33 Commenti

  1. sigh… mi sto quasi pentendo di tutte le cose belle che ho detto su repubblica… ri-sigh…

  2. ma come si fa ad essere così impertinenti? osare affermare che in iraq c’è guerra?
    si chiama MISSIONE-DI-PACE. Non insultiamo il grandioso operato degli alleati (tra cui noi).

  3. Sbaglio o Genna, da quando scrive su macchianera, è la prima volta che azzecca un post?

  4. Non è guerra. Lo volete capire, ciucci testardi. E’ peace-keeping, peace-keeping. Non si sa se di prima, seconda, terza generazione. QUALE GENERAZIONE?

  5. ma scusate, pensate davvero che qualcuno in Italia creda che quella irakena sia una missione di pace? Ormai hanno deciso di cambiare nomi alle cose, e c’è poco da fare.
    Non è che ci volevano sti ultimi morti qua, per capire che si tratta di guerra. Un esercito in armi invade, senza dichiarare guerra, un paese sovrano, sconfigge il suo esercito, uccide i suoi cittadini, distrugge le sue infrastrutture, depone il suo governo, cattura e imprigiona il suo capo, occupa stabilmente il suo territorio ed affida alle sue imprese la ricostruzione, e qui si discute ancora sul significato delle parole.
    Per chi fosse stato ibernato nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo conquistato nuovi territori, tutto qua; e adesso dobbiamo difenderli e questo costa qualcosina, ma in vite umane, quindi si può pure affrontare la spesa.

  6. Coffani, la finisci di fare le moine letterarie per farti notare da Genna? Già sei stato la peste dell’Espressonline, o meglio, del blog di Goldokorn, con questo tuo ritornello. Ti prego, non ricominciare anche qui.

  7. Per me rimane una missione di pace. In guerra si sconfigge il nemico, se resiste ancora lo si massacra, si radono al suolo le città, ci si fotte allegramente delle sue infrastrutture e delle scuole per i suoi bambini, si spara ad ogni cosa che potrebbe essere un giornalista e, se sabotano gli oleodotti, si mena grande strage.

    Quindi, o è sbagliato il mio vocabolario, o questa è una missione di pace.

    Gengis Kahn

  8. no, dai, davvero: ma perchè i post di brontolo sono scomparsi tutti tranne l’ultimo?

  9. comunque ora su repubblica.it c’e’ scritto E’ carneficina… (non più “è guerra”). Che abbiano letto macchianera?

  10. brontolo sorvola dall’alto tutti noi. come l’aquila. poi decide di atterrare e ci spara una delle sue emerite cazzate. e lì parte un dibattitino. e tutti noi partecipiamo ad esso. e se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. e siate pronti che domani ce ne dice un’altra delle sue.ma noi ci divertiamo comunque.

  11. con tante scuse nel caso in cui per un motivo da me indipendente avrei anche lontamente offeso la signora in questione e chiedo scusa se lo avessi fatto magari senza rendermene conto.

  12. però non si può neanche ignorare così la filosofia ottimistica dell’era berlusconiana!
    Suvvia ragazzi! se cominicamo a chiamare le cose con il loro nome come andremo a finire?
    Le guerre si chiamano missioni di pace, i militari operatori di pace, le sconfitte elettorali presunti brogli “comunisti”, il caro prezzi inadeguatezza delle massaie, il confino per i dissidenti fascisti vacanze, l’inflazione galoppante inflazione percepita, e via dicendo a ritroso nel tempo!!! cerchiamo di renderci consapevolmente coscienti del nostro potenziale positivo altrimenti finiremo per definire anche l’ammorbidimento di quei porci terroristi islamici come “tortura”. E non è bello!

    Ecco, ora che ho detto la mia vado a nutrirmi con una pietanza di erbette aromatiche di campo condite con salsina di olive verdi di frantoio e dopo vorrei andare in missione ludica sul materasso del mio letto.

    E’ che sono appena tornata da una visita in un soggiorno per portatori di handicapp della terza età.
    Per i più ostinati un “ospizio”.

    Ludo

  13. Credo che farà piacere a tutti leggere il testo dell’ultima risoluzione ONU in italiano.

    Dal 30 giugno potere al governo irakeno provvisorio (fantoccio), fondi per la ricostruzione gestiti solo da quest’ultimo sotto il contollo di legittimità ONU; la coalizione protegge dal terrore e addestra forze irakene di polizia, informando il governo di ciascuna operazione; entro il 31.1.2005 libere elezioni, il petrolio tutto in mano al nuovo governo liberamente eletto (pure questo fantoccio?), ecc.ecc..

    Molto era già scritto nella risoluzione 1455 di febbraio e 1511 di ottobre 2003. Ma, come dire, repetita iuvant.

    Non l’ho trovata sui giornali italiani.

    Un regalo per voi.

    Francesco (non quello del post che precede, ma uno simile).

