Rauchen(*) macht frei

Ho vissuto e lavorato per anni in uffici dove i dipendenti erano in maggioranza fumatori. Entrando in quegli ambienti alle nove del mattino, trovavo una nebbia azzurrognola già stagnante. Si chiese la cortesia di limitare le sigarette, almeno al mattino e si continuò a chiederlo per parecchi mesi: nessun cambiamento. Gli amici colleghi a cui facevo notare la cosa, reagivano con sorpresa dicendo cose tipo: “cavolo scusa, non mi sono reso conto…” e spegnevano all’istante. Dopo più di un anno così, la direzione decise di proporre la “zona fumatori”. Ovvero: la saletta “relax”, che non aveva nessuna separazione fisica dagli altri ambienti e che da quel momento divenne off-limit per chi non fumava. Inoltre venne assegnata ai tabagisti la metà dell’open-space. Il quale non aveva alcuno schermo a proteggere l’altra metà. Era, diciamo così, la coraggiosa affermazione di un concetto. Dopo altri mesi, la direzione fece apparire timidi cartelli col divieto di fumo. Nulla. Chi del resto, dopo una serie di discussioni, richieste cortesi e sbottamenti con sfanculata, era diposto a inimicarsi i tre quarti dei colleghi, incaponendosi a far rispettare il divieto? Riprese piede la rassegnazione. Agli occhi arrossati, ai vestiti puzzolenti. Al passare dall’ufficio nebbioso alla tavola calda ugualmente maleodorante.
Un non fumatore tollerante come me, continuava a limitarsi a chiedere: per favore, almeno NON mentre mangio, grazie. E le cose sono andate avanti così fino a che ho frequentato quel mondo.


Evitando per anni di polemizzare con chi fuma: cercavo di avere comprensione verso i portatori di un’evidente disturbo, verso chi ha problemi a contenere una propria debolezza. Non potevo pensare che tutte quelle persone che stimavo e apprezzavo sotto mille aspetti, diventassero volontariamente dei prevaricatori, no: doveva essere una patologia. Provate a metterla su questo piano, ripensate all’orrore negli occhi di certi vostri amici davanti ad uno sciopero dei tabaccai e vedrete che il dialogo potrà riprendere.
Ed eccoci a questa legge. Non desiderata e non sostenuta da gente come me, cioè adulta e convinta che proibizioni di questo tipo non possono modificare pieghe culturali compresse da decenni di avvallo totale. Però un piccolo disagio lo devo esprimere: quello di sentirmi paragonato, dopo anni e anni di pazienza, ad un totalitarista brutale. Amici, non potete trattarmi così. Mettete da parte le statistiche sul fumo passivo: voi state discutendo di libertà. Nei passati 30 anni da cittadino adulto, in molti, moltissimi casi, la mi unica libertà è stata quella di scegliere fra una stanza dove soffrivo (lo potete accettare questo? Che, al di là di ogni possibile danno da inalazione passiva, chi non fuma patisce fisicamente questa vostra abitudine? ) e l’alzarmi ed uscire. Lo dico anche a quella persona che per me è come un fratello, che doveva smettere se si fosse verificato un fatto molto importante ma che poi, anche davanti all’esito positivo di quella vicenda non l’ha fatto: davvero sono io quello che non rispetta i diritti degli altri? Te lo dico sorridendo, anche perchè pure tu sei uno che cerca di praticare la tolleranza nella vita: non ho mai pensato, tutte le volte che mi facevi scegliere fra una congestione da finestra spalancata in inverno e la camera a gas del tuo ufficio, che mi stessi imponendo uno di quegli esperimenti di resistenza umana tipo Dr. Mengele :-) Forse chi fuma dovrebbe provare a ribaltare il proprio punto di vista: pensate ai decenni di tolleranza che vi sono stati accordati e pensate al cattivo uso che molti di voi ne hanno fatto.
Davanti a certe esagerazioni di questi giorni, verrebbe da reagire con uguale veemenza: miei cari, facciamo un po’ per uno? Un secolo di prevaricazione a testa, che ne dite? Adesso tocca a voi. Purtroppo anche i miei amici più spiritosi, se fedeli del Gran Monopolio di Stato, su questo argomento perdono ogni capacità autoironica.
Allora, dimensionandolo alla portata di questo piccolo problema, mi limito ad un rantolo personale, quello di un non-fumatore consapevole che è da un pezzo che il bue dà del cornuto all’asino, o che Berlusconi dice i media sono in mano ai comunisti. Al mondo capovolto ci si abitua, persino a sedersi sul lampadario swarowsky. Ma per favore, togliete quella icona con la bandiera nazista.

(*) grazie alla gentile precisazione di Fabrizio, ora il titolo è tutto in tedesco. ;-)

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50 Commenti

  1. Ho l’impressione che si stia facendo del benaltrismo funzionale. Se io sto all’aperto su una strada trafficata (la gente ha necessità di spostarsi), posso sentire puzza di scarichi e decidere di togliermi da lì.

    Diciamo che sono all’interno di un bar in una strada non trafficata. L’aria fuori è pulita ma fa freddo, per cui entro e mi siedo a prendere qualcosa.

    Dentro, in un baretto di venti metri quadri, fumano in cinque. L’aria è piena di fumo.

    Ora: la sigaretta, per queste persone, è necessaria come lo spostamento? E’ più facile fumare una cicca fuori, da persona educata, o fermare il traffico in un’intera città?
    Perché devo essere io, che non produco fumo, a stare fuori?
    Perché deve essere chi non infastidisce a sacrificarsi?
    E soprattutto: i fumatori non guidano? Non producono inquinamento con il riscaldamento? Sono per caso una casta pura che produce solo aromatico fumo di tabacco?

    A me pare che le fesserie, e grosse, le stia dicendo tu. Tu e tutti quelli che scalano i vetri nel tentativo di far passare un vizio fastidioso per gli altri come una piacevole abitudine per tutti.

