Caserma di Bolzaneto, Italia, luglio 2001

  • TORTURATO n° 1 (italiano)
    Percosso in cella con un forte pugno allo stomaco, percosso al passaggio in corridoio con pugni, schiaffi e calci.
    Ingiuriato col ritornello “Uno, due, tre viva Pinochet e irriso facendo suonare la suoneria del cellulare con il motivo “Faccetta nera”.
    Costretto, con violenza e minacce, a dire Che Guevara, figlio di puttana”.
    Insultato con epiteti quali: “Zecca, figlio di puttana, stronzo, comunista di merda, bombarolo di merda, devi morire lurido comunista”.
    Gli sbattevano la testa contro il muro prendendolo per i capelli lunghi e lo colpivano con calci alle gambe e schiaffi.
  • TORTURATO n° 2 (italiano)
    Percosso con pugni in faccia e calci alla schiena prima di entrare in cella e poi in cella con pugni alle costole.
    Veniva ancora percosso ad opera di agenti che stringevano ancora più forte i laccetti ai polsi, lasciati ingiustificatamente mentre si trovava all’interno della cella.
  • TORTURATO n° 3 (italiano)
    Insultato in cella con sputi e epiteti del tipo: “Negro di merda, schifoso, comunista di merda”.
    Percosso in cella e nel corridoio mentre veniva portato al fotosegnalamento.
    Percosso ancora in infermeria con un pugno allo stomaco.
  • TORTURATO n° 4 (italiano)
    Percosso nel cortile all’ingresso con calci e insultato ripetutamente.
    Percosso durante i passaggi nel corridoio con calci e pugni e sgambetti.
    Percosso in cella dove riceveva un calcio ai testicoli, pugni alla schiena, ai reni e calci ai fianchi.
    Ingiuriato in cella con epiteti del tipo “comunista e frocio”.
  • TORTURATO n° 5 (italiano)
    Gli hanno afferrato le dita della mano sinistra e poi tirate violentemente in senso opposto in modo da divaricarle. Lesioni riportate: ferita lacero contusa di 5 cm. tra il terzo e quarto raggio della mano sinistra.
    Minacciato: “Se non stai zitto, ti diamo le altre” mentre gridava per il dolore in seguito alla mancata anestesia durante la sutura della lacerazione “da strappo” alla mano.
  • TORTURATA n° 6 (italiana)
    Insultata in cella con epiteti del tipo “zecche”, “Ne abbiamo ucciso uno ma ne dovevamo uccidere 100”, nonché con epiteti e ritornelli come “Uno, due, tre viva Pinochet.
    Ripetutamente percossa con calci e insultata nel corridoio della scuola Diaz.


