perdeva la vita un simbolo dell’Italia sportiva. Se ne andava, insieme a Jarno, un grande campione. ciao Paso, ciao Saarinen.

  4. Sarò un pirla, ma non ho capito la battuta di Gianfilippo…. Io Pelosi l’ho conosciuto quando facevo il servizio civile in provincia di Massa, mi è sembrato un poveretto capitato in una storia che non ha capito. Forse è meglio che PPP non abbia visto dove siamo finiti, è andata molto peggio di quanto anche un genio come lui potesse immaginare…

  5. Comunque la trasmissione di ieri sera era stata architettata a tavolino. È sembrato che il Pelosi facesse le rivelazioni lì in diretta. Ma poi alla fine hanno presentato una ricostruzione filmata di come sarebbe dovuta essere stato il pestaggio, secondo la versione data dieci minuti prima dal Pelosi stesso.

  6. MG, non era una battuta (o almeno non particolarmente felice). Il 20 maggio 1973 Renzo Pasolini, motociclista classe 350 scivola sul circuito di Monza, trascinando nella caduta anche Jarno Saarinen (che invento’ la posizione col ginocchio aperto in curva, oggi usata da tutti i motociclisti). Muoiono entrambi. Con PPP c’azzecca nulla. Bah.

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