  2. Bisogna inasprire la lotta all’inquinamento da gas di scarico? Perfetto, sono d’accordo. Ma cosa c’entra con il divieto di fumare in alcuni luoghi pubblici? Ok, sono due concause di varie patologie, ma non mi sembra che la lotta all’una escluda la lotta all’altra.

  3. Per non essere noioso e non fare rivoltare Oscar nella tomba mi sono trovato un vizio anche io: mi piace maneggiare ed annusare la merda. Ier sera armato di un impareggiabile stronzo sono andato al ristorante, in uno dotato di saletta fumatori, in mezzo ai fumatori per solidarietà con il loro attuale momento di oppressione liberticida. Sono stato sfortunato perchè devo aver incontrato gli unici fumatori intolleranti del mondo visto che hanno incominciato a sbraitare ed anche a vomitare e mi hanno impedito di mangiare maneggiando merda. Ma perchè?

  4. No, Matteo Bini, avere febbre e raffredore non è una scelta ma andare in giro (anche al lavoro, visto che è un tuo diritto/dovere non lavorare se sei malato), invece di stare a casa a curarsi, contagiando gli altri è una scelta.
    Facciamo che questi esempi non si commentano da soli: sono pescati a caso dall’insieme infinito degli esempi di inciviltà.
    Facciamo che se mi spacchi la faccia ti lascio fare e poi ti denuncio per violenze e lesioni (e posso provarlo, tu vuoi denunciare me, che non fumavo dove non dava fastidio, per averi causato danni col fumo passivo ? Provalo !) e ti porto via anche le mutande.
    Facciamo che mi mandi affanculo quanto vuoi eppure io non ci vado ma tu non ci fai una gran bella figura.
    ‘Colpa tua’ dde che ?!

  5. Ma Sapu, dove vuoi arrivare?
    Vuoi una legge che vieti di utilizzare mezzi a motore? Vuoi una legge che obblighi chi ha un raffreddore di stare a casa? Ma non farmi ridere.. quello che vuoi è la libertà di fumare nei locali pubblici (perchè è solo questo il punto della legge), vuoi la libertà di obbligare gli altri a respirare il tuo fumo. Ah, è vero, non li obblighi.. se non vogliono respirare il tuo fumo possono starsene fuori..

  6. Giulia, scrivo ‘ferma minuti al semaforo col motore acceso’ e tu leggi ‘puntare lo scarico della macchina’ ?
    Scrivo di padroni di cani incivili che considerano i marciapiedi campi da concimare, di problemi ambientali ‘seri’ che potrebbero non dico risolti ma affrontati girando con un maglione per casa invece che in mutande, e tu dici che sono esempi che si commentano da soli perchè non sai commentarli se non con lo ‘spostamento necessario’ ?
    E parli di ‘benaltrismo funzionale’ ?
    C’è di peggio del benaltrismo: rivoltare la frittata, cambiare le parole di chi ti espone la sua tesi per renderle funzionali alla tua, per esempio è ben peggio del benaltrismo…

  7. Sapu, tu al semaforo spegni il motore? Ricicli sempre la plastica e la carta? Spegni il riscaldamento per non inquinare? Sei, in sostanza, in grado di farmi la morale ipotizzando un mio comportamento “incivile”? Per quello che ne sai, io potrei girare in bicicletta e abitare in una casa riscaldata a pannelli solari. Ma sappiamo entrambi che tu fumi (e vuoi il diritto di fumare dove puoi darmi fastidio) e io no. Confrontiamoci su questo: il punto è questo. Altrimenti io posso farti le pulci sulla spesa, su quello che compri e mangi, chi voti, e così via.

    Non c’entra niente. E lo sai anche tu. Si parla di fumo: atteniamoci a quello. Sei in grado di risparmiare agli altri un fastidio e anche qualcosa che è dannoso per la salute, tu in prima persona, come privato cittadino, nel tuo piccolissimo? Sì o no? E se sì, lo facevi, prima che ti venisse imposto per legge? Se sì, cosa rompi? Se no, è giusto che ti venga impedito, perché evidentemente eri cafone.

    La tua libertà di fumare, la mia di non respirare il tuo fumo: entrambe vanno tutelate. Non la menare con gli scarichi l’inquinamento il nucleare le piogge acide e il buco nell’ozono: cavoli a merenda. Sono altri problemi che riguardano sia me che te, e tu sei corresponsabile quanto me. Mentre del tuo vizio sei responsabile solo tu, non io.

    Due: chi ha un contratto a progetto sta a casa dal lavoro solo se ha la peste. Per cui, fai cambiare la legge Biagi e riparliamo anche dell’opportunità di andare al lavoro con il raffreddore.

  8. Zephyr, io non voglio una legge che obblighi le persone a non usare le autovetture per la semplice ragione che, a differenza di voi, sono CONTRO le “campagne contro qualcosa”. E’ proprio questo che non riuscite a capire: che la cultura del divieto sta diventanto opprimente e non riguarderà (vedrete!!) solo il fumo passivo. Sai cosa vorrei invece? Una società amministrata da persone intelligenti e meno furbe di un Sirchia che fa presto a vietare, ma non si applica per cercare di risolvere il problema. Un esempio? I soldi spesi per tante ricerche inutili (tanto per sovvenzionare molti Istituti inutili) potrebbero essere investiti per finanziare corsi di formazione da erogare ai ragazzi delle scuole medie per informarli (non educare bada bene) sui rischi che corrono se iniziassero a fumare. Io cerco di non farmi prendere per il culo: se ci tengono così tanto alla nostra salute perchè non promuovere iniziative utili e lungimaranti? Lo sanno benissimo che con questo divieto non toglieranno il vizio ai fumatori. Ma sanno altrettanto bene che con queste norme all’americana ottengono il consenso del popolo. Siccome Sirchia è un ottuso (non l’avete ancora capito?) sceglie la strada più facile e più conveniente. Non fate i reazionari solo quando si tratta di andare addosso a Berlusconi e a B.Gates, perchè altrimenti non siete più credibili. Siete OMOLOGATI anche nell’indignazione!

