Terroristi! Liberate Giuliana o vi diamo Oriana

Basta con le trattative, ora ci vuole la linea dura: un paio d’ore a tu per tu con l’autrice de “La rabbia e l’orgoglio”, e sarete voi ad apparire in video per supplicarci in lacrime di liberarvi. Se proprio volete prendervi una giornalista del Manifesto, cacciate la grana e assumetela regolarmente, come ha fatto la Stampa con “Iena” Barenghi. Di fronte al drammatico appello della Sgrena, Berlusconi si è chiesto: “Come si può umiliare così una donna?”. Evidentemente è da un po’ di tempo che il premier non guarda le reti Mediaset. Il Foglio critica i reporter pacifisti che ci inondano di foto strappalacrime sulla guerra in Iraq: “Puah, i marines sì che hanno spirito positivo: loro le sofferenze degli iracheni le fotografano per farsi tante belle risate”. Ehi, terroristi, state approfittando della nostra pazienza. Se non rilasciate Giuliana Sgrena entro 24 ore, oltre alla Fallaci vi spediamo pure Ferrara.

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50 Commenti

  1. Geniale? Graffiante? Sembra la versione femminile di Natalino quando vuole essere serio….

  2. Peccato che la battuta (amarissima) sulle reti Mediaset non la capisca nessuno. Più culi per tutti.

  3. Le donne che si fanno umiliare sulle reti Mediaset, anche ammesso che questa lagna vetero-femminista fosse vera, non sono obbligate da nessun’altro che da se stesse.
    Chi è causa del suo mal pianga se stesso, giusto?

  4. Beh che dire, divertente. Adoro il cinismo degli umoristi.D’altronde, sono gli unici che, sembra, possano permetterselo. Dispiace solo per Vauro, pimpante e allegro in ogni più funerea occasione(come dimenticare il dollaro a mezz’asta dopo la morte di Quattrocchi)e ora così triste e depresso per il sequestro della sua amica.E allora viene da chiedersi: anche il cinismo è di parte?

  5. cinismo di parte? a me sembra un normale coinvolgimento personale . . è un umorista, mica una macchinetta!

  6. Quindi, come sempre, dalle scuole medie alla quarta età, in tutte le cerchie, anzi i cerchi, se uno non apprezza è solo perché non capisce. Uno non è libero di dire che questo post è una solenne puttanata. Toh, invece sì, l’ho appena fatto.

  7. Si joe, hai ragione, lo dico sempre anche io quando mi parlano di donne costretta ad indossare il bourqa.
    Se non vi piace, dico io, levatevelo e andate a prendervi qualcosa da Armani, e che cavolo!

  8. @Vis: carino il tuo giochino, far credere che io abbia detto qualcosa tipo “se non hanno il pane che mangino le brioche”. Peccato che basti leggere poche righe più su per farlo fallire.
    Per la prossima volta, se non hai capito, sono a disposizione per eventuali spiegazioni. Anche se temo tu abbia capito benissimo ma, a corto di argomenti, abbia tentato la ridicola strada della deformazione.

  9. Nè l’una nè l’altra Joe, ho capito cosa volevi dire ma non lo condivido comunque.
    E ho calcato la mano, cappuccino con la brioche?

  10. @Vis: traduco, ché tu non mi pari incline a farlo. Non sei d’accordo con quello che ho detto, anzi, ti è stato proprio sulle palle. Capita. Non avendo, probabilmente, argomenti per contestarlo hai preferito affibbiarmi un disprezzabile pensiero che non è nemmeno lontanamente imparentato con quello che ho espresso io. Sgamato il giochino hai definito la manfrina “calcare la mano”.
    Chiarito questo, vada per il cappuccino.

  11. La forma che più ti aggrada, Stalker, assolutamente. Che non sia mai che tu non dia agli altri la forma di testa di cazzo che preferisci. Di lì alla fine sarebbe un attimo.

  12. Joe, libera traduzione la tua, forse non avevo semplicemente voglia di contestarlo, “lagne vetro-femministe” e “chi è causa del suo mal pianga se stesso” sono espressioni che sovente mi dissuadono dall’argomentare con chi le pronuncia.
    Il tuo commento avrebbe meritato una risposta diversa se diversamente fosse stato esposto ma la leggerezza con cui ti sei espresso ha chiamato altrettanta leggerezza nel mio pensiero.
    Le parole sono importanti.