Torture a Genova

  • TORTURATA n° 7 (italiana)
    Ingiuriata e minacciata: “Comunisti di merda, puttane e zecche”, “entreremo nella cella e dipingeremo i muri con nostri manganelli dello stesso colore della vostra bandiera”, “siete delle bocchinare e puzzate, sporche bastarde”.
    Alla sua richiesta di andare in bagno e di cambiare l’assorbente, le veniva gettata della carta appallottolata sul pavimento, attraverso le sbarre.
    Costretta a sostituirsi l’assorbente in cella con pezzi di vestiti alla presenza di altre persone, anche di sesso maschile.
  • TORTURATO n° 8 (italiano)
    Percosso con uno schiaffo sul volto, riportava lesioni personali con sanguinamento dal naso.
    Percosso sul collo a mano aperta.
    Costretto con botte in faccia e sul collo – in conseguenza delle quali riportava un ematoma – a pronunciare frasi contro il comunismo e inneggianti al fascismo e a gridare
    Che Guevara figlio di puttana”.
  • TORTURATO n° 9 (italiano)
    Minorenne, percosso nell’atrio con forte pugno sullo sterno.
    Percosso in cella con calci alle gambe e pugni sui reni.
    Ingiuriato con epiteti del tipo “Minorato, non minorenne”, “Comunisti di merda”.
    Costretto ad intonare il ritornello “Uno, due tre, viva Pinochet, quattro, cinque, sei a morte tutti gli ebrei”, “Non vi scorderete della Polizia Penitenziaria.
    Percosso ancora in cella con un colpo secco a mano aperta sul rene destro e in prossimità del ginocchio destro.
  • TORTURATO n° 10 (italiano)
    Percosso con calci e spinte quando transitava nel corridoio.
    Percosso in cella: spinto a terra e, quindi, colpito da un calcio in faccia.
    Ripetutamente insultato: “Bombaroli di merda”, “Tranquilli ora arriva Bertinotti e vi salva lui”.
    Ripetutamente percosso nella cella. In particolare, tramite le sbarre, veniva colpito da agente che lo faceva. E’ svenuto in conseguenza delle percosse.
  • TORTURATO n° 11 (italiano)
    Percosso con calci e pugni alla schiena e insultato.
    Costretto a stare coricato a terra prono con gambe e braccia divaricate e testa contro il muro.
    Ingiuriato con frasi, ritornelli ed epiteti tipo “comunisti di merda”, “vi ammazzeremo tutti”.
    Percosso al passaggio nel corridoio e insultato anche con sputi.
    Costretto a stare a carponi da un agente che gli ordinava di abbaiare come un cane, e di dire “Viva la Polizia Italiana.
  • TORTURATO n° 12 (straniero)
    Costretto a rimanere in piedi, con le braccia alzate oppure dietro alla schiena, le gambe divaricate e la testa contro il muro, o seduto a terra ma con la faccia rivolta verso il muro.
  • TORTURATO n° 13 (straniero)
    Colpito da malore in seguito al getto nella cella di gas urticante-asfissiante.
    Percosso nel corridoio con calci alle gambe da due ali di agenti mentre veniva trasportato dalla scuola Diaz.
  • TORTURATA n° 14 (italiana)
    Minacciata mentre veniva trasportata dalla scuola Diaz: “Alla Diaz dovevano fucilarvi tutti”.
  • TORTURATO n° 15 (italiano)
    Percosso in cella: gli facevano sbattere la testa contro la grata della finestra.
    Lo costringevano a denudarsi e fare flessioni per almeno dieci volte, percuotendolo con il manganello sulle gambe e procurandogli lesioni.
    Ingiuriato e minacciato con la frase “Sei un servo, il servo dei servi”, “Ti piace il manganello, vuoi provarne uno nuovo?”.
    Colpito al polpaccio mentre veniva ingiuriato tramite ritornelli o canzoni d’ispirazione fascista: “Faccetta nera”, “Uno due tre viva Pinochet.
    Subiva percosse al suo passaggio in corridoio e veniva insultato con gli epiteti “Zecca, merda”.
  • TORTURATO n° 16 (straniero)
    Percosso in cella con calci alle gambe e pugni alla schiena.
    Gli veniva premuta con forza la fronte contro il muro nonostante fosse ferita.
  • TORTURATO n° 17 (italiano)
    Costretto, in infermeria, a toccarsi i piedi con le mani durante la perquisizione e le flessioni.
    Percosso con calci alle gambe quando non riusciva a toccarsi i piedi con le mani.
  • TORTURATO n° 18 (italiano)
    Colpito con violenza alla testa nell’atrio.
    Ingiuriato: “Dove cazzo credi di essere figlio di puttana? abbassa la testa non guardare”.
    Ingiuriato nell’atrio e in cella con sputi, epiteti del tipo “Bastardi, zecche di merda, comunisti di merda”.
    Minacciato di morte con frasi del tipo “Vi diamo fuoco; siete delle zecche e dei parassiti”.
    Ingiuriato con ritornelli e canzoni di ispirazione fascista, irriso facendogli ascoltare la suoneria di cellulare con il motivo di “Faccetta nera”.
    Percosso in cella con manganellate alla schiena.
  • TORTURATO n° 19 (straniero)
    Ripetutamente percosso da due ali di agenti quando transitava nel corridoio.
    Persosso in cella quando tentava di sedersi perché stanco.
    Costretto contro la sua volontà, con violenza, percosse e minacce a firmare gli atti relativi all’arresto.
  • TORTURATO n° 20 (italiano)
    Costretto a subire l’esalazione di gas asfissianti-urticanti.
    Minacciato con l’aggravante dell’uso di un’arma ad opera di agenti che sostavano all’esterno della struttura, in prossimità della finestra.
    Minacciato di morte, ha sentito premere a vuoto il grilletto della pistola contro la propria nuca.
  • TORTURATA n° 21 (italiana)
    Percossa nel corridoio durante l’accompagnamento ai bagni.
    Le torcevano il braccio dietro la schiena e la colpivano con schiaffi e calci.
    Insultata con epiteti rivolti a lei e alle altre donne presenti in cella: “Troie, ebree, puttane”.
    Ingiuriata con sputi al suo passaggio in corridoio.
    Minacciata di percosse e di essere stuprata con il manganello.
    Costretta a rimanere numerose ore in piedi senza ragione plausibile.
  • TORTURATO n° 22 (italiano)
    Ferito per una frattura al piede destro in conseguenza delle percosse subite durante l’arresto.
    Subiva percosse nel corridoio e le seguenti ingiurie: “Bastardi rossi”, “siete peggio della merda”.
    Percosso anche in cella con l’uso del manganello fino allo
    svenimento.
    In conseguenza delle percosse gli veniva provocata la frattura ad una costola del torace.
    Veniva ancora percosso e minacciato da un agente che gli pestava un piede dicendogli “Ora ti rompiamo anche l’altro”.
    Subiva ingiurie a sfondo politico attraverso l’ascolto forzato della suoneria di cellulare riproducente il motivo “Faccetta nera” ed epiteti del tipo “Bastardi”, “Comunisti di merda”.
  • TORTURATO n° 23 (italiano)
    Percosso nel corridoio con calci e pugni, riportando lesioni consistite nel sanguinamento al naso (già leso a seguito di un pugno ricevuto nel momento dell’arresto) e ad un ematoma al polpaccio destro.
    Ingiuriato nel corridoio con frasi come “Bastardi comunisti, é ora che impariate”.
    Percosso con calci nella cella da agenti che gli facevano sbattere la testa contro il muro.
    Percosso con schiaffi e calci quando veniva fatto sostare nel corridoio in attesa della visita medica.
    Costretto a tenere le gambe molto divaricate (in tale fase sveniva e veniva messo sotto flebo in infermeria).
  • TORTURATO n° 24 (italiano)
    Percosso in cella con calci e pugni e ingiuriato con epiteti del tipo “Rossi, bastardi, provate a chiamare Che Guevara che vi viene a salvare”.
    Subiva percosse nel corridoio ad opera di due ali di agenti.
    Ingiuriato e percosso in cella con ritornelli di ispirazione fascista e suoneria riproducente il motivo “Faccetta nera”.
  • TORTURATO n° 25 (italiano)
    Colpito in più occasioni con colpi, schiaffi, percosse con il managanello e un calcio al fianco sinistro, riportando ecchimosi alle gambe, braccia e spalle e lesioni al polpaccio destro.
    Costretto con violenza e minaccie a gridare “Viva la polizia, viva il Duce”.
    Ingiuriato nel corridoio da agenti che si vantavano di essere nazisti e dicevano di provare piacere a picchiare “un omosessuale, comunista, merdoso” come lui.
    Gli rivolgevano epiteti del tipo “Frocio ed ebreo”, “Bastardo”.
    Percosso fuori dall’infermeria con strizzate ai testicoli e colpi al piede.
    Calpestato volontariamente sul piede, nonostante anni addietro avesse informato di un trapianto osseo.
  • TORTURATA n° 26 (straniera)
    Proveniente dalla scuola Diaz, costretta con minacce a girare su se stessa dieci volte e anche più.
    Negato il diritto di avvisare familiari e parenti.
    Negato il diritto che venisse data comunicazione all’ambasciata o al
    consolato del paese di appartenenza del suo stato di detenzione e dell’ingresso in carcere.
  • TORTURATO n° 27 (straniero)
    Costretto a subire con violenza e contro la sua volontà il taglio di tre ciocche di capelli.
    Costretto contro la sua volontà, con violenza, percosse e minacce a firmare gli atti relativi all’arresto.
    Costretto a fare il saluto romano e a pronunciare ed ascoltare le seuguenti frasi: “Viva il Duce!”, “Viva la Polizia Penitenziaria!”.
  • TORTURATO n° 28 (italiano)
    Percosso nel corridoio e più volte in cella con un calcio alla gamba.