  9. Zephir, 100 e passa commenti e dovremmo ricominciare dal ‘cosa vuoi’ più seguito di domande retoriche scontate ? Che credi, che risponderei ‘sì voglio una legge che’ ? Allora che chiedi a fare ?!
    Voglio criticare questo provvedimento per quello che è, e vorrei che ci fosse coscienza di cosa sia un tale provvedimento.
    Ma non è possibile, a quanto pare, perchè anche il non-fumatore più illuminato pare (ben)disposto a sacrificare la sua apertura mentale sull’altare del “ah, ora sì che staremo meglio” se non addirittura su quello del “ce l’avete fatto respirare e ora la pagate”.

    Parli di libertà…
    probabilmente sei uno di quelli che han sempre pensato che la sua libertà comincia legittimamente dove finisce quella degli altri e non che la sua libertà finisce legittimamente dove comincia quella degli altri, ovvero uno di quelli che non si è mai preso la libertà di chiedere di spegnere la sigaretta non dico alla compagnia di sconosciuti ma neppure all’amico al tavolo, e non dirmi che l’hai fatto, perchè io cedo quelli che ora esultano perchè non si fuma più, gli stessi che prima rispondevano negativamente quando gli chiedevi se davi fastidio accendendoti una sigaretta in casa tua !

    Fosti uscite prima dalle catacombe, voi non-fumatori impavidi (e, ovvio, fossero stati più educati buonissima parte dei fumatori) non staremmo qui a discutere di un provvedimento ingiusto e non giusto ‘perchè non c’erano alternative’…

  10. Sapu, non sta né in cielo né in terra che l’educazione debba essere “a gentile richiesta”. Non mi venire a dire che non vi è mai balenato in testa di poter dare fastidio. Semplicemente, non ve ne è mai fregato niente, e finora nessuno si poteva umanamente prendere la briga di andar da tutti i fumatori di un bar e domandare loro di spegnere la sigaretta. Tipo, uno per uno. E ogni volta che uno accende, “scusa…”

    No: la cortesia doveva venire da VOI. Ma non ve ne fregava nulla. Per cui adesso c’è il divieto: se volete fumare, uscite.

    Meno di Zero: continui ad insistere che esiste una “campagna dei non fumatori”. In realtà io campagne non ne ho mai fatte, e sono pure un’ex fumatrice (anche se la quantità di fumo passivo che ho inalato supera ampiamente quella che ho prodotto, con le mie misere due sigarette a settimana). Nessuno fa campagne: i non fumatori, in genere, non sono più isterici dei fumatori. Per noi cambia solo che dentro i locali staremo meglio. E io, in prima persona, sono parecchio contenta: posso stare benissimo senza fumare, soprattutto le sigarette degli altri.

  11. Le campagne contro le campagne contro sono le mie preferite, continua così che vai alla grande MdZ.
    Diciamo che io sono a favore delle campagne a favore dei diritti dei non fumatori.
    Sapu, continuando con le supposizioni secondo me appartieni alla schiera dei fumatori che pensano di essere “educati” perchè chiedono alla persona che hanno di fronte se gli da fastidio se fumano, fregandosene altamente di tutti gli altri che ci sono intorno. (in un locale pubblico, a casa tua sei liberissimo di fumare tutto quello che vuoi)

  12. Giulia, io al semaforo spengo il motore (almeno quando so di dover sostare più di qualche secondo), riciclo carta e plastica e metallo (naturalmente e mi pare una buona abitudine abbastanza diffusa ormai), non ho il riscaldamento autonomo (ho chiesto più volte se è possibile abbassarlo ma, vivendo in condominio con anche degli anziani, non mi pare cortese insistere), butto addirittura i mozziconi nei cestini dopo averli accuratamente spenti sotto la suola della scarpa (abitudine presa nell’anno di servizio militare), etc.

    Fammi pure la morale se vuoi, perchè io me la faccio con frequenza e mi sforzo di essere civile e ti dirò non ritengo che sia ‘sta gran fatica e non credo, in tutta sincerità e pur non conoscendoti, che tu non faccia altrettanto !
    Ad ogni modo (di nuovo un fraintendimento, forse mi spiego male io) non ti ho fatto la morale, ho semplicemente elencato dei comportamenti incivili mettendo te, piuttosto che uno qualsiasi, come soggetto ipotetico: il soggetto era irrilevante, era rilevante il comportamento.

    Tuttavia posso ben tollerare e tollero le “tue” inciviltà finchè le ritengo tollerabili, e quando le ritengo non tollerabili fartele notare e chiederti di smetterla e non mi pare una condotta da venusiano, anche se devo ammettere che qualche noia me l’ha data in passato, allo stadio con quello dei fumogeni o in campeggio con quelli dello stereo a palla…

    Così c’entra un pò di più; ma si parla di fumo, atteniamoci…
    Sì, sono in grado di risparmiare un fastidio a qualcuno, forse pure a quel qualcuno cui prima non recava fastidio (oppure ha mentito !);
    sì, lo facevo;
    sì, ora devo perchè lo stato ora dice che ero un incivile e che avvelenavo la gente anche quando non c’era nessuno cui dar fastidio;
    sì, ora lo stato ha decretato che a torto mi sono sempre ritenuto civile, ora sono per legge un paria cui resta solo la possibilità di redenzione smettendo o il confino persino dai luoghi frequentati solo da quelli come me;
    ed ha decretato che il fastidio è un diritto civile, il vizio invece è un diritto qui ed un reato lì e un’ottima tassa a vantaggio di tutti, anche e soprattutto degli infastiditi, ovunque (parliamo di fumo, no ? Anche questo è fumo !)
    Ma tutto questo l’avevamo già detto…

    Due: chi ha un contratto a progetto, stagionale, a termine, deve lavorare fino a morirne e se possibile pure oltre ed ormai sono pochi e sempre meno quelli che non l’hanno sperimentato (ma non si dovea parlar di fumo ?!)
    Ma non è sempre stato così, una volta non era così !
    Poi qualcuno ha fatto un provvedimento, poi un decreto, poi una leggina…
    chissà quanto a valle rotolerà la palla di neve di Sirchia.