    Quanto zucchero nel cappuccino?

  13. Eh, già, come dimenticarlo: il maschilismo e la continuata oggettificazione (in televisione, in politica) della donna è TUTTA COLPA DELLE VELINE. Proprio delle Veline in prima persona, neh. Barolo, Palmas, Canalis, Corvaglia, quelle di adesso non me le ricordo. Tutta colpa loro. Tutta-tutta. Un po’ come il fiorire del mercato della prostituzione è colpa delle prostitute.

  14. prostitute, bourqua e veline.
    donne costrette ad indossare il velo o a prostituirsi (e se ne dolgono) paragonate a ragazze che volontariamente partecipano ad un casting (e sono felici se assunte).

  15. Barolo, Palmas, Canalis, Corvaglia sono veline per libera scelta, nello stesso modo che un’impiegata statale è impiegata statale per libera scelta.
    Quanto alla prostituzione, se si leggesse l’autobiografia di Carla Corsi, si potrebbe comprendere che anche fare la prostituta può essere una libera scelta.

  16. anche il suicidio è una libera scelta. . non si dica quindi che tutti quelli che muoiono non son contenti di farlo..

  17. E infatti. Ogni scelta è una scelta.
    E non si sa quale sia oggettivamente la più sbagliata o la più giusta. E soprattutto per una certa particolare persona.
    Personalmente preferisco essere velina piuttosto che impiegata.
    Carla Corso ha fatto la prostituta e le è piaciuto fare quel lavoro. Mica siamo tutti uguali.

  18. @Giulia: stesso giochino di Vis, solo impostato in modo più sottile. Il tratto caratteristico è la palese mancanza di argomenti, evidenziata dall’uso di paragoni che non c’entrano una minchiazza.

  19. Allora mettiamola così: in Italia, se sei femmina e vuoi lavorare in televisione, nell’80% dei casi devi mettere in mostra cosce e tette. Devi, oppure non lavori. Le Veline non esistono per fare felici le Veline stesse, ma per tenere gli italiani maschi occupati con il dilemma “bionda o bruna?” mentre gli fottono il paese sotto il naso. Sono parte dei circenses che ti danno per non farti pesare il fatto che ti manca il panem. Paghi il canone e salti i pasti.

    Non si tratta di un problema piccolino, o circoscritto alla “libera scelta delle Veline”, anche se è molto più radical-chic e fa molto terzista metterla in questi termini. Il problema delle donne in Italia è molto più vasto. Fecondazione artificiale, assenza di sostegno alle madri nubili, niente asili, discriminazione ed molestie sul lavoro. Tutto questo non è colpa delle Veline. Ma la sufficienza con cui la donna viene trattata nel mezzo di comunicazione più diffuso in Italia (grazioso soprammobile da decorazione, che muta e soave spera di avere un giorno accesso a un microfono, a forza di dimenate di culo) è insieme sintomatica e causativa della sufficienza con cui viene trattata nella società. Un circolo vizioso, se vogliamo.

  20. (Non mancano gli argomenti. Manca la pazienza di ripetere sempre le stesse cose, all’infinito.)

  21. “Allora mettiamola così: in Italia, se sei femmina e vuoi lavorare in televisione, nell’80% dei casi devi mettere in mostra cosce e tette. Devi, oppure non lavori.”

    ROTFL.
    Se *tu* sai che per lavorare in televisione nell’80% dei casi ti toccherà fare un lavoro Velina-like, e ci vuoi lavorare *lo stesso*, come puoi poi pretendere di dare la colpa a qualcun altro? C’è mica solo la televisione, sai?
    Tu stessa, mi pare, non lavori in televisione.
    A meno che non pensi che quelle povere ragazze costrette dalla società a prostituirsi in TV abbiano bisogno di un tutore, ché da sole non riescono a capire cosa stanno andando a fare.

    Mi astengo invece dal replicare sulla questione secondo la quale tutto questo è un progetto per fotterci il paese, perché penso non c’entri un tubo con quello che ho detto e perché la paranoia non è un disturbo di cui soffro: come posso scegliere di non lavorare in televisione, posso pure scegliere di giocare alla playstation o leggere un libro. Con buona pace del circense.

