Cara, posta la pasta, che sto arrivando!

Posso dirla tutta? Pur provenendo da voci e menti autorevoli (tra le tante: quelle della coppia che ha ideato l’ambaradan che permette a questo sito di essere online), a me questa cosa del blog che “da fenomeno di massa sta diventando uno strumento per comunicare con ristrette cerchie di amici, con email che non sono nemmeno più email, ma feed rss inviati sul mailer dell’altro, che recepisce in forma meno intrusiva e spammata il tuo ultimo post, il tuo ultimo aggiornamento”, pare una monumentale fesseria, come se qualcuno sostenesse che il cellulare non è un fenomeno di massa perché lo uso per chiamare mia sorella e altre sei persone.

E un po’ anche questa deriva quintostatesca, tutto questo cianciare di “caso”, di “fase infantile del blogging”, di “presa di maggiore maturità”, come se quello su cui sto scrivendo in questo momento fosse per davvero un fenomeno da analizzare e non una semplice pagina internet – di quelle che esistono da che la rete è in piedi – messa online attraverso un sistema un po’ più comodo di quelli che si utilizzavano in passato.

Io, se ho voglia di comunicare a quanta più gente possibile, scrivo qui. Se devo dire una cosa ad uno solo, lo chiamo, e faccio prima.
La blogosfera fatta di “commenti da ‘casa’ a ‘casa’”, di “case che hanno messo staccionate e cancelli, per cui bisogna suonare il campanello per accedervi, presentandosi con educazione”, di “rivalutazione di un ambiente trusted” sembra una cosa idiota tanto quanto mandare un SMS a Daniela che è nell’altra stanza.

(Detto questo, a BlogTalk 2.0 si sono sentite anche opinioni e analisi molto più fondate e interessanti)
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12 Commenti

  1. i siti personali ante blog natum morivano proprio perché gestirli non era banale. è vero: solo uno strumento più semplice da usare.

  2. Il fenomeno dei blog è in lento sgonfiamento, mi chiedo di già quale sarà la prossima moda di internet ?

  3. Bravo ragazzo, stai migliorando…
    da quanto mancavo su internet? io non me lo ricordo, tu forse sì.
    E’ da un mese circa che son tornato e ti sto tempinando, scusa se lo faccio pubblicamente, ma sei tu che hai scritto di me pubblicamente, se avevi voglia di dirmi che ero memorabile o che mi piscio addosso potevi mandarmi un’email e per email t’avrei tampinato.
    Insomma, ragazzo, da un mese a questa parte, dopo che t’ho messo sotto la mia ala protettrice, scrivi sempre più cose intelligenti.
    Visto che la mi’ cura funziona? te continui a far finta di niente, ma io ogni tanto te lo rammenterò. Sei sotto la mia tutela ragazzo, non preoccuparti di sbagliare, se succederà ti tirerò per la giacchetta.

  4. Non sono d’accordo. Il mio blog lo faccio sia per tenere traccia di cose utili in futuro (quindi una specie di quadernone degli appunti) sia per comunicare con un ristretto gruppo di persone che conosco, e che condividono in parte i miei interessi. Se poi viene qualcun altro bene, ma non ci muoio.

    Le persone “per cui scrivo” stanno in locazioni diverse dalla mia e mandarci telefonate ed email sarebbe noioso. Meglio un blog o un feed RSS con cui ci diciamo cosa stiamo facendo. Il mio sito web è diverso dal blog perché meno aggiornato, è di riferimento, e ci scrivo cose diverse.

    Altrettanto si possono identificare altre comunità di interessi ristretti, e magari sparse in diverse locazioni che così si tengono in contatto.

    Mi a che c’è stata una confusione sull’uso dell’espressione “fenomeno di massa”. Un conto è quanta gente usa uno strumento (il blog è diffuso), ed un conto è la quantità di gente a cui ti rivolgi (nel mio caso un gruppo ristretto).

  5. Carina l’idea del posta la pasta,
    il neomodello del blog privato è in effetti un po’ da suburbio americano, con le sue villette tutte uguali, le verande sonnacchiose, i frigoriferi pieni di schifezze immangiabili, le feste con le corone di carta colorata.
    Boring, boringhisso, talmente noioso da essere affascinante. Un mondo di barzellette sceme, di compralo qua e non là, di che si fa stasera, di buttalapasta appunto.
    Ma il mondo è vario, e Neri i “privati” non li può fare neri. Ai generi vari del blog oggi si aggiunge questo, per chi si è provato blogstar e non ne ha magari voglia, tempo, mentalità…..
    Capisco che a te non piaccia. Noi riferiamo, se possibile con ironia e simpatia. Ma nemmeno io faccio un blog privato. E la pasta me la cucino io, aglio e olio, semplice semplice….
    ciao
    Beppe ;-)

  6. Nella mia casa di ben 65 mq. ho due telefoni portatili che uso per parlare con la mia ragazza nell’altra stanza.
    E’ anche vero che fino a qualche tempo fa premevo lo 0 prima del numero anche sul cellulare.
    Proprio bene non sto.
    Ultimamente mi sono ripreso e la prova sta nel fatto che sono anche riuscito a registrarmi per commentare qui.
    ciao

  7. Macchianera forse è diverso dagli altri blog. Ha 90 autori, non può avere come gli altri la connotazione di diario personale. Quindi quando si parla di Macchianera, secondo me, dobbiamo fare un discorso a parte.

    P.S.: Ho fatto una comunicazione ai bad-five e agli abituali sul post “Terzismo for dummies /3”. Vi prego di andare a leggerla.

    P.P.S.: Ho l’impressione che il sistema di registrazione di TypeKey sia rimasto un po’ ostico a molti, visto il numero assai ridotto dei commenti arrivati da stamattina.

  8. Come si fa del buon qualunquismo

    Leggo questo post di Neri sul post mio e di Beppe sul Blogtalk 2.0 . Premesso che ognuno ha le sue opinioni e nessuno ha la verità in tasca, rispondere all’analisi mia e di Beppe dichiarando “non sono d’accordo”, non

  9. Molto interessante il post di Beppe e Tom. Scritto in modo chiaro e efficace, pieno di spunti di riflessione.
    Molto curioso il fatto che negli Usa si stia andando verso blog di dimensioni ridotte, argomento che varrebbe la pena di approfondire e non liquidare sarcasticamente.
    Ma lì i blog hanno una storia più lunga e si stanno evolvendo in varie direzioni. Per esempio, per la prima volta alcuni blogger hanno ricevuto un accredito stampa alla prossima convenzione democratica.

  10. Ma se accettassimo la semplice realtà che i tipi che scrivono queste articolesse non ci capiscono più di me o te?

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