  13. Zephyr, meno male che ho scritto “campagne contro qualcosa” tra virgolette, sennò chissà cosa capivi! Piuttosto: i puntini di sospensione che indicano una pausa, una interruzione o una emissione, devono essere tre non due. Le arterie pulite non dovrebbero giovare anche alla circolazione del sangue nel cervello?

  14. non ho ancora capito perchè è stato tolto il mio commento.era forse discriminatorio? o in questo sito ci sono persone che lo gestiscono non fumatori?..non discriminiamo ehhhh….spero mi sia spiegato bene…se volete saperne di più sulla truffa del secolo messa in atto da sirchia..visitate il sito..www.forcesitaly.org –fumatori e non fumatori…saluti

  15. Secondo me con la legge, per parecchia gente, me in primis, non cambia una beata fava. Fumavo fuori prima, fumerò fuori ora. La sera dopo una birra al pub non fumerò dentro, ma lo farò quando esco. In ufficio non fumerò più in capannone ma farò l’inenarrabile fatica di varcare la soglia che lo delimita dal cortile all’aperto. Cioè in sostanza per me non cambia nulla. Se voglio fumare esco e non faccio menate a nessuno. L’unica cosa che ho notato, e che non mi spiego, come raccontavo ieri all’Indignato è che non so perchè siano spuntati dei poveri stronzi frustrati come funghi, che ti additano mentre fumi sul marciapiede e se sei ferma al semaforo nell’ora di punta ti chiedono di allontanarti da loro che “adesso c’è la legge”. O come quella cliente in cortile (di mia proprietà) che mi ricordava “la legge” dicendomi che io non dovrei fumare vicino alla porta di ingresso del capannone perchè chi mi passa a fianco potrebbe respirare il mio fumo. Ma questa gente da dove spunta?

  16. Sapu, che poi tu accusi me o Giulia di girare la frittata, di cambiare le parole di chi ti espone la sua tesi per renderle funzionali alla tua, è il bue che da del cornuto all’asino.
    A parte questo, nella tua cieca lotta per la difesa del tuo diritto a fumare, non riesci a concepire un semplicissimo concetto che è quello che ai non fumatori da fastidio il fumo.
    No, tu insisti, che siamo chiusi mentalmente, addirittura (questa mi fa morire), ci accusi di essere arrivati a questo punto perchè non abbiamo avuto il coraggio di chiedere ai fumatori di spegnere la sigaretta in nostra presenza (mi ci vedo in un qualsiasi pub a chiedere alle decine di clienti seduti attorno a me: “signori, scusate, un attimo di attenzione, potreste gentilmente spegnere le vostre sigarette, a me da fastidio il fumo”).
    Il discorso, la mia libertà finisce dove comincia la tua, è l’apoteosi dell’assurdo.
    Cosa, io con il mio non fumare disturbo il tuo diritto di fumarmi addosso?
    Per favore, stiamo cadendo nel ridicolo.

  17. Black cat, se tutti i fumatori la pensassero come te non ci sarebbe stato il bisogno di nessuna legge probabilmente.
    E quelli da te citati sono infatti dei poveri stronzi frustrati.
    Non metterci tutti nel calderone dei rompicoglioni.

  18. Sapu, stai raggiungendo livelli di incoerenza da commedia dell’assurdo. Beckett ti fa una pippa. Non mi metto neanche a risponderti perché onestamente credo che tu stia dando di matto.

    In ogni caso, io sono contenta del divieto, anche se preoccupata per le conseguenze economiche nei confronti di alcuni gestori di piccoli locali, contenta di vedere che diversi fumatori si adeguano senza tanti melodrammi, e rassegnata al fatto che alcune persone, pur di difendere l’indifendibile, riescono a tirare in ballo gli argomenti più inverosimili.

  19. Non è affatto mia intenzione fare una melting pot, figurati! :) E’ che l’effetto secondario de “La Legge” non è stato far incazzare i fumatori, ma aumentare i rompicoglioni. E in tre giorni la tendenza è tristemente in aumento…

  20. Giusto, Bini. Però, quando vieni additato per default come maleducato vizioso tossicodipendente (e potenziale assassino) viene un po’ spontaneo tacciare gli “altri” di orchiclastia talebana…

  21. Bini, il ridolo sta dalla parte di chi non vuole comprendere una cosa semplice. Eppure basta leggere i commenti. Questa legge ha prodotto una sola conseguenza: ci ha divisi. Poi, tu continuerai ad essere inquinato, e noi continueremo a fumare. Bastava dire: facciamo una legge per non disturbare i non-fumatori mentre mangiano un panino al bar. Senza vantare nobili intenti a favore della salute delle persone. Perchè poi succedono le cose che ha descritto Black Cat.

  22. Giulia, l’educazione, com’è se non a gentile richiesta ?
    Come si educa un bimbo, a gentile richiesta o a decreti e sanzioni ?
    Forse è lì che non ci troviamo: io sono stato educato a gentile richiesta e nessuno ha mai (beh, quasi mai, diciamo ‘di regola’) usato la prepotenza o la forza…

    L’ho detto: la maggior parte -ovvero tutti quelli che conosco e con cui ho avuto occasione di fumare su concessione- di quelli che escono dai tombini adesso, neanche fossero interisti che han vinto lo scudetto, non ha mai chiesto neppure all’amico di non accenderla, il paradosso di chiedere a tutti quelli nel locale non sta in piedi: tu (e stavolta tu davvero, e tutti gli altri che hanno avuto fumatori al tavolo) l’hai mai chiesto, non dico a sconosciuti, ma a qualcuno della tua ghenga ?! E la reazione ?