  22. I grassetti sono inseriti casualmente dal sistema. Immagino per l’uso che avevo fatto degli asterischi. Da non tenere in considerazione, comunque.

  23. Non trovi Joe che sia piuttosto avvilente constatare che le opportunità al femminile siano concesse in prevalenza in base alla cosistenza del culo?
    Certo se il culo non ti regge o magari non ti va da darlo via, puoi sempre fare l’impiegata a mille euro al mese, qual’è il problema?
    Pari opportunità per tutti.

  24. In pratica: se io voglio lavorare in televisione e fare il lavoro di Biscardi o di Baudo o di Bongiorno, non posso. Anche se sono in gamba abbastanza da farlo, ho possibilità molto inferiori. Quindi ho due scelte: faccio l’impiegata a mille euro al mese (se va bene) e sputo sulle mie possibilità, oppure accetto qualche anno di dimenate di culo in attesa di fare qualcosa di maggior spessore.

    Noto con dispiacere che il resto dell’argomentazione non è ritenuto degno di nota. Siamo fermi a “fai la Velina, e se non vuoi fare la Velina non lavorare in televisione”: pari opportunità una bella stracippa, mi pare.

    Non sia mai che vi tolgano il vostro culo quotidiano…

  25. L’unica differenza è che la signorina della vignetta, se vuole, può anche rinuciare a “annunciare”. Un lavoro lo trova anche fuori dalla televisione. Le donne del terzo mondo e del mondo islamico hanno qualche problema in più.
    Poi se una, invece, preferisce vendere qualcosa del suo corpo, affari suoi. Senza moralismi.

  26. No, Giulia, se vuoi lavorare in televisione come giornalista o come presentatrice, lo puoi fare o non fare come qualsiasi uomo. Guarda De Filippi, Ventura, Bignardi, Armeni, Palombelli, Venier, Dandini, per esempio.

  27. Scusate, qui si parla di diritti delle donne e di discriminazione e nessuno mi avvisa? Vis, questa me la paghi.

  28. Scusate, qui si parla di condizione della donna e di discriminazioni e nessuno mi avvisa? Vis, questa me la paghi. :D

  29. @Giulia: permettimi, stai stiracchiando la realtà per far tornare i tuoi conti: pensi che io, o un uomo qualsiasi, abbia più possibilità di te di fare il lavoro di Biscardi, di Baudo o di Bongiorno? Che non a caso navigano tutti intorno ai 70 anni, chi più chi meno.
    E comunque mi piace smentirti con tre nomi a caso: Leofreddi, Ventura, e della stessa generazione di quelli che hai citato, la Carrà. Ce ne sono decine di altri, sono solo i primi che mi sono venuti in mente.
    Nessuna di queste si prostituisce, mi pare, più di quanto faccia un “potente” Vespa qualsiasi.
    Tutto ciò non fa altro che confermare che se una si vuole prostituire sul banco di Striscia (cosa che, per inciso, a parer mio non è), lo fa per scelta sua. Basta vedere quante aspiranti veline ci sono. Così come è scelta sua un Costantino che fa esattamente la stessa cosa.

    @Vis: quello che dici vale per qualsiasi pezzente, uomo o donna che sia, che va al Grande Fratello, a Amici o, appunto, a Uomini e Donne.

    E comunque, per entrambe, non ho mai sostenuto che per una donna sia facile come per un uomo trovare un qualsiasi lavoro. Ma solo che se ci sono veline, schedine, letterine, e puttanine in genere la colpa non può essere degli uomini, almeno non più di quanto non sia delle stesse donne. Poi ognuno è libero di preferire di credere quello che vuole, anche se a mio avviso fa molto alibi.

  30. Tony, temevo il tuo arrivo, a proposito avrei sempre la porta finestra del giardino che cigola, che vogliamo fare? :-))

    Rina mi pare di aver detto molto sopra che parlando di bourqa avevo volutamente calcato la mano.
    Tra l’altro con l’elenco di presentatrici che hai fatto, hai involontariamente avvallato quanto detto prima da Giulia: o sono donne di successo perchè l’anno data via ad un uomo di successo oppure perchè l’hanno data via a milioni di telespettatori sculettando per anni di fronte alle telecamere.
    Se ne se salvano due o tre, non una gran media!