    Nell’atrio subiva lesioni con una manganellata al polpaccio sinistro.
    Percosso nel corridoio e ingiuriato con epiteti del tipo “Zecche di merda”, “Comunisti di merda”, e costretto ad intonare ritornelli di ispirazione fascista: “Uno, due, tre viva Pinochet.
  • TORTURATO n° 29 (italiano)
    Percosso con un colpo di manganello all’ingresso della caserma,mentre gli intimavano di non appoggiare la testa sanguinante contro il muro, per evitare di sporcarlo.
    Colpito con un pugno e uno schiaffo al momento dell’arrivo in cella.
    Percosso alla caviglia dolorante e con un colpo dietro alle ginocchia da due diversi agenti mentre sostava nel corridoio.
  • TORTURATA n° 30 (italiana)
    Percossa con strattoni nel corridoio durante l’accompagnamento all’ufficio del fotosegnalamento.
    Insultata in cella e ai passaggi nel corridoio con minacce a sfondo sessuale del tipo “Troie, dovete fare pompini a tutti”, “Vi facciamo il culo, vi portiamo fuori nel furgone e vi stupriamo”, nonché a sfondo politico come “Comunisti zecche” e con l’ascolto forzato della suoneria del cellulare con il motivo “Faccetta nera”.
    Costretta a rimanere numerose ore in piedi senza ragione plausibile.
  • TORTURATO n° 31 (italiano)
    Percosso con manate al torace e alla testa, testate contro il muro, calci sui testicoli.
    Ingiuriato con epiteti quali “Comunisti di merda, froci! Perché non chiamate Bertinotti e Manu Chao e ritornelli di ispirazione fascista come “Uno due tre, viva Pinochet.
    Costretto in cella a raccogliere i propri documenti d’identità che alcuni agenti avevano con disprezzo buttato per terra.
    Un agente lo prendeva per un orecchio e lo faceva chinare a forza a terra, costringendolo a raccogliere la spazzatura mentre era sottoposto alla visita medica.
  • TORTURATO n° 32 (italiano)
    Percosso con schiaffi, pugni e calci.
    Insultato con sputi e filastrocche del tipo “Uno, due, tre, viva Pinochet, con la suoneria del cellulare riproducente il motivo di “Faccetta nera” e col coro “Uno di meno, siete uno di meno!”, riferito alla morte di Carlo Giuliani.
    Costretto a subire l’esalazione del gas asfissiante-urticante.
  • TORTURATA n° 33 (italiana)
    Costretta a camminare lungo il corridoio con la faccia abbassata e le mani sulla testa.
    Colpita con calci, derisa e minacciata.
  • TORTURATO n° 34 (italiano)
    Percosso con calci e pugni e costretto, con violenza e minaccia, a gridare “Viva il Duce, eia, eia, alalà!”.
    Gli venivano cagionate lesioni personali, con una ustione al polso destro provocata da una sigaretta.
    Costretto a fare il saluto romano e a dire ed ascoltare frasi come: “Viva il Duce!”, “Viva la Polizia Penitenziaria”.
  • TORTURATO n° 35 (straniero)
    Mancato ricovero in ospedale nonostante la gravità delle lesioni subite, tra le quali un ematoma testicolare.
  • TORTURATA n° 36 (italiana)
    Costretta a rimanere numerose ore in piedi senza plausibile ragione, con il volto rivolto verso il muro della cella con le braccia alzate oppure dietro la schiena, con le gambe
    divaricate, o in altre posizioni non giustificate.
  • TORTURATO n° 37 (italiano)
    Percosso con pugni, calci, manganellate, pugni al costato e schiaffi alla testa.
    Gli fanno prendere testate contro il muro.
    Viene insultato con sputi.
  • TORTURATO n° 38 (straniero)
    Insultato con: “Abile arruolato”, “Pronti per la gabbia”, “benzinaio”, “Accoltellatori… voi dei centri sociali”.
    Offeso, mentre era nudo, rivolgendogli domande sulla sua vita sentimentale e sessuale.
    Costretto a spogliarsi nudo e a sollevare il pene mostrandolo agli agenti seduti alla scrivania.
    Costretto con la minaccia di percosse con la cintura presa ad altro detenuto a fare giravolte sul pavimento.
    Proveniente dalla scuola Diaz, pPercosso e ingiuriato con sgambetti e sputi da due ali di agenti mentre transitava nel corridoio.
  • TORTURATO n° 39 (italiano)
    Percosso con spintoni, calci, pugni e manganellate.
    Riporta lesioni sotto la pianta del piede dove veniva colpito con colpo di manganello utilizzato dalla parte dell’impugnatura.
    Ingiuriato con frasi e riferimenti di tipo politico.
    Costretto con percosse a gridare: Che Guevara bastardo”.
  • TORTURATA n° 40 (straniera)
    Le urlavano l’epiteto di “Bastardi”, rivolto a lei e a agli altri suoi compagni di detenzione.
    Proveniente dalla scuola diaz, ingiuriata con “Merda”, “Blak bloc” da due ali di agenti mentre transitava nel corridoio.
  • TORTURATO n° 41 (straniero)
    Costretto ad accucciarsi a quattro zampe come un cane e percosso con calci nel sedere.
  • TORTURATA n° 42 (straniera)
    Minacciata col manganello contro la bocca ferita da manganellate ricevuta presso la scuola Diaz, con la cantilena: “Manganello, manganello!”.
    Derisa per la paura dimostrata.
    Ripetutamente ingiuriata con epiteti del tipo: “Bastardi!”.
    Proveniente dalla scuola Diaz.
  • TORTURATO n° 43 (straniero)
    Percosso ripetutamente con pugni e calci, riportava lesioni consistenti nelle fratture alle costole.
    Costretto a firmare contro la sua volontà gli atti relativi al suo arresto.
    Costretto, con violenza e minaccia, a gridare frasi come “Viva il Duce!”, “Viva la Polizia Penitenziaria”.
  • TORTURATO n° 44 (straniero)
    Percosso in cella con sberle alla testa, alla schiena e calci alle gambe.
    Percosso ancora con un colpo alle costole mentre transitava nel corridoio tra due ali di agenti.
  • TORTURATO n° 45 (straniero)
    Percosso in cella con sberle alla testa e facendogli prendere testate contro il muro.
    Costretto, con violenza, ad abbassarsi a terra mentre gli urlavano nelle orecchie l’espressione “Viva il Duce!”.
    Percosso con un colpo alle costole mentre transitava nel corridoio.
  • TORTURATA n° 46 (italiana)
    Costretta a rimanere nell’infermeria nuda oltre il tempo necessario per l’espletamento della visita medica, in presenza di uomini.
    Costretta ad essere osservata nelle parti intime.
    Riporta malore in seguito al getto nella cella di gas urticante-asfissiante.
    Costretta a rimanere numerose ore in piedi senza ragione plausibile.
  • TORTURATO n° 47 (straniero)
    Percosso nel corridoio con calci e pugni.
    Pecosso nell’infermeria mentre veniva perquisito.
    Sottoposto a visita medica con un pugno al torace.
    In conseguenza delle percosse riportava la frattura della costola destra.
    Percosso, ingiuriato e minacciato in bagno da due agenti che lo costringevano a mettersi davanti al wc, gli dicevano “Orina, finocchio!” e minacciavano di violentarlo con un manganello.
    Con lo stesso manganello lo percuotevano all’interno delle cosce procurandogli ematomi.
    Lo percuotevano ancora con pugni alla testa e alle spalle.
  • TORTURATO n° 48 (italiano)
    Insultato durante la visita medica.
    Costretto a stare con la faccia al muro, minacciato e costretto a non guardare in faccia i medici perché era un “Pezzo di merda”.
    Percosso nel corridoio con pugni e tirate d’orecchie.
    Ingiuriato con epiteti del tipo “Merda, fai schifo!” e con sputi.
    Minacciato: “La notte è lunga, questo è solo l’inizio!”.
    Percosso con colpi ripetuti dati con la mano aperta protetta da guanti.
    Percosso ancora dopo essere stato costretto a spogliarsi completamente.
    Minacciato: “Sei stanco? prova a tirare giù le mani che te le spezziamo”.
  • TORTURATO n° 49 (italiano)
    Costretto a marciare nel corridoio della caserma e ad alzare il braccio destro in segno di saluto fascista.
    Percosso da agenti in cella con calci alle ginocchia e allo stomaco, schiaffi in faccia, ingiuriato con sputi in bocca.
    Costretto con minaccia a inneggiare al fascismo urlando “Viva il Duce!”.
    Colpito con un calcio alla schiena mentre transitava lungo il corridoio per essere ricondotto in cella dopo il fotosegnalamento.
  • TORTURATA n° 50 (italiana)
    Costretta, nell’infermeria, a rimanere nuda in presenza di uomini.
    Osservata nelle parti intime e costretta a girare più volte su se stessa.
    Percossa al passaggio nel corridoio con spinte e sgambetti.
    Minacciata da un agente con la frase: “Questa è mia! Questa me la porto via io, ci penso io”.
  • TORTURATO n° 51 (italiano)
    Costretto con uno schiaffo e torcendogli la testa a dire a voce alta: “Buonasera lor signori!” agli agenti entrati in cella.
  • TORTURATO n° 52 (italiano)
    Percosso con due cazzotti prima di entrare in cella.
    Costretto a mettersi in ginocchio al centro della cella, ripetutamente percosso e minacciato con la frase “Non ti preoccupare, te la facciamo noi la festa””, in considerazione del fatto che era il giorno del suo compleanno.
    Colpito con pugni, calci e colpi con il manganello.
    Ingiuriato con epiteti e canzoncine varie a sfondo politico.
  • TORTURATA n° 53 (italiana)
    Percossa nel corridoio con calci.
    Subiva l’esalazione di gas urticante.
    Veniva ingiuriata con epiteti rivolti anche ad altre donne, del tipo “Puttane, troie”.
  • TORTURATO n° 54 (italiano)
    Percosso e ingiuriato.