    Però adesso, a furia di precisazioni, mi vorrei levare uno sfizio…
    Giulia, ammettendo la possibilità che tu non sia sempre finita in micromonolocali, ammettendo la possibilità che non in tutti quei locali ci fosse la nebbia, saresti in grado di dire a che punto esattamente il fumatore (e non il fumo !) cominciava ad infastidirti ?
    Voglio dire, ti dava fastidio (posto che sei stata fumatrice, che hai tollerato e quindi eri tollerante…) che nel locale un pò più grande e pieno di non fumatori quei tizi là in fondo, in un angolo, si fumassero due-tre sigarette pro capite in qualche ora di aperitivi o di birre medie ?
    Mai capitato ? Davvero ?

    Zephir, continua pure a supporre, ho già scritto alla noia che non fumo in locali pubblici dove ci sono non fumatori (e sono due casi due quelli in cui fumo in locali pubblici ma con soli fumatori presenti), ho già scritto perchè presumo di essere civile ed educato: tu la tua presunzione di essere educato e civile te la sei giocata col vaffanculo di prima.
    Sui fumatori si può ancora presumere, sui non-fumatori come te, è evidente, no.

  23. E comunque, in questi commenti e in altri che leggo su altri blog, sto verificando una maggiore aggressività (che, in alcuni casi, si traduce in maleducazione) proprio da parte dei non fumatori peraltro favoriti da questa legge. Questa cosa fa riflettere.

  24. Matteo Bini, io ho accusato ed indicato per cosa accusavo: tu, bue o asino non so, a che ti riferisci non si vede…
    Nessuna lotta cieca, au contraire…
    Riesco a concepire il concetto banalissimo del fastidio, tant’è che su quello ho fatto leva, forse a te sfugge qsa: rileggere !
    Ah, no, scusa vedo che hai letto, semplicemente non hai capito…
    Ed io sono ancora in piedi…

    Giulia, grazie, anche a me piace come scrivi, anche quando tiri in ballo i co.co.co e tutto il resto, ma ben venga se è funzionale alla discussione, solo mi lascia alquanto basito quel ‘non mi metto neanche a risponderti’ alla decima (?) risposta.
    ‘Contenta’ mi pare riduttivo, anche ‘gaudente’ non rende in pieno quel che sembri essere: del resto i divieti generano sempre, in taluni, moti di contenta rivalsa…

  25. Probabilmente ti riferivi a me e non a Zephir Sapu, quindi ti rispondo.
    Tu non fumi nei locali pubblici, tu.
    Molti altri sì.
    Sì, sono un non fumatore sboccato, ogni tanto bestemmio, bevo, ma non picchio i bambini.
    Allora, visto che siete tutti fumatori rispettosi, ditemi voi come si doveva fare una legge a tutela dei non fumatori.
    Premetto, i locali per soli fumatori, nell’Italia dei furbetti, avrebbero avuto il risultato, secondo me, che tutti sarebbero diventati “smoking only”, di modo da non doversi adeguare a nessuna regola. Con buona pace dei non fumatori.

  26. Ah, e sì, io non capisco te come tu non capisci me, e mi sa che a questo non c’è soluzione purtroppo.

  27. Meno di Zero, credo che quello che verifichi dipenda dal fatto che il peccatore, essendo autoindulgente, è più tollerante e come tale più disposto a discutere ammettendo la possibilità di aver torto;
    l’intollerante non discute un punto di vista, discute una convinzione, discute una fede !
    Se vuoi divertirti, prova a dire ad un fumatore che gli studi sul fumo passivo sono cosa certa e prova a dimostrarglielo; poi dì ad un non-fumatore che gli studi sul fumo passivo sono cazzate.
    E poi guarda che succede…

  28. Matteo Bini, non ti capisco perchè non mi dici dove avrei cambiato il senso di quello che hai scritto e, a quanto pare, tu non hai intenzione di dirmelo.
    Come si dice, in questi casi ? Farsene una ragione ?!

  29. Già. Sapu, non per fare il ruffiano, ma credo che quello che hai appena scritto sia la cosa più intelligente e corretta che abbia letto in questi ultimi due giorni.

  30. Qualcuno nei commenti chiedeva che senso avesse fare una legge che tutelasse i non fumatori se sembra che la maggior parte dei fumatori sia un esempio vivente di bon ton. Una piccola provocazione in tal senso: leggevo sul sito della Confesercenti che il costo minimo di adeguamento per la creazione di una sala fumatori si aggira sui 200 euro a metro quadro. Tenete presente che una saletta, per quanto piccola, misura circa trenta metri quadri (altrimenti chiamasi loculo :P). Non son riuscita a trovare i dettagli tecnici di realizzazione degli impianti, ma mi gioco qualche euro che parte della certificazione degli ambienti va ancora alle casse statali. Qualcuno ha notizie più precise in merito?

  31. Sono sempre le ASL che devono certificare le conformità di un ambiente. Quindi lo Stato. Non solo, ma state notanto che business sta generando questa legge a favore delle industrie farmaceutiche che producono prodotti anti-fumo? State vedendo la pubblicità di questi ultimi giorni? E sapete che un paio di queste industrie hanno partecipato attivamente alle ricerche commissionate dal Ministero della Salute? Ma a tutto questo i non-fumatori non fanno caso. Come ha scritto qualcun altro, più pervie sono le arterie più impervio è il ragionamento.