    Joe è una legge di mercato, a tanta offerta di culi corrisponde una forte domanda dei medesimi.
    Ciò che diceva Giulia all’inizio, e da qui comincia la polemica, è che è preoccupante che la nostra società giri così vorticosamente intorno alle chiappe.

  31. Vis, sono solo di passaggio… tanto qui ho già visto come va a finire. Si passa dal culo della Palmas a burqa e prostituzione come se nulla fosse e via con le solite storie.
    Volevo solo esprimere solidarità al povero Joe Tempesta che, evidentemente, non vi conosce ancora… a proposito, quello che tu hai chiamato “calcare la mano” mi ricorda molto da vicino la famosa teoria del pupazzo di paglia. ;)
    Passando alle cose serie, giusto ieri ho comprato una bomboletta di Svitol per mettere a posto le porte di casa che cigolano. Se me ne avanza un po’, dopo passo da te.

  32. P.S.: a proposito di chiappe, a me mancano un po’ i wallpaper di gnocca che apparivano quotidianamente qui su MN fino a qualche giorno fa. Non si potrebbero riavere?

  33. Sampò, Leofreddi, Pivetti, De Filippi, Armeni, Palombelli, Bignardi, Gruber, D’Amico sono solo i primi nomi che mi vengono in mente di donne televisive che non si sono “mostrate” . Carrà stessa ha ballato, ma si è servita del suo corpo artisticamente come qualsiasi attore e non più.

    Ventura e Venier in gioventù forse si sono scoperte, ma quando una donna è bella può anche provare piacere a farlo e comunque non sono state costrette.
    Poche sere fa da Fazio Edwige Fenech dichiarava d’essere orgogliosa dei film da lei girati nel passato.

  34. “o sono donne di successo perchè l’anno data via ad un uomo di successo oppure perchè l’hanno data via a milioni di telespettatori sculettando per anni di fronte alle telecamere”

    Vis, via, questo stridio di unghie sui vetri è fastidioso. Mi dici per favore quando avrebbe sculettato la Bignardi? O chi avrebbe sposato la Leofreddi (che è single, per la cronaca)? Giusto la Defilippi che è moglie di Costanzo altrimenti non se la sarebbe cagata nessuno. Le altre, davvero non saprei dire.
    Se poi alludi alla Carrà o alla Cuccarini, ad esempio, davvero rimango basito e non capisco che differenza passa tra loro e Pippo Baudo, salvo che lui è più vecchio.

    Continuate, tu e Giulia, a virare verso le presunte discriminazioni alle donne, argomento su cui non sono peraltro in disaccordo. Ma io ho detto solo una cosa semplice, che finora nessuno è riuscito a confutare: che chi vuol fare la velina, lo fa sependo cosa va a fare e nonostante questo (o proprio per questo) lo fa lo stesso. Non c’è obbligo e per questo non c’è umiliazione. Se voi ce la vedete, non fate le veline.

  35. Non so se sia peggio il post o la fine verso cui sono scivolati i commenti. Non che lo scambio di piacevolezze con lo Stalker sia particolarmente dignitoso, ma continuare a leggere donne incazzate SOLO perché non sono nate strafighe e che tirano fuori a ogni piè sospinto la discriminazione come alibi è un grande stracciamento di maroni.

  36. bary. . le donne a cui ti riferisci sono molto più che “strafighe”, hanno un cervello. Ed evidentemente dà loro fastidio che sempre più spesso una chiappa venga apprezzata più di un insieme di neuroni funzionanti!

  37. Barynia, amore di zia, il tuo commento è l’apoteosi del maschilismo. La classica “chiosa” utilizzata da chiunque sia infastidito quando una donna fa un’osservazione che non sia “wow! Che mondo meraviglioso ho ai miei piedi!” La tragedia è che sei una donna: la cosa, nel bene o nel male, condividendo o meno, dovrebbe riguardarti. Invece preferisci buttare in vacca attribuendo il tutto all’invidia per “non essere nate fighe”. Ecco qual è il problema dell’umiliazione a cui si riferisce Lia: le donne si dividono in “fighe” e “non fighe”, e chi figa non è DEVE per forza essere invidiosa di chi lo è. Anche quando non è invidiosa affatto. Che tristezza.

