Espropri proletari: tolleranza zero!

Tanto per abbaiareCi hanno espropriato sessantatré miliardi di euri con gl’interessi illegali! Chi? Ma le banche: lo dice la Cassazione. Non si può tollerare più. D’ora in poi davanti a ogni banca ci sarà un apposito vigilante in divisa, per impedire che la banca esca sul marciapiede e si metta a rapinare i passanti

Espropri proletari 1. Le principali banche italiane hanno espropriato ai loro poveri clienti (secondo Cassazione) sessantatrè miliardi di euri con interessi passivi trimestrali usurai e illegali. Misure straordinarie sono state disposte dalle Questure delle principali città italiane per prevenire il ripetersi di simili episodi. “D’ora in avanti, tolleranza zero – ha promesso il questore di Roma Achille SerraDa questa settimana davanti a ogni banca stazioneranno degli appositi vigilanti, riconoscibili dall’apposita divisa, col compito di impedire ulteriori atti di appropriazione a danno dei cittadini. Le leggi vanno rispettate, tolleranza zero”.

Da oggi, dunque, possiamo sentirci tutti più tranquilli. Le rassicurante divise blu permetteranno anche alle vecchiette di passare tranquillamente davanti alle banche con la propria pensione nella borsetta. Il vigilante sta lì per questo, per impedire che la banca improvvisamente esca sul marciapiede e si metta a rapinare i passanti. Magari giustificandosi poi come “vittime della società dei consumi”.

Espropri proletari 2. Avevo appena finito di fare i Cd per i miei amici (niente, le mie storielle che vedete qui, tutta la collezione: roba scema, ma mia) quando improvvisamente suonano alla porta di casa. “Momento!”. Ma quello continua a suonare e a battere con impazienza dei colpi. “Arrivo!”. Non so se avevano già cominciato a tentare di sfondare la porta, fatto sta che appena apro vengo quasi travolto da due energumeni che si precipitano dentro e vedono i Cd sul tavolo e il masterizzatore. Uno dei due si precipita avidamente sui Cd e comincia a contarli, l’altro m’immobilizza e mi tira fuori il portafoglio. “Undici!” fa il primo marcantonio. Al che l’altro apre il (mio) portafoglio, tira fuori dei soldi, se li mette in tasca, mi restituisce con sprezzo il portafoglio e mi lascia andare. “Ma… ma io… Come vi permettete… Chiamo la polizia!”. Siae – fa il primo dei due allontanandosi – Siamo della Siae. “E non fare lo spiritoso – aggiunge il secondo – o è peggio per te. Sappiamo dove stai”. Sblam! Se ne sono andati. Eccheccazzo c’entro io con la Siae, mi chiedo. Comunque, meglio non correre rischi. Per stavolta non faro denuncia. E poi, a che servirebbe?


Espropri proletari 3. “Paga il governo!”. Tagliolini, risotti, merlot d’annata… Dieci primi e secondi, più antipasti e vini, fa più di mille euri: ma al posto dei clienti sul tavolo è rimasto solo il volantino. “Abbasso la borghesia, evviva l’espopriazione!”. Il cameriere, perplesso, raccoglie il volantino e porta al padrone. Apriti cielo! “Li hai lasciati andare! Imbecille! Come hai fatto a non accorgertene! Non lo sapevi che oggi qui a Venezia c’era tutto il pieno dei contestatori?”. “Ma io…”. “Niente se e niente ma! Non te ne sei accorto? Paghi tutto tu!”. E il povero cameriere resta là, col suo lavoro in pericolo e il conto di mille euri da pagare. Come si chiama il locale? L’Harry’s Bar di Cipriani. E il cameriere? Non lo sappiamo. Ma azzardiamo: Ugo Fantozzi.

Riappropriazioni. Torneranno alla Famiglia d’appartenenza i beni del boss Tano Badalamenti, quello che fece ammazzare Peppino Impastato. Essendo il mafioso morto prima del provvedimento definitivo di confisca, la Procura avrebbe dato parere favorevole alla restituzione di terreni e palazzi sotto sequestro.

Accanimento giudiziario. Un onorevole del partito di governo, in una telefonata con un esponente della malavita, s’è vantato di vari atti illegali fra cui vari assassini operati dai suoi gorilla. La telefonata è stata intercettata e registrata dalle forze dell’ordine, ed è attualmente all’indagine della Procura. Nessuna dichiarazione contro i magistrati è stata tuttavia rilasciata da palazzo Chigi, né alcuna intervista contro l’“accanimento giudiziario” è stata rilasciata dall’on. Fini. Ciò probabilmente è dovuto al fatto che l’episodio in questione è avvenuto in Brasile.

Muri. Quello di Berlino cadde quindici anni fa ma, secondo un sondaggio di Bildwoche, il trentatré per cento dei tedeschi non ne è al corrente.

Cronaca. Roma. Sfrattata, con ufficiale giudiziario e polizia, una famiglia di sei persone di cui due con handicap fisici e una anziana.

Memoria.

A settant’anni Letizia Battaglia, tra i più grandi fotografi che l’Italia abbia conosciuto nel dopoguerra, lascia Palermo. Va a Parigi per ricominciare ad esercitare un mestiere e uno sguardo che la Sicilia non le chiede più. E’ un atto di dolore civile. In dieci anni le hanno commissionato solo quattro lavori, con la sciatta superficialità che il nostro giornalismo rivolge ormai all’immagine e al racconto. A lei, anche a lei, il senatore Andreotti deve i suoi processi palermitani: tra le prove della sua amicizia con i mafiosi Salvo c’erano due scatti all’hotel Zagarella – acquisiti agli atti – che ritravevano i due potenti esattori in compagnia di Andreotti. Quegli scatti li aveva fatti Letizia Battaglia, negli anni di quotidiana avventura per le vie e i palazzi di Palermo con il giornale L’Ora. “Vent’anni dopo – riflette ora lei – Andreotti è osannato, premiato, riverito in Italia e nel mondo… E io? Anche se fotografo bambini su pelli di capra o fiori di campo, la firma di Letizia Battaglia non piace più a nessuno” (cl.f.)