  32. Speravo di poter evitare di citare i post precedenti, ma se insisti.

    Sapu:”Facciamo che da maleducati diventiamo tutti rompicoglioni (ma rompicoglioni con gli attributi, mica come quelle mezzeseghe dei non-fumatori che non hanno il coraggio di chiedere di spengere la sigaretta)”

    Matteo:” Facciamo che io rompicoglioni mezzasega non-fumatore non avevo il coraggio di chiedere di spegnere la sigaretta quando avrei potuto come un cazzuto fumatore spaccare la faccia al mio interlocutore nel caso di risposta negativa.”

    Sapu:” Facciamo che se mi spacchi la faccia ti lascio fare e poi ti denuncio per violenze e lesioni (e posso provarlo, tu vuoi denunciare me, che non fumavo dove non dava fastidio, per averi causato danni col fumo passivo ? Provalo !) e ti porto via anche le mutande.”

    Io non capisco, ma prima tu mi incolpi di non ribellarmi al fumo passivo quando lo trovo fastidioso, al che ti rispondo sentendomi dare della mezzasega rompicoglioni (a proposito dell’ educazione che tiri in ballo), che l’unico modo per far smettere un fumatore che non si adeguasse alla mia richiesta sarebbe stato quello di passare alle maniere forti (idealmente, per carità).
    E qui tenti di farmi passare per uno psicopatico che ti picchia perché non fumavi in un posto dove è consentito e da fastidio. Non mi pare di aver parlato di denuncie per danni da fumo passivo. La frase tra parentesi è tutta farina del tuo sacco.

    Ti ripeto, evidentemente non riusciamo a capirci.

  33. Matteo Bini: “rompicoglioni con gli attributi” vs “mezzeseghe dei non fumatori”
    Non entrambi insieme: con gli attributi per dire in faccia ad uno, rompendogli i coglioni (che non vuol dire prenderlo a calci nel bassoventre fino ad essere sicuri che non potrà più figliare !), che il suo è un atto di inciviltà e non mezzasega che ha sempre avuto paura di rompere i suddetti ed ha alzato la testa adesso con’sto decreto.

    Diciamo che l’equivoco ci poteva stare, anche se ‘rompicoglioni’ e ‘mezzeseghe’ son ben distanti: diciamo che ho chiarito ?
    Diciamo che avrei preferito che tu ed altri foste rompicoglioni e non mezzeseghe;
    diciamo che mi piacerebbe che lo foste con tutti i casi di incivlità e non solo adesso coi fumatori perchè ‘prima’ fumavano o col vicino che alle tre di notte tiene la televisione troppo alta (o con me perchè una volta ho tentato di aprire la porta di casa vostra perchè ero talmente ubriaco che ho sbagliato piano epperò mi sono scusato per un’ora ed il giorno dopo vi ho pure regalato una Bonarda)

    Diciamo che, volendo discettar d’educazione, una ‘mezzasega’ generica si può usare, un vaffanculo diretto proprio no.

    Per capirsi basta capirsi…

  34. Più che altro io (che personalmente non ho nessun problema ad adeguarmi alle nuove leggi) non capisco dove fossero tutte le Giulia Blasi e tutti i Matteo Bini venti anni fa, quando fumare era consentito praticamente OVUNQUE e i fumatori erano IL DOPPIO di quelli di adesso. Allora il fumo non dava tutto questo insopportabile fastidio? Come mai nessuno diceva niente?

  35. Vent’anni fa ero alle medie, non frequentavo ambienti fumosi e i miei avevano smesso da anni. Matteo Bini non so. Chiedilo a lui.

    Ricordo che quando i miei hanno smesso ero contenta, però. Il fumo mi infastidiva anche da molto piccola. Tanto per fornire un dato di colore ai Tony di questo mondo, che amano tanto il folklore di stampo “Una volta qui era tutta campagna”.

  36. Giulia scusa, certo che tu andavi alle medie vent’anni fa. Ma saranno esistite negli anni ’70 e ’80 delle ragazze di Trieste sui trent’anni che non fumavano e a cui dava fastidio il fumo, no? E che frequentavano questi mitici bar fumosi di cui ci parli, che sicuramente erano fumosi quanto e più di oggi? Oltre al fatto che allora TUTTI i posti erano più fumosi di oggi… io vorrei sapere come mai allora queste povere ragazze non dicevano nulla, non protestavano, non appoggiavano campagne contro il fumo.
    Anche a me da bambino il fumo dava fastidio. Prendevo i pacchetti di sigarette di mia madre e li buttavo nelle spazzatura. E’ soprattutto per questo motivo che non fumo quando sono con mio figlio.

  37. Tony, 20 anni fa “le” Giulia B. ed “i” Matteo B. erano probabilmente dove sono adesso, la domanda è dov’erano i blog, internet o cmq ogni spazio ove esporre la propria opinione ‘senza paure’ e confrontarsi.
    Però fondamentalmente è vero: una volta qui era tutta campagna. E tutta da zappare !
    In quei tempi, in cui l’ignoranza era più diffusa che oggi, paradossalmente si aveva un senso delle proporzioni ed una maggior coscienza di cosa davvero fosse dannoso;
    oggi, forti di una maggior preparazione culturale, ci possiamo permettere slogan altisonanti come “Il fumo uccide !”
    Quando si vedono gruppi, comitati, associazioni e persino nazioni che si mobilitano brandendo tali vessilli, come si fa -in un rigurgito di senso delle proporzioni- a non fare del benaltrismo ?

  38. Sapu, il problema è uno, e semplice, e non è filosofico, non è nazionale, non è globale: è la tua cicca (e il fumo che produce), che dà fastidio. Fine. Non ne faccio neanche una questione di uccidere o non uccidere: la gente che fuma in un ambiente chiuso dà fastidio agli altri. C’è chi il fastidio lo tollera meglio e chi peggio, ma inalare il fumo delle altrui sigarette non è piacevole nemmeno per i fumatori.

    Tony, io non credo che si possa sindacare su quanto detto o non detto dalle generazioni precedenti. Possiamo solo, noi, esprimere delle opinioni e prenderci le responsabilità delle nostre azioni. Se le idee e le opinioni non si modificassero, non avremmo il divorzio e staremmo ancora con i cessi in cortile e il Re d’Italia sul trono.