    Minacciato con frasi del tipo “Adesso a questi gli facciamo sputare il sangue”.
  • TORTURATO n° 55 (italiano)
    Percosso prima di entrare nella cella con pugni in faccia e due calci alla schiena.
    Colpito in cella con un pugno allo stomaco.
    Costretto, con violenza e minaccia, a urlare “Viva il Duce!”.
    Percosso in più occasioni mentre transitava nel corridoio, anche con una ginocchiata allo stomaco.
  • TORTURATO n° 56 (straniero)
    Costretto contro la sua volontà, con violenza, percosse e minacce a firmare gli atti relativi all’arresto.
    Ripetutamente percosso da due ali di agenti quando transitava nel corridoio e in cella, quando tentava di sedersi perché stanco.
  • TORTURATA n° 57 (straniera)
    Rimasta nuda nell’infermeria anche alla presenza di personale non sanitario per un tempo prolungato oltre il necessario.
    Minacciata e costretta a girare più volte su se stessa.
    Mancato ricovero in ospedale nonostante la gravità delle lesioni subite, tra cui una frattura scomposta del 3 – 4 distale ulna sinistra.
    Proveniente dalla scuola diaz.
  • TORTURATA n° 58 (italiana)
    Costretta a camminare lungo il corridoio con la faccia abbassata e le mani sulla testa.
    Colpita con calci, derisa e minacciata.
  • TORTURATO n° 59 (italiano)
    Percosso fino allo svenimento mentre stava in ginocchio con la testa appoggiata contro il muro.
    Percosso ripetutamente, anche con un forte colpo alla schiena, da un agente nella cella.
  • TORTURATA n° 60 (italiana)
    Accompagnata dalla cella al bagno, costretta a camminare lungo il corridoio con la testa abbassata e le mani sulla testa.
    Colpita da altri agenti con calci, derisa e minacciata.
    Costretta con violenza e minacce a chinare la testa all’interno della turca.
    Insultata con: “Puttana”, “Troia” e costretta a subire frasi ingiuriose con riferimenti sessuali del tipo “Che bel culo!”, “Ti piace il manganello?”.
    Costretta a fare il saluto romano e a dire: “Viva il Duce!”, “Viva la Polizia Penitenziaria”.
  • TORTURATO n° 61 (italiano)
    Colpito alla schiena con un manganello, riportava ecchimosi ed ematoma.
    Percosso da un agente che gli afferra il braccio già dolorante e glielo torce violentemente.
    Offeso dicendogli “Sei senza dignità” ed in altra circostanza sputandogli addosso.
    Percosso in cella con pugni e calci alle ginocchia da agenti in borghese che indossavano guanti neri.
  • TORTURATO n° 62 (straniero)
    Percosso con un colpo allo stomaco e con il manganello.
    Ingiuriato con frasi del tipo: “Siete delle merde, stronzi, comunisti”, “Heil Hitler!” e con la canzoncina su Pinochet.
    Costretto, con minaccia, a gridare in tedesco Che Guevara stronzo!”.
  • TORTURATO n° 63 (italiano)
    Percosso con un colpo alla schiena, schiaffi e botte varie.
    In una stanza veniva costretto a denudarsi, a mettersi in posizione fetale e, da questa posizione, a fare una trentina di salti mentre due agenti lo colpivano con schiaffi.
    Costretto a subire l’esalazione del gas urticante e ingiurie: “Stronzo, rubi i soldi”.
  • TORTURATO n° 64 (italiano)
    Ripetutamente ingiuriato in cella e nel corridoio con epiteti del tipo “Bastardi”, “Pezzi di merda”, “Comunista di merda”.
    Costretto ad intonare il ritornello riferito a Pinochet, e ad ascoltare la suoneria del cellulare riproducente il motivo “Faccetta nera”.
    Percosso in cella, quando contravveniva all’ordine di stare in piedi contro il muro, con calci al costato e sulle dita e con uno stivale anfibio sul collo per bloccarlo a terra.
    Percosso con pugni, calci, spinte, tirate di capelli.
  • TORTURATO n° 65 (italiano)
    Percosso ripetutamente con schiaffi, costretto a dire: “Sono una merda”.
    Costretto a firmare i verbali relativi al suo arresto.
    Costretto a subire lo spruzzo di gas urticante agli occhi, con conseguenti lesioni aggravate.
    Condotto alle docce per la decontaminazione, viene percosso con il manganello.
  • TORTURATO n° 66 (italiano)
    Percosso nel corridoio da un agente che gli ordinava di raccogliere oggetti per terra senza piegare le ginocchia e tenendo le punte dei piedi contro il muro.
  • TORTURATO n° 67 (straniero)
    Ingiuriato in cella con epiteti e ritornelli di ispirazione fascista: “Heil Hitler!”, “Viva il Duce!”, “Bastardi”, “Uno, due, tre, viva Pinochet…”.
    Percosso nel corridoio da due ali di agenti.
    Nella cella veniva costretto ad accucciarsi a quattro zampe come un cane mentre lo percuotevano con calci nel sedere.
    Percosso alle testa, ai genitali e alle gambe.
  • TORTURATO n° 68 (straniero)
    Percosso con schiaffi alla nuca e ingiuriato con epiteti vari da due ali di agenti mentre transitava nel corridoio.
    Proveniente dalla scuola Diaz.
  • TORTURATO n° 69 (italiano)
    Ingiuriato in cella con epiteti e ritornelli di ispirazione fascista: “Viva il Duce!”, “Un, due, tre, viva Pinochet…”.
    Minacciato con espressioni del tipo: “Vi ricorderete della Polizia Penitenziaria, “Senti che schifo questi froci, come puzzano!”.
    Percosso nella cella da un agente con un colpo secco a mano aperta sul rene destro e in prossimità del ginocchio destro.
  • TORTURATO n° 70 (italiano)
    Percosso ripetutamente nella cella e mentre transitava nel corridoio con calci e pugni dietro alla schiena e con il manganello.
    Costretto, con violenza e minacce a dire frasi del tipo “Viva il Duce!”, “Viva il corpo di Polizia Penitenziaria!”.
    Offeso durante la visita medica: “Dove vai concio così? Fai schifo!”, “Ecco il popolo di Seattle!”.
  • TORTURATO n° 71 (italiano)
    Percosso in cella con pugni alla schiena.
    Minacciato con la frase che l’avrebbe pagata perché era stato ucciso un carabiniere.
    Ingiuriato con frasi inneggianti il fascismo quali “Viva il Duce!”.
  • TORTURATO n° 72 (straniero)
    Percosso con sgambetti e calci nel sedere.
    Ingiuriato da due ali di agenti mentre transitava nel corridoio.
    Proveniente dalla scuola Diaz.
  • TORTURATO n° 73 (straniero)
    Dichiarato “codice rosso” e conseguentemente ricoverato in ospedale.
    Affetto da trauma addominale, midriasi, midriasi pupillare e lipotimia.
  • TORTURATO n° 74 (straniero)
    Minorenne, ripetutamente percosso con pugni.
    Costretto ad eseguire flessioni nudo con un agente che lo teneva per i capelli e lo spingeva su e giù.
    Ingiuriato con epiteti e ritornelli di ispirazione fascista: “Uno, due, tre, viva Pinochet…”, Mussolini, olé!”.
    Percosso al passaggio nel corridoio da due ali di agenti.
  • TORTURATO n° 75 (straniero)
    Percosso mentre transitava nel corridoio e in sala medica durante la perquisizione e la visita.
    Ricevuto l’ordine di rimanere in ginocchio, veniva costretto con violenza a subire il taglio di un codino.
  • TORTURATA n° 76 (italiana)
    Mancata assistenza medica.
    Vomita nella cella: le viene gettato uno Sottex e ordinato di pulire.
    Costretta a fare il saluto romano e a dire ed ascoltare frasi come: “Viva il Duce!”, “Viva la Polizia Penitenziaria!”.
    Minacciata ed ingiuriata con frasi ed epiteti del tipo “Non uscirete vivi da qui, bastardi, comunisti di merda!” e “Entro stasera vi scoperemo tutte!”
    Percossa da parte di agenti al suo passaggio nel corridoio.
  • TORTURATO n° 77 (italiano)
    Percosso e ingiuriato in cella.
    Colpito da un agente che gli faceva ripetutamente sbattere la testa contro il muro.
    Colpito con pugni alle costole e un calcio nel sedere, gli urlavano “Ora avrete ciò che vi meritate, assassini!”.
    Percosso da parte di agenti al suo passaggio nel corridoio.
  • TORTURATO n° 78 (italiano)
    Percosso da parte di agenti al suo passaggio nel corridoio.
    Percosso in bagno con calci nella schiena mentre orinava.
  • TORTURATO n° 79 (italiano)
    Percosso con un forte pugno al fianco sinistro mentre si chinava a terra per raccogliere il sacchetto di ghiaccio sintetico che teneva sulla fronte ferita.
    Percosso da parte di agenti al suo passaggio nel corridoio.
  • TORTURATO n° 80 (italiano)
    Percosso ripetutamente in cella con calci, manganellate ai fianchi e schiaffi alla testa.
    Costretto con minacce ad urlare “Viva il Duce!” e “viva la Polizia Penitenziaria!”.
    Ingiuriato con ripetute frasi quali “Sei un gay o un comunista?”.
    Scottato con accendino.
  • TORTURATA n° 81 (straniera)
    Subiva minacce anche a sfondo sessuale da persone che stavano all’esterno: “Entro stasera vi scoperemo tutte!”.
    Percossa da parte di agenti al suo passaggio nel corridoio.
    Colpita con violenza con una manata sulla nuca.
    Costretta contro la propria volontà a firmare i verbali relativi al suo arresto mostrandole le foto dei suoi figli, prospettandole che se non avesse firmato non li avrebbe rivisti.
  • TORTURATO n° 82 (straniero)
    Percosso con calci, sgambetti e colpi vari.
    Inguirato e percosso da due ali di agenti al suo passaggio nel corridoio.
    Proveniente dalla scuola Diaz.
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50 Commenti