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T.P. wrote:

Per la prima volta l’avvocato Ugo Colonna non ha potuto testimoniare al processo Lembo. Si trova in carcere per aver “minacciato” l’autorità giudiziaria. Sapete perché? Perché ha denunciato illegalità e ingiustizie (e collusioni di parte della magistratura) attraverso i media. Un “delitto di opinione” punito con il carcere. In tutta la storia del nostro bel paese, questo provvedimento è stato applicato soltanto 4 o 5 volte. Colonna, dal lontano 1997, fa esposti al Csm e alle autorità. E’ stato lui a denunciare il “verminaio” del caso Messina, la falsa gestione del collaboratore Sparacio e il malaffare dei palazzi. Ogni lunedì e ogni venerdì Colonna veniva qui a Catania (da Torino, dove si è dovuto trasferire con la famiglia per motivi di sicurezza), con la scorta al seguito, per deporre davanti ai giudici. Stavolta non ha potuto.

Le indagini calabresi su mafia e politica hanno finalmente portato alla luce intrallazzi tollerati da troppo tempo in quell’infelice regione: collusioni con politici di governo, rapporti con i mafiosi, pressioni “autorevoli” sui magistrati ecc. La solidarietà ai magistrati, specie nel momento in cui vengono pubblicamente aggrediti – sul tema specifico – dal vicepresidente del Consiglio in persona, è dunque doverosa.
Al’interno di questo quadro, molti militanti antimafiosi mafiosi di grande autorevolezza (fra cui Vendola) segnalano però il pericolo che alcuni degli inquirenti abbiano colto questa occasione anche per “togliersi dei sassolini” dalle scarpe, e in particolare i controlli cui la procura di Reggio (unitamente a quelle di Catania e Messina) era stata soggetta da parte dell’opinione pubblica più avvertita, dal “caso Catania” in poi. (r.o.)

Max wrote:

Non condivido il 95 per cento di quello che scrivi, ma il bello è li, potersi confrontare: grande segno di democrazia perchè se fossimo tutti di destra o tutti di sinistra… addio democrazia.

patrizio.ta@libero.it wrote:

Sono felice che si festeggino i cinque anni della Catena, così come sono felice che si festeggino, sempre i questi giorni, gli otto anni di Diario. Due realtà importanti per il mio cercare di essere informato. Diario lo seguo da sempre, la Catena purtroppo no; sono comunque felice di averti incontrato, e se è successo lo devo ad un caro amico che purtroppo non è più con noi. Si chiamava Enzo Baldoni. Buona fortuna, di cuore.
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4 Commenti

  1. Io ho versato una quota di dieci euro al rappresentate di classe di mia figlia,per l’acquisto della carta igienica.
    Ero interdetta, poi mi hanno spiegato che si trattava del contributo di solidarietà voluto dal nostro governo e mi sono commossa.

    Ho messo su un comitato per il riconoscimento della quarta I nelle nostre scuole.
    Inglese, Internet, Impresa e carta Igienica.

  2. Propongo una questione giuridica. Tizio mette in vendita na cosa (che ne so: ad es. un’auto usata). Caio si presenta da lui e contratta, finchè si trova l’accordo sul prezzo. Caio si impegna a pagarlo e Tizio (un po’ sprovveduto) gli lascia l’oggetto “venduto”. Se poi Caio non rispetta i patti e non paga il dovuto è chiaramente una questione di inadempimento contrattuale. A nessuno verrebbe in mente di dire che è furto. Giusto?
    E se il venditore è un negozio, cosa cambia? Ammettiamo che il caso sia diverso se l’acquirente nasconde l’oggetto o sia mascherato. In queste ipotesi possiamo parlare di furto perchè c’è la volontà di non essere riconosciuti. E se si passa davanti alla cassa col carrello pieno, lasciandosi identificare o fotografare dalle telecamere semplicemente dicendo “si pagherà un’altra volta”?. Può il supermarket ritirare la proposta di vendita, fatta con “offerta al pubblico”? Può dire di essere stato derubato o deve agire in via civile per ottenere il pagamento, considerato che il contratto d’acquisto si perfeziona nel momento in cui l’acquirente accetta la proposta di vendita? Lo so: il ragionamento ha parecchie pecche e lacune ma a me basta chiarire che in questi casi non è tutto “semplice” e “lineare” come qualcuno vuol far credere. E se è veramente “furto” (qualcuno azzarda “rapina” per via della presenza di una folla “in tumulto”)allora quella simpatica signora che i filmati tivù fammo vedere mentre attinge dal carrello all’uscita del supermercato è una pericolosa “ricettatrice”. Non si sta alzando troppo la posta? Personalmente non approvo il metodo riesumato in chiave disobbediente ma nemmeno posso condividere l’impostazione allarmistica e poliziesca del Ministro & Co. Scusatemi se ripropongo l’antico schema “nè…nè…”, forse è una tara genetica, ma mi sembra che i problemi della giustizia e del mercato siano altri. E poi siamo sicuri che i “danneggiati” abbiano denunciato i fatti?

  3. Riccardo Orioles ragiona come un tredicenne sciocherello che non sa nulla dei fatti della vita. Ma quando cresceranno questi eterni adolescenti?

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