Scopri l’Ulisse che è in te

Dal 2007 in poi anche tu potrai essere un po’ Laika, nel senso di cagnetta sovietica proiettata nello spazio.
A Londra, Richard Branson ha annunciato infatti che fra qualche anno sarà attivo un servizio passeggeri per viaggi orbitali.
La scarrozzata in assenza di gravità dovrebbe costare circa 150mila euro.
Ma a dire il vero qualcuno lo sfizio se l’era già tolto. Il miliardario californiano Dennis Tito per esempio si permise di fare quattro passi nel cosmo già qualche anno fa. Uno scatto lo immortalò con la faccia sorridente e il pollice alzato in segno di ok: si era offerto il più bello spettacolo del mondo… cioè il mondo.
La notizia sul cosmoturismo ha avuto – oggi come allora – molto risalto. E non poteva essere altrimenti, visto che i giornalisti non sono scemi e sanno che siamo tutti assai interessati al tema del viaggio. Che è tensione per l’altrove, il viaggio, mica cazzate. Solo chi sa varcare le colonne d’Ercole è l’uomo sommamente umano. Lasciate stare che poi questo tipo oltre-umano si metta a spiegare la sua esperienza al programma di Licia Colò. E che dica proprio così: è stata una bellissima esperieeenza, con la “e” ben aperta utilizzata da chi è cosciente di aver obbedito al destino dell’ulisse-che-è-in-noi. Il fatto è che fra qualche anno il ragionier Cosimo Minchioni non sarà soltanto perfettamente legittimato a viversi come Mr. Dundee che insegue canguri nel bush, ma potrà anche addormentarsi nella convinzione che il comandante Koenig di Spazio 1999 rappresenti un modello di vita tendenzialmente raggiungibile.
Scrive Jovanotti ne Il grande boh: “Io sono uno che racconta mondi che ha visto e mondi che vuole vedere… finché non mi riprende il senso dell’irrequietezza che mi porta a fare di nuovo i bagagli e partire”.
Secondo voi come si prepara un bagaglio da astronauta?

Questo articolo è su Leftwing.

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7 Commenti

  1. Oh, ma Laika non è mica tornata indietro viva (anzi, non era neppure previsto che sopravvivesse). Mica è di buon augurio, il paragone iniziale.

  2. Il tono generale di questo post tradisce un certo dileggio per l’argomento: come se fosse accettabile, secondo i tuoi criteri, andare solo fino a Sperlonga, perché tutto il resto è fine solamente al peggior esibizionismo (da manifestare, nel migliore dei casi, da Licia Colò).
    Se questa interpretazione è corretta, allora permettimi: sei più limitato di Cè, intellettualmente parlando.
    Retorica per retorica, è da quando siamo usciti dalle caverne (per vedere cosa diavolo c’era dall’altra parte di quella collina) che siamo in viaggio.
    Se non ci fossero state persone curiose di capire come si comporta una determinata cellula in mancanza di gravità – per esempio – avremmo mancato diversi obiettivi conoscitivi.
    Se non ci fossero state persone curiose che hanno lasciato la pelle sui loro esperimenti con il Radio, avremmo poi mancato diversi obiettivi produttivi. Con il risultato che l’attuale divisione tra ricchi e poveri sarebbe ancora più radicale di quella attuale. Saremmo in una specie di Medioevo, appena ravvivato dai colori delle divise dei calciatori (che non si potrebbero nemmeno vedere in televisione, tra l’altro), ma niente più.
    E’ proprio la voglia di andare al di là dei limiti attuali che ha contraddistinto questa razza (sempre con buona pace della peggior retorica): che sarà anche la razza degli sgozzatori e dei torturatori di Guantanamo, ma è anche quella delle 2Simone, dei Sabin, dei Curie e dei Fleming…
    Se poi il ragionier minchioni vorrà investire in esperienza ed in emozione viaggiando nello spazio, non vedo proprio nessun motivo per prenderlo per il culo, anzi personalmente lo stimerei.
    Per il bagaglio, credo che l’unico criterio sia quello di viaggiare leggeri, visto quando costa spostare un chilo di materia oltre l’atmosfera.

  3. ecco, adesso le Simone stanno nell’olimpo assieme a Fleming

    lo sapevo che ci saremmo arrivati

    hai scritto un bel commento, perche’ ucciderlo cosi’?

  4. Immagino che l’intento dell’autore fosse di ironizzare sull’eventuale esplosione di un turismo di massa “orbitale”, che sostituisca Sharm El – Sheik con l’orbita geostazionaria….e non mi sembra che il turismo di massa sia foriero di favolose conquiste conoscitive e produttive (casomai gli ambienti li massacra), se non per i vari club Mediterranè.
    Anyway, c’è un suggestivo (e delirante) filone anarchico che rivendica il diritto all’esplorazione spaziale “autogestita”, al di fuori del “monopolio imperialista americano”. I partecipanti si divertono (o divertivano, boh) a disegnare piccole navette autarchiche per Marte, invocando i nobili principi sopra ricordati.
    L’orbita è già inquinata da ammassi di rottami. Il ragioner Minchioni non la nobiliterà, raccontando l’esperienza da Licia Colò.

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