  1. Questo è servizio pubblico. Complimenti.
    Non c’è limite alla vergogna, invece, per questa infame polizia italiana. Non è polizia: sono squadracce fasciste.

    Mi sovviene di un tizio, professore universitario in pensione. Lo incontrai per lavoro, e invece mi investì con un mare di racconti, di quando era fascista repubblichino.
    Alla fine ci tenne a mostrarmi un cimelio: la tessera della RSI, originale. E disse: quando la mostro alla polizia, mi dicono sempre vada, vada, sorridendo, anche se commetto delle infrazioni.
    Vergogna, vergogna, vergogna.

  2. E’ bene ricordare,
    mantenere viva la memoria
    per non stupirci nemmeno troppo di fronte alle cronace di Abu Grahib
    per dissentire
    e chiedere giustizia anche in questo paese di legge fatte su misura!

  3. All’epoca, prima che si sapesse quello che succedeva a Bolzaneto, ero seduto al bar e commentavo ad alta voce le gesta delle forze dell’ordine. Di colpo, dal tavolino affianco, si alza un tipo biondo, magro e muscoloso e mi fa: “Scusa, ma non ho potuto fare a meno di sentire. Sono un ispettore di polizia.” Mentre già sto componendo il numero del mio avvocato, lui continua: “Hai ragione tu. Mi vergogno per quello che successo oggi al g8”. Ci lasciò tutti a bocca aperta, e ancora oggi non me ne faccio capace.

  4. 1) Esilarante il dettaglio della suoneria di “Faccetta Nera”

    2) Leggendo le descrizioni di quello che facevano e dicevano alle ragazze, mi è venuto duro. Quando fanno il film, così mi tiro una bella sega?

  5. Neri,
    ci racconti pure come erano vestiti i no global, ci descriva le loro armature, la lancia, lo scudo e l’elmo e poi…. quanto a quelle “parolacce” e a quelle canzoni,… che orrore…., ci dica come dovevano reagire agli assalti le forze dell’ordine. Forse dovevano rispondere con un fiore.
    Sporche guerre e sporchi combattimenti, noi lasciamoli fare agli altri e con i nostri commenti agiamo pure lateralmente, che così non ci sporchiamo le mani.

  6. Beh, leggendo il signor Virgilio mi sono convinto.
    Ai no global che avanzavano con scudi e caschi era giusto rispondere con pugni, percosse e sberleffi una volta arrestati. Ed era giusto farlo anche con i loro amici e con le loro amiche.
    Non mi soffermo nemmeno su come sia giusto rispondere ai terroristi che ci fanno saltare in aria, e ai loro amici e a quelli che condividono la loro religione.
    Insomma, di cosa stiamo parlando? Forza signor Virgilio, scendiamo in campo, sporchiamoci le mani. E facciamogli saltare il culo a questi stronzi, e scopiamocele le loro donne.
    Così si fa. Così fanno loro.
    Che differenza c’è, in fondo. Non avremo mica sprecato gli ultimi secoli per poi diventare debosciati Stati democratici?

  7. Achille,
    tu hai un debolezza: il tuo tallone. Nella specie la tua debolezza prende la forma del relativismo.
    Ma tranquillo… ne è malata tutta la nostra società, anche se tu con quel nome e con quel tallone ne sei l’emblema.

  8. Virgilio, evidentemente non ci arrivi, per cui te lo spiego io: non si prende uno a caso e lo si picchia perché qualcun altro ti sta antipatico, o è brutto e cattivo.

  9. Un bel post, ma inutile. Purtroppo. Leggendo alcuni commenti sembra di sentire certi mariti che hanno l’amante della moglie in casa ma guai a dargli del cornuto. Comunque un gran bel post. Poi Virgilio avrà certamente cura di spiegarci che cazzo c’entra il relativismo con quello che c’è scritto.

  10. No, è che Virgilio non ha capito una cosa : gli abusi e le violenze ( da accertare ) sarebbero state commessi DOPO l’arresto: in caserma o in cella…a freddo
    si capisce la differenza, Virgilio?
    oppure no, va bene lo stesso?
    e allora andiamo oltre
    diciamo che ci sono delle persone che POTREBBERO fare violenza e arrestiamoli e picchiamoli preventivamente
    o vogliamo essere accusati di vigliaccheria?
    di diserzione davanti a questa grave minaccia?
    che diamine, c’è un emergenza, no?

  11. E’ sempre sorprendente vedere quanti vigliacchi godono della violenza altrui.
    Si torna indfietro, aumenta la tolleranza petr la tortura, si sposta il limite un po’ più in la..

    Virgilio: “malata”, “relativismo”?
    Cioè, aborrire la tortura ed invocare il rispetto della legge sarebbe “relativismo” (di che tipo?), compiacersi della violenza contro chi ci sta sulle balle, e contro chi si trovava nella stessa città di chi ci sta sulle balle, cos’è?

    Un piccolo consiglio: “Noi della Diaz”, di Lorenzo Guadagnucci, giornalista del Resto del Carlino (di destra).