  39. Ma Giulia, non puoi paragonare il fastidio da fumo passivo ad “idee ed opinioni”. Il fastidio, per quanto soggettivo, è una sensazione fisica; non è legata al “sign of the times”.
    Capisco che il fumo possa dare più fastidio ad una persona che non ad un’altra, ma non mi spiego come possa dare più fastidio ad un’intera generazione rispetto a quelle precedenti. Una sigaretta del 2004 produce la stessa quantità e qualità di fumo di una del 1980.

  40. Onestà intellettuale vuole che, per prima cosa, io dichiari di essere un fumatore.
    Stessa onestà vuole che precisi di essere un fumatore anomalo, in quanto –per mere questioni di decadente edonismo- il mezzo toscano lo accendo solo in casa: mia, o di amici/amiche compiacenti e consenzienti.
    Ciò doverosamente premesso, vorrei, se possibile, portare un attimo il discorso sull’aspetto “di princìpio” della questione.

    E’ noto che l’uomo, per poter convivere con i propri simili, deve assoggettarsi a far parte di un’organizzazione sociale, capace di imporre regole ai propri membri. Ed è altrettanto noto che, in cambio dei vantaggi che questa “sistemazione” gli offre, l’uomo sacrifica una parte della libertà che il vivere asocialmente gli consentirebbe. In poche parole, rinuncia a fare tutto il cazzo che gli pare, consapevole che ha più da guadagnarci che da perderci se le reciproche libertà si limitano in modo da consentire comunque la soddisfazione di tutti.

    L’organizzazione sociale può essere di tipo assolutistico o di tipo democratico; ovvero, può essere affidata al gusto e all’arbitrio di uno solo, o gestita (in varie forme) dalla compartecipazione di tutti.
    Nel primo caso, il legislatore è uno; nel secondo, è una maggioranza.
    Nel primo caso, l’uno non deve rendere conto a nessuno: si fa come dice lui, punto e basta, e solo per il fatto che lo abbia deciso lui. Le roi c‘est la loi, le roi c’est moi.
    Nel secondo caso, la maggioranza deve comunque relazionarsi con gli altri, e motivare la propria legislazione nei confronti della minoranza in modo che essa non sia imposizione (in caso contrario, la presunta democrazia sarebbe infatti solo la bella veste di un assolutismo a più sovrani, che decidono secondo quanto loro aggrada).

    Le leggi di uno stato democratico devono rispondere quindi alla ratio della pubblica utilità, (che è cosa diversa dai desideri della maggioranza); e questo perché, in una democrazia, la compressione di qualsiasi diritto del singolo non può avvenire a titolo “gratuito”.

    Nel caso della legge sul fumo, la ratio della pubblica utilità non può certo essere rilevata nel “fastidio” (olfattivo o di qualsiasi altro genere); quand’anche si ravvisasse comunque nel “fastidio” un bene da tutelare legalmente, appare ben squilibrato l’onere imposto ai fumatori (e non parliamo di soggetti terzi, quali ad esempio i titolari di pubblici esercizi) in relazione a quanto si vuole tutelare. Facile rilevare poi che, per garantire una categoria da un fastidio, se ne impongono molteplici (e ben più gravosi, al punto da essere sanzionabili) ad altre.
    Ovviamente, la ratio potrebbe ben essere individuata (come è stato fatto) nel diritto alla salute. Nell’ipotesi che il fumo sia nocivo, sarebbe sacrosanto evitare con ogni mezzo la possibilità di avvelenamento.
    Ragione vorrebbe che, se nocivo, il fumo venisse vietato tout court.
    Per motivi che qui non è necessario indagare e che presupponiamo comunque validi, il legislatore ha però lasciato al fumatore la libertà di fumare, pur vincolandola al rispetto di norme assai precise e restrittive.
    Il diritto alla salute tutelato da questa legge è quindi quello del non-fumatore.
    La minaccia alla salute del non-fumatore meritava le restrizioni imposte ai fumatori?
    Ecco, il punto è tutto qui.
    La scienza, purtroppo o per fortuna, non è stata in grado di stabilire un legame tra il cd “fumo passivo” e l’insorgere di patologie più o meno gravi. Si sospetta, si dice, si afferma, si ripete, si ribadisce: ma prove, ahimè, nix. Il solo studio “al di sopra di ogni sospetto” di interesse nella questione, quello della OMS del 1998 (non un secolo fa: 6 anni, quando già la battaglia contro il fumo era in pieno svolgimento), afferma che non è possibile stabilire che il fumo passivo sia causa di alcuna patologia.
    Da questo punto di vista, quindi, trattandosi di norma senza giustificazione, la legge si mostrerebbe priva dei necessari fondamenti di pubblica utilità.
    La norma potrebbe comunque assumere carattere preventivo: pur di non correre il rischio che i cittadini patiscano danno, lo stato può vietare un comportamento che si sospetta potenzialmente pericoloso.
    Il divieto, però, assumerebbe rilievo di gran lunga inferiore a quello di un caso di effettivo pericolo o nocumento; e non potrebbe in alcun caso essere motivo di indiscriminata costrizione di libertà personali, quali ad esempio quella di movimento.
    Si obietterà che la libertà di fumare non può certo essere equiparata alla libertà di movimento, o di pensiero: giustissimo. Stesso discorso, però, potrebbe essere fatto con la libertà di andare in aereo, o di accendere una stufa a gas, o (come è già stato detto) di usare l’automobile, e mille altre attività potenzialmente pericolose per la salute propria e altrui.

    Insomma, da qualsiasi punto la si giri, questa legge, così come è, non va. Gli obblighi posti a carico del fumatore sono sproporzionati rispetto al beneficio che si presume di ottenere, la giustificazione di una norma così restrittiva fa acqua da tutte le parti.
    E’ una legge arbitraria, che nasconde una sostanza assolutistica dietro il fumo di una rispettabile democrazia.