    La Ventura faceva la valletta ed è un’ex reginetta di bellezza (e tuttora conduce con tanto di tetta in bella mostra), la Bignardi è figlia di cotanta madre (se non sbaglio: poi, che abbia dei meriti individuali non lo discuto), la Carrà ha cominciato sfoggiando tanto di ombelico (l’equivalente sixties del culo). L’unico che è riuscito a fare dell’ironia sulla necessità di spogliarsi per fare audience è stato Morandi: ma non credo avesse in mente il quotidiano, sorridente bamboleggiamento velinico. Rappresentativo, per milioni di ragazzine, dell’apoteosi del potere seduttivo. Da cui le reiterate candidature a gnocca di regime.

  38. Non so chi sia la madre di Bignardi, ma non mi risulta che sia nessuna in particolare.
    Ventura è stata reginetta di bellezza. E che significa? Se una è bella, non dovrebbe esibirlo? Ha cominciato come valletta, ma è stato solo un inizio. Avendo capacità è andata oltre, altrimenti si sarebbe fermata dove solitamente si fermano le veline.
    Come un calciatore, che se sa anche pensare, poi diventa commentatore, vedi Bulgarelli. E non trovo nulla di disdicevole se Ventura mostra un po’ di seno. Non mostriamo tutte noi donne qualcosa? Non indossiamo minigonne e un vestito scollato o un pantalone attillato?
    Quanto all’ombelico di Carrà, beh… non esageriamo con i moralismi. Altrimenti finiamo a dire che Carla Fracci danza con una calzamaglia da cui si intravedono le gambe.

  39. Giulia, la Ventura faceva la valletta e la Carrà faceva vedere l’ombelico?
    Fiorello ha iniziato nei villaggi turistici. Il vostro amato Lorenzo 2004 ha iniziato come Jovanotti-gimmie-five. Robbie Williams era un Take That. Ferrara era comunista, D’alema lanciava molotov, Rutelli si dichiarava bisex e Prodi era un democristiano presidente dell’IRI.

  40. Rina Scita: il punto è questo. Per una donna che lavora in televisione, conta meno la professionalità che la bellezza. La casistica lo prova: quante donne bruttine ci sono, in televisione? E quanti uomini di pari avvenenza? Una con il fisico di Bisteccone condurrebbe mai una trasmissione? Se la Venier non avesse quelle due giomberghe materne, condurrebbe Domenica In? Se la Ventura avesse vinto Tap Model, andrebbe in prima serata?

    Aridateme la Syusy, che tutti bersagliano perché è tappa e bruttarella. Cento Syusy per una Ventura. Subito.

    Come dice Joe Tempesta, Fiorello ha iniziato come animatore (e non come spogliarellista o Velino), Jovanotti (amato da te, forse) come scarsissimo rapper (e non spogliarellista o Velino), Robbie Williams fa adesso quello che faceva dieci anni fa, culo al vento e tutto (ed è una popstar, non una valletta Mediaset. Se vogliamo parlare di popstar, parliamo di Paola e Chiara). Rutelli bisex mi fa impressione, ma per le donne, mica per gli uomini :D

    Tutti iniziamo da qualche parte. Ma da dove?

    E soprattutto: vedete molti uomini seminudi e decorativi in televisione, a parte quel bel tomo di Vitagliano Costantino (che a me fa pure parecchio senso, fisicamente)?

    Torniamo al punto: qual è l’immagine della donna in televisione, e qual è l’immagine dell’uomo?

    Più tette e culi femminili o più culi e addominali maschili, sui canali nazionali?

    Discutiamo di come siamo viste, piuttosto che delle scelte individuali delle soubrette. O di come lo sguardo che la televisione posa su di noi influenza le scelte di vita delle donne più giovani.

  41. Scusate, volevo dire solo una cosa, per quanto possa sembrare ovvia: se una donna non è brava ma solo bella, può fare carriera lo stesso in televisione. Se invece un uomo non è bravo ma solo bello, in televisione dura tre mesi. Vista in quest’ottica, direi che sono le donne ad avere una chance in più.
    Certo, solo quelle belle; ma stiamo parlando di fare televisione, mica di vincere un premio Nobel.

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