    Poi, chissà perché, prevale quasi sempre l’atteggiamento da ultrà, “noi e loro”, o di qua o di la, ognuno a sventolare la sua sciarpa.
    Chissà perché, sono passate sotto silenzio tutte le iniziative post-genova onrganizzate da associazioni, movimenti, assieme a rappresentanti di forze dell’ordine e sindacalisti di polizia. Mentre nell’immaginario restano solo il poliziotto fascista e/o il teppista.
    Intanto i responsabili fanno carriera.

  12. io ho un collega che ha fatto la sua prima manifestazione a genova. non è un ragazzino e non ha mai fatto nulla. è stato a bolzaneto ed ora va avanti ad antidepressivi ed è tornato a vivere con i genitori. non ha mai raccontato nulla. ce ne sono mille di racconti così e chiedere di sapere le fonti per alcuni di questi racconti sa di paraocchi

  13. “(…)tratte dall’avviso di chiusura indagini e raccolte dal Comitato verità e giustizia per Genova (www.veritagiustizia.it)”

    trovato qui:
    http://www.filiarmonici.org/genova-2001-bolzaneto.html
    o qui (in pdf):
    http://www.veritagiustizia.it/docs/bolzaneto_pett.pdf

    Per essere casi palesi di falsa testimonianza, sono un pò tanti: hanno ordito bene il complotto, ‘sti no-global !
    E deve essere un complotto, perchè non è successo niente a Genova, a parte la barbara opera di distruzione di una città da parte di decine di migliaia di delinquenti da zero ad ottant’anni…

  14. Troppo tosti ‘sti poliziotti descritti.
    Rendono onore al loro paese!
    Ma la colpa è della società. (si dice sempre così).

  15. Rimango perplesso ogni volta che scopro quante persone ancora non sono a conoscenza di cio` che e` successo a Genova durante il G8 Del 2001.
    Da allora ogni anno partecipo con altre persone a mantenere viva la memoria di quei giorni esaltanti da un verso e allucinanti da un altro.
    Ogni anno siamo sempre meno e sempre piu` isolati. Questo potrebbe far pensare che piu` passa il tempo e piu` il livello di conoscenza di quei fatti e` patrimonio di tutti. Purtroppo accade il contrario. Le brutalita` commesse dai reparti di polizia, carabinieri, guardia di finanza, eseguite su ordini precisi passano lentamente nel dimenticatoio, pronte a ripetersi alla prima occasione. Eppure io conosco alcune persone che per le fratture riportate durante la mattanza alla Diaz/Pascoli, si stanno sottoponendo ancora oggi ad interventi chirurgici di ricostruzione. Conosco persone che ancora oggi
    hanno incubi dove gruppi di sbirri li inseguono e li riempiono di mazzate. Conosco persone che ogni volta che incontrano una divisa iniziano a tremare. Tutti esseri umani che non hanno mai tirato un sasso contro nessuno, che non hanno mai rotto una vetrina, colpevoli solo di essere andati a Genova nel 2001 per manifestare per un mondo piu` giusto.
    Leggetevi le controiunchieste su genova di questo sito:
    http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/

    rimarrete stupiti verrendo a conoscenza di cose che nessuno vi ha mai raccontato.

  16. Caro Virgilio spero non ti capiti mai di vivere nel mondo che hai delineato…dove se solo provi a dire “A” ti vengono a prendere a casa e ti deliziano di calci, pugni ed insulti (se ti va bene).

    …che schifo!

    Eh sì, perché quelli che hanno pestato non erano black-bloc all’assalto (come dici tu), ma gente ferma in un edificio. Per quanto tra loro potessero nascondersi dei violenti questo non autorizza nessuno a fare un pestaggio di massa con toni da dittatura militare.

    P.S.: onde evitare possibili fraintendimenti aggiungo che non si tratta di fascismo vs. comunismo…è solo che provo un’acutissima repulsione verso tutte le forme di costrizione (ivi comprese le dittature, “mancine” o “destrorse” che siano) e verso la violenza, che è motivata solo dalla leggittima difesa (e qui non c’era…non ci trastulliamo con i cavilli).

  17. … non è qustione di essere a conoscenza.
    E’ questione che non ci si vuol credere, che chiunque te la racconti (Macchianera, Indymedia, il Manifesto, il Corriere, Amnesty, uno di quelli coi lividi) c’è sempre un buon motivo per non credergli, c’è sempre chi ti dice di non credergli perchè è un comunista o qualche altro -ista !
    Se, per assurdo, lo stesso Scajola, o Fini, ammettessero di avere ordinato e supervisionato, anche allora probabilmente qualcuno non ci crederebbe…

    Quello che scopre la verità e torna a raccontarla e dice che la verità è li da cogliere, prima viene deriso e poi, se insiste, viene disprezzato e peggio: non sono considerazioni sul postG8, sono le parole di uno vissuto qualche anno fa, ‘suicidato’ con la cicuta.

    Ed è vero: quel che è successo è colpa della società, della nostra (una società che, come molte ma non moltissime, conosce il fascismo per esperienza) in particolare…

  18. Nessuno scorderà mai che questa gente ha una grave responsabilità : che mentre quelli che spaccavano le vetrine dei negozi e le banche,i poliziotti le davano di santa ragione a persone che non centravano niente!
    Queste persone quelle che dovrebbero marcire in galera : complici di averci reso un momento storico più una nazione sudamericana che una nazione europea e democratica.
    Per alto tradimento verso la Patria rappresentata dalla comunità delle persone la abitano!

  19. Andati per far casino, manifestare, lanciar sassi, infrangere vetrine, saccheggiare negozi e bancomat, picchiare e bruciare, furono ammazzati (uno, non dei piu’ tranquilli), picchiati e malmenati. Di cosa ci stupiamo? Che i celerini hanno caschi, armi, lacrimogeni e bastoni? Se glieli danno, prima o poi li usano. Quando per le strade c’è guerriglia e tutto precipita, non credo che le forze dell’ordine siano autorizzate a costituire comitati per il benessere e la felice accoglienza con lancio di fiori. Mi sembra che si siano confrontati due sistemi (mondi, ideologie ecc.ecc.) violenti. Uno colorato e caciarone, ma comunque desideroso di scontro e l’altro preposto “all’ordine”, nero. Pinochet non c’entra. C’entra solo la nostra cattiva coscienza. A Genova hanno fatto TUTTI schifo.

  20. Ma perche’ sarebbero stati picchiati? Perche sarebbero comunisti? Comunisti quelli? Perche’ avevano un idea del mondo diversa? Diversa da chi? Perche’ erano li? Credevano di cambiare il mondo? Volevano convincere qualcuno? Piu’ sangue si sparge e piu’ hanno ‘ragione’? Una fiction ben fatta convince piu’ persone di cento ‘carlogiuliani’. Volete continuare a parlare come di 2 fazioni come allo stadio? Se lo riducete a quello fate l’elenco della violenza che subisce la polizia e della violenza che subiscono i tifosi.

  21. @Tigellino – Dimentichi che la polizia ha pestato gente che non solo non c’azzeccava nulla con i violenti, ma che stava alla Diaz e non in mezzo alla strada durante una carica. Io lì non c’ero ma conosco un paio di persone che si sono beccati insulti e mazzate per non aver fatto nulla…altro che devastare vetrine e auto. Per quanto riguarda il clima di violenza il tuo ragionamento può funzionare quando a caldo, durante scontri di piazza, ci scappano le manganellate o altro. Se ti attaccano è giusto difendersi…ma qui la situazione è completamente diversa. Se tra quelli della Diaz c’erano i facinorosi allora era dovere della polizia andarli a prendere, non malmenare tutti. Tanto per capirci: una cosa è lo scontro a fuoco col rapinatore, un’altra è sparargli mentre sta a casa a guardarsi la partita…magari di spalle.