  41. Tony, intendevo che le generazioni passate si sono messe a confronto in modi diversi e su altri temi: non c’era Internet, su cui discutere di questo e quello e quell’altro. Trent’anni fa, quando noi eravamo piccolini, il fumo era “di moda”: più gente fumava, si sapeva di meno degli effetti del fumo sull’organismo, e le abitudini erano nettamente diverse. Tu dici che adesso non fumi davanti a tuo figlio (e fai bene): quando io ero piccola, i miei fumavano davanti a me. Adesso non lo farebbero: è cambiato il modo di vivere.

    Per questo parlavo di opinioni: adesso, la mia opinione è che una regolamentazione di questo genere sia, per molti versi, giusta. E lo dico. Trent’anni fa, chissà se lo avrei detto: forse sì, ma sicuramente non qui, perché i blog non c’erano :)

  42. Giulia si ostina a parlare di “fastidio”. Ma si tratta di divendervi dal fastidio o dai danni alla vostra salute? Chiaritelo questo punto! Perchè il fatto che il fumo vi dia fastidio non è sufficiente a fare una legge per impedire di fumare. Il fastidio è soggettivo, mentre il danno alla salute è oggettivo. Nessuna norma giuridica può fondarsi su esigenze soggettive. A me, ad esempio, danno fastidio le persone che puzzano perchè non si lavano. Facciamo una legge per obbligare le persone a lavarsi e a usare i deodoranti? Ecco perchè molti contestano questa legge: essa è stata concepita populisticamente e nessuno è ancora in grado di dimostrare con CERTEZZA che il fumo passivo fa male.

  43. A quello che mi risulta, gli unici studi che mettono in dubbio il legame fra fumo passivo e cancro sono quelli finanziati dalle multinazionali del tabacco. Inaffidabili a dir poco. Sono molti di più gli studi che dimostrano il contrario. Oltre a questo, un asmatico in un ambiente fumoso può stare seriamente male. Insomma: ci sono più probabilità che il fumo passivo faccia male, rispetto al contrario, altrimenti sarebbe giustificato fumare in faccia a chiunque, donne incinte bambini anziani asmatici enfisematici. Tanto non fa male, no?
    E allora, come mai se sto in un ambiente fumoso per una sera, il giorno dopo ho la voce rauca? Mi dirai mica che fa bene?

    Continuo ad essere contenta del divieto, esattamente come ritengo giusto che ci sia un controllo sulla quantità di alcolici assunta da chi guida (anche se questo mi obbliga a una vita da sobria, perché quasi sempre guido io).

  44. Giulia, più lo ripeti e più mi convinci a tenere botta: il problema è che la mia (si fa per dire, l’ho precisato ormai una dozzina di volte) cicca dà “fastidio”.
    Il problema non è di natura filosofica, globale, morale, legale: il problema è il “fastidio”, problema che potremmo definire di che natura, egoistica ? Individuale ? Non so, sparo, trova tu il termine più adatto.
    Il problema ha dei risvolti: igienici, filosofici, morali, sociali. Non ne ha ?
    Il fastidio non ha nulla a che fare con la convinzione che entrare in un luogo fumoso provoca il cancro ?
    Il fastidio non ha nulla a che fare con la convinzione che il fumatore fumi per spregio del non fumatore ?
    il fastidio elevato al rango di necessità sociale assoluta da tutelarsi per legge è una prassi cui essere del tutto indifferenti, per cui non vale la pena di menarsela troppo ?

    Il problema è il fastidio, me lo ripeti e ti rispondo che ho capito: mi credi ?
    Prendo atto e rispetterò la legge (o forse no, forse continueremo a chiuderci soli, in cinque nel bar, alle due di notte del venerdì, a bere e giocare a carte) e terrò il contegno che la legge impone perchè lo tenevo già prima che me lo dicesse un parlamentare ottuso: mi credi ?
    Ti dico che non è il problema, ma i suoi risvolti ed i suoi presupposti che… come dire… mi danno fastidio: mi credi ?
    Poi per te c’è il problema ed il resto sono solo cazzate.
    Io vorrei solo che tu (per non dire quelli dalla tua) rifletteste un secondo, liberi da pregiudizi, sul fatto che siano tutte cazzate…

  45. Per me fastidio è il bruciore agli occhi, la gola irritata, cose che la puzza di piedi o di ascelle, per quanto disgustose non mi procurano.
    Un fumatore probabilmente non comprende questo come un non fumatore non riesce a comprendere il gusto di una sigaretta dopo il caffè. Fine.

  46. Non ci siamo. Le ricerche che dimostrerebbero la non nocività del fumo passivo sono numerose e molte non hanno nulla a che vedere con le industrie del tabacco. Al contrario, le ricerche alle quali fanno riferimento i vari Sirchia sono TUTTE di “significato statistico” con scarsa coerenza matematica. Esempio pratico. Nel 2002 l’Istituto superiore di Sanità ha rilevato che nel 1990 i decessi legati al fumo sono stati circa 90.000, mentre nel 2000 il numero è sceso a 80.000. Ma nell’arco di questi 10 anni, il numero dei fumatori è rimasto lo stesso. In sostanza pur non variando il numero dei fumatori quello relativo ai decessi è diminuito. Questo per la semplice ragione che ci sono tanti altri fattori concomitanti che non c’entrano col fumo. Per cui le statistiche prodotte dalle ricerche non sono numericamente “riproducibili”: in altre parole, non hanno un elevato fondamento scientifico.

  47. Noto -senza commentare- che ora, appurato che “il fumo uccide” è una tesi troppo definitiva da sostenere ragionevolmente, il discorso è franato in maniera inevitabilmente univoca su “il fumo reca fastidio. E fine !”…

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