    In altri casi la polizia ha saputo come agire: ricordo una manifestazione in cui un gruppo di idioti devastava forse per puro divertimento…in quel caso la polizia caricò solo quelli non noi manifestanti, che a nostra volta li isolammo per evitare ulteriori casini.

    Spero sia chiaro: non so se si tratta di cattiva coscienza, ma come sono idioti quelli che spaccano e devastano per puro gusto, così sono nauseanti dei tutori dell’ordine tanto “deviati”.

  22. Eppure non dovrebbe essere difficile da capire :
    quelle riportate da Neri , ( e da VERIFICARE, certo ) sono episodi riferiti a DOPO l’arresto, non DURANTE la manifestazione,in cui può scappare la manganellata ; il poliziotto ce l’ha, e la usa, seguendo l’istinto, pensando di difendersi, come tecnica di dipersione della folla, per un qualunque motivo
    No, qui si tratta di violenze fatte a freddo
    si deve ripetere? a FREDDO

    su persone fermate, ammanettate, legate;e la maggior parte dei fermati in quella occasione erano solo pacifici manifestanti
    non black blockers che invece sono stati spesso lasciati agire indisturbati
    io questo non la chiamo difesa, io la chiamo vendetta,violenza fine a sè stessa, dare una lezione
    e questo non ha niente a che fare con il mestiere del poliziotto, in qualunque occasione

  23. @Ricino – Non è un problema di fazioni (almeno per me)…è un problema di violenza ingiustificata e di “banale” cattiveria. Non m’interessa chi è ad agire, m’interessa cosa fa e perché.

  24. Tigellino, mi sembri Craxi. “Ladro io? Macchè, lo eravamo tutti!”. Tentativo puerile. A Genova hanno fatto schifo solo gli assassini, i violenti e i torturatori. Che erano, al 99,9%, sbirri del tipo citato nel terribile documento pubblicato da Neri. Quando si dice che la violenza, a Genova, c’è stata da entrambe le parti si dice una stronzata penosa. Violenze come quelle descritte nessun manifestante le ha mai commesse in nessuna manifestazione della storia, né mai né commetterà. Quelle sono cose da Pinochet, non a caso idolatrato dai protagonisti della vicenda. Gente di merda.

  25. Bravo tigellino, finalmente una risposta sensata. Che paghino le forze dell’ordine che hanno esagerato, ma paghino altrettanto e non si definiscano eroi, martiri o perseguitati molti dei partecipanti a quella che non mi sembra sia stata una tranquilla passeggiata per le vie di Genova.

  26. Quella mattanza a Genova, oltre aver fatto sui Media il giro del mondo, ha aperto gli occhi a molti stati antidemocratici i quali, sorridendo, dissero ai loro oppositori: ” Avete visto la Democrazia? Non è meglio di noi “.

    Da quel giorno nei paesi del terzo mondo, paesi arabi e asiatici, quando si pronuncia la parola democrazia gli occhi si fanno torvi e sospetti.
    Si, ci guardano come criminale comuni (forse peggio) In materia di non accettazione del notro sistema, L’Iraq è un esempio sotto i nostri occhi, e i soldati americani lo stanno dimostrando per l’ennesima volta.

    Democrazia, in quei paesi, vuol dire terrore , corruzione e mafia. (li capisco)

    Quindi, se quando vogliamo esportare o esortare la democrazia in quei paesi, ridono e ci prendono a pesci in faccia. Nella pisside degli orrori c’è anche Genova. Le razioni violente al nostro arrivo sono più che legittime.
    Ma la cosa che mi fa specie è quando un dipendente di stato (in questo caso nei pestatori carcerari), inveendo su uno si sinistra o presunto tale, accusandolo con disprezzo: “comunista”, farebbero bene uscire dalla loro ignoranza in quanto, lo Stato è una delle più alte forma di Comunismo del novecento. Ciò che dico sembra una provocazione, ma provocazione non è.

    La Parola comunista proviene da Comunione (cristianesimo), da Comune ( o Comuni) , che vuol dire di tutti e assieme; insomma, comunista è colui che investito dalla comunità accumunata, ne organizza e disciplina i beni e le leggi di convivenza. Quando un soldato, un agente, un messo o una autorità ferisce o schernisce un proprio cittadino, condanna se stesso e la fiducia che gli è stata delegata. Anche se questi associati in stato dovessero credere di dissociarsi dal contesto dei loro cittadini divenendo autoritari o organismo assestante, non per questo eludono il comunismo di stato.
    Tutte le mattine devono amministrare e pattugliare le strade dello stato per garantire la produzione e circolazione di beni e merce. Ma poiché non gli spetta di esercitare tale produzione di beni, proprio perché amministrativi, quindi ignoranti delle scienze sull’esercizio della produzione, alla fine devono dare un motivo valido per rastrellare con fiducia le tasse dichiarando il loro ottimo servizio.
    E qui casca l’asino.
    La grande evasione di capitale propinata da quei cittadini produttivi cui sostengono l’esercizio e lo stato, (contribuenti) viene a meno proprio per le prepotenze e le dissociazione da quei favoriti statali, i quali, accedendo ai benefici delle merci che non sanno produrre, non devono terrorizzare la loro fonte di guadagno, ma presentare un buon esercizio che gli permetta di accedere ai beni prodotti.

    Se un corpo di polizia dà un simile scandalo amministrativo, gli altri stati democratici confinanti prendono le misure precauzionali proporzionate a allo scandalo avvenuto. Quindi, se la mondializzazione prevede l’abbattimento dello stato in quanto esercizio parassita, inefficiente e costoso , è normale che la privatizzazione della polizia e il suo smantellamento deve essere messo in atto. Ma tale operazione non viene dalle operazioni rivoluzionarie interne, ma imposte da quelle estere. Quando dico estere intendo quegli stati che avendo un proprio corpo di polizia, vedono in quello italiano un nemico politico-sociale, nemico a tal punto che fa venire a meno l’intergità delle polizie mondiali. L’inneggiare a Pinocet è una forma di ignoranza e infantilismo in quanto per la sua caduta ha contribuito anche il nostro stato.
    Avere perpetrato un vandalismo sociale di quei livelli (vedi Genova), evidenzia l’inefficienza prima, l’intolleranza poi, del nostro corpo di polizia.

    La colpa di un simile misfatto ricade su tutti gli organi interni del nostro stato. Quindi esso passa alla creazione di corpi di polizia nuovi (vedi quelli comunali) che sostituiscono i vecchi reparti contaminati da follia onnipotente, tale, da rendersi fuori legge.
    Infatti, in Italia, le scaramucce tra gli organi di stat, mette in evidenza il fallimento della gestione statale. Se lo stato italiano (nella figura del cosiddetto “buon governo”) dichiara che non c’è capitale a sufficienza per coprire l’aumento di paghe dei propri dipendenti statali, ciò è dovuto alla dissociazione e sfiducia delle forze produttive le quali si vedono chiudere le porte in faccia dal mercato mondiale.
    Da qui “salviamo il salvabile” e la fuga dei nostri cervelli produttivi e dei prodighi, verso aree dove lo stato restando una forza compatta e socialista (vedi la Cina – Francia – Germania – India – Giappone e il resto dell’Europa), garantisce bene e senza violenza la convivenza tra forze produttive e stato. La buona convivenza tra cittadini privati e statali accomunati, (comunismo statale), è la garanzia di un buon successo e prosperità degli stessi statali.
    Ma se gli statali sono una forza estranea e repressiva del proprio paese, la mondializzazione chiede la chiusura per fallimento dello stato scandalo, altrimenti, gli esercizi mondiali lo accerchiano facendogli mancare le materie prime. Quindi, senza tali materie, tale stato reazionario è costretto andare in guerra per procacciarsele.

    Sul resto penso che ci arriviate da soli. La storia quotidiana è sotto i notri occhi

    Ciao a tutti

    Enea

  27. Quella mattanza a Genova, oltre aver fatto sui Media il giro del mondo, ha aperto gli occhi a molti stati antidemocratici i quali, sorridendo, dissero ai loro oppositori: ” Avete visto la Democrazia? Non è meglio di noi “.

    Da quel giorno nei paesi del terzo mondo, paesi arabi e asiatici, quando si pronuncia la parola democrazia gli occhi si fanno torvi e sospetti.
    Si, ci guardano come criminale comuni (forse peggio) In materia di non accettazione del notro sistema, L’Iraq è un esempio sotto i nostri occhi, e i soldati americani lo stanno dimostrando per l’ennesima volta.

    Democrazia, in quei paesi, vuol dire terrore , corruzione e mafia. (li capisco)

    Quindi, se quando vogliamo esportare o esortare la democrazia in quei paesi, ridono e ci prendono a pesci in faccia. Nella pisside degli orrori c’è anche Genova. Le razioni violente al nostro arrivo sono più che legittime.
    Ma la cosa che mi fa specie è quando un dipendente di stato (in questo caso nei pestatori carcerari), inveendo su uno si sinistra o presunto tale, accusandolo con disprezzo: “comunista”, farebbero bene uscire dalla loro ignoranza in quanto, lo Stato è una delle più alte forma di Comunismo del novecento. Ciò che dico sembra una provocazione, ma provocazione non è.

    La Parola comunista proviene da Comunione (cristianesimo), da Comune ( o Comuni) , che vuol dire di tutti e assieme; insomma, comunista è colui che investito dalla comunità accumunata, ne organizza e disciplina i beni e le leggi di convivenza. Quando un soldato, un agente, un messo o una autorità ferisce o schernisce un proprio cittadino, condanna se stesso e la fiducia che gli è stata delegata. Anche se questi associati in stato dovessero credere di dissociarsi dal contesto dei loro cittadini divenendo autoritari o organismo assestante, non per questo eludono il comunismo di stato.
    Tutte le mattine devono amministrare e pattugliare le strade dello stato per garantire la produzione e circolazione di beni e merce. Ma poiché non gli spetta di esercitare tale produzione di beni, proprio perché amministrativi, quindi ignoranti delle scienze sull’esercizio della produzione, alla fine devono dare un motivo valido per rastrellare con fiducia le tasse dichiarando il loro ottimo servizio.
    E qui casca l’asino.
    La grande evasione di capitale propinata da quei cittadini produttivi cui sostengono l’esercizio e lo stato, (contribuenti) viene a meno proprio per le prepotenze e le dissociazione da quei favoriti statali, i quali, accedendo ai benefici delle merci che non sanno produrre, non devono terrorizzare la loro fonte di guadagno, ma presentare un buon esercizio che gli permetta di accedere ai beni prodotti.

    Se un corpo di polizia dà un simile scandalo amministrativo, gli altri stati democratici confinanti prendono le misure precauzionali proporzionate a allo scandalo avvenuto. Quindi, se la mondializzazione prevede l’abbattimento dello stato in quanto esercizio parassita, inefficiente e costoso , è normale che la privatizzazione della polizia e il suo smantellamento deve essere messo in atto. Ma tale operazione non viene dalle operazioni rivoluzionarie interne, ma imposte da quelle estere. Quando dico estere intendo quegli stati che avendo un proprio corpo di polizia, vedono in quello italiano un nemico politico-sociale, nemico a tal punto che fa venire a meno l’intergità delle polizie mondiali. L’inneggiare a Pinocet è una forma di ignoranza e infantilismo in quanto per la sua caduta ha contribuito anche il nostro stato.
    Avere perpetrato un vandalismo sociale di quei livelli (vedi Genova), evidenzia l’inefficienza prima, l’intolleranza poi, del nostro corpo di polizia.

    La colpa di un simile misfatto ricade su tutti gli organi interni del nostro stato. Quindi esso passa alla creazione di corpi di polizia nuovi (vedi quelli comunali) che sostituiscono i vecchi reparti contaminati da follia onnipotente, tale, da rendersi fuori legge.
    Infatti, in Italia, le scaramucce tra gli organi di stat, mette in evidenza il fallimento della gestione statale. Se lo stato italiano (nella figura del cosiddetto “buon governo”) dichiara che non c’è capitale a sufficienza per coprire l’aumento di paghe dei propri dipendenti statali, ciò è dovuto alla dissociazione e sfiducia delle forze produttive le quali si vedono chiudere le porte in faccia dal mercato mondiale.
    Da qui “salviamo il salvabile” e la fuga dei nostri cervelli produttivi e dei prodighi, verso aree dove lo stato restando una forza compatta e socialista (vedi la Cina – Francia – Germania – India – Giappone e il resto dell’Europa), garantisce bene e senza violenza la convivenza tra forze produttive e stato. La buona convivenza tra cittadini privati e statali accomunati, (comunismo statale), è la garanzia di un buon successo e prosperità degli stessi statali.
    Ma se gli statali sono una forza estranea e repressiva del proprio paese, la mondializzazione chiede la chiusura per fallimento dello stato scandalo, altrimenti, gli esercizi mondiali lo accerchiano facendogli mancare le materie prime. Quindi, senza tali materie, tale stato reazionario è costretto andare in guerra per procacciarsele.

    Sul resto penso che ci arriviate da soli. La storia quotidiana è sotto i nostri occhi

    Ciao a tutti

    Enea

  28. opss… *___*
    devo imparare ancora i comandi .
    Chedo ai moderatori di eliminare la prima versione.

  29. Dr Mc Coy, non l’ho vista, ho fatto una ricerca con Google e mi dava il link ‘diretto’.
    Andrò a vedere e ti sapò dire…

  30. @Cristiano – guarda che erano la minoranza quelli tra i manifestanti che hanno commesso atti di vandalismo…peccato che per i media quelli siano i soggetti più interessanti. Buona parte dei partecipanti si è limitata a manifestare pacificamente. E la cosa è comprensibile anche in maniera intuitiva: dato il numero di manifestanti, i danni e i problemi di ordine pubblico sarebbero stati molto, ma molto, più seri.
    Questo non vuol dire ergerli ad eroi…e chi ha sbagliato deve pagare (concordo).

  31. Ne dovevamo uccidere 100

    «Percosso in cella con un forte pugno allo stomaco, percosso al passaggio in corridoio con pugni, schiaffi e calci». «Percosso ad opera di agenti che stringevano ancora più forte i laccetti ai polsi, lasciati ingiustificatamente mentr…

  32. …e il giorno dopo dell’aggressione alla scuola Diaz la Senette al tg4: “Questa notte c’è stata una brillante azione di polizia…”

  33. Sono perplesso. Tutto questo scrivere su un pdf presenti in due siti evidentemente parti in causa nella faccenda, visto che uno si autoproclama “comitato verità e giustizia per Genova” e l’altro è genericamente contro le galere.
    Tutto ciò che è raccontato – che sia vero o no – è da condannare, se effettivamente fosse successo. Ma che dice che sia tutto oro colato? E non fatemene una colpa se ho dubbi: a me quelli pieni di certezze mi fanno certamente paura!

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