    Ecco il testo integrale e in italiano della risoluzione 1546 presentata da Usa e Gran Bretagna al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e votata l’8 giugno 2004 all’unanimità. È composta da un preambolo e da 32 articoli

    Preambolo

    Il Consiglio di Sicurezza, saluta l’inizio di una nuova fase nella transizione dell’Iraq verso un governo eletto democraticamente, e in attesa della fine dell’occupazione e dell’assunzione di piena responsabilità e autorità da parte di un Governo ad interim dell’Iraq pienamente sovrano e indipendente entro il 30 giugno 2004

    – Ribadisce l’indipendenza, la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale dell’Iraq

    – Ribadisce il diritto del popolo iracheno a determinare liberamente il proprio futuro politico e il controllo delle proprie risorse naturali

    – Riconosce l’importanza del sostegno internazionale, in particolare dei paesi della regione, dei vicini dell’Iraq e delle organizzazioni regionali, alla popolazione dell’Iraq nel suo sforzo per ottenere sicurezza e prosperità

    – Prende atto della dissoluzione del Consiglio di Governo dell’Iraq, e salutando i passi avanti nell’applicazione degli accordi per la transizione politica dell’Iraq

    – Saluta l’impegno del Governo ad interim dell’Iraq a lavorare nella direzione di un Iraq federale, democratico, pluralista e unificato nel quale esiste il pieno rispetto dei diritti politici e umani

    – Sottolinea la necessità che tutte le parti in causa rispettino e tutelino il patrimonio archeologico, storico, culturale e religioso dell’Iraq

    – Afferma l’importanza dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani compresi i diritti delle donne, delle libertà fondamentali e della democrazia comprese elezioni libere e imparziali

    – Si richiama all’istituzione dell’UNAMI, la Missione Onu di Assistenza all’Iraq, del 14 agosto 2003, e afferma che le Nazioni Unite debbano svolgere un ruolo guida nell’assistenza del popolo e del governo iracheni nella formazione delle istituzioni per un governo rappresentativo

    – Riconosce che il sostegno internazionale al ripristino della stabilità e della sicurezza è essenziale per il benessere della popolazione dell’Iraq e per permettere a tutte le parti in causa di svolgere il proprio lavoro nell’interesse della popolazione dell’Iraq, e accetta di buon grado i contributi dei Paesi Membri a tal proposito

    – Riconosce la richiesta trasmessa nella lettera del 5 giugno 2004 da parte del Primo ministro del Governo ad interim dell’Iraq al Presidente del Consiglio di Sicurezza, allegata a questa risoluzione, che venga mantenuta
    la presenza della forza multinazionale

    – Riconosce anche l’importanza dell’accordo espresso dal Governo sovrano dell’Iraq circa la presenza della forza multinazionale e uno stretto coordinamento tra la forza multinazionale e quel governo.

    – Saluta la disponibilità della forza multinazionale a proseguire gli sforzi per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq a sostegno della transizione politica in vista soprattutto delle prossime elezioni, e a fornire condizioni di sicurezza alla presenza Onu in Iraq, secondo quanto descritto nella lettera del 5 giugno 2004 dal segretario di Stato americano al Presidente del Consiglio di Sicurezza allegata a questa risoluzione

    – Rileva l’impegno di tutte le forze che promuovono il mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq ad agire in conformità con la legge internazionale, compresi gli obblighi previsti dalla legge umanitaria internazionale, e a cooperare con le organizzazioni internazionali del caso

    – Afferma l’importanza dell’assistenza internazionale nella ricostruzione e nello sviluppo dell’economia dell’Iraq

    – Riconosce i benefici derivati all’Iraq dalle esenzioni e dai privilegi di cui godono le entrate petrolifere irachene e il Fondo di Sviluppo per l’Iraq, e rileva l’importanza che continue erogazioni vengano garantite a questo fondo da parte del Governo ad interim dell’Iraq e di quelli che gli succederanno alla dissoluzione dell’Autorità Provvisoria della Coalizione

    – Stabilisce che la situazione in Iraq continua a costituire una minaccia per la pace e la sicurezza a livello internazionale

    Il Consiglio di Sicurezza

    Ai sensi del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite (che autorizza l’azione in caso di minacce alla pace, alle violazioni della pace e agli atti di aggressione) il Consiglio di Sicurezza dichiara che:

    1. Appoggia la formazione di un governo sovrano ad interim in Iraq, così come presentato il 1 giugno 2004, che entro il 30 giugno 2004 assumerà la piena responsabilità e l’autorità di governare l’Iraq astenendosi nel contempo dall’intraprendere azioni che influiscano sul destino dell’Iraq al di là della fase limitata dell’interim finché un governo transitorio dell’Iraq non assuma l’incarico come previsto nel paragrafo che segue;

    2. Saluta il fatto che, sempre entro il 30 giugno 2004, finirà l’occupazione e l’Autorità Provvisoria della Coalizione cesserà di esistere, e che l’Iraq riaffermerà la propria completa sovranità;

    3. Ribadisce il diritto del popolo iracheno a determinare liberamente il proprio futuro politico e a esercitare piena autorità e controllo sulle proprie risorse economiche e naturali;

    La transizione

    4. Appoggia la tabella di marcia proposta per la transizione politica dell’Iraq verso un governo democratico, di cui fanno parte: (a) formazione del governo sovrano ad Interim dell’Iraq che assumerà responsabilità e autorità di governo entro il 30 giugno 2004; (b) convocazione di una conferenza nazionale che rifletta la diversità della società irachena; e © convocazione se possibile entro il 31 dicembre 2004, e in ogni caso non oltre il 31 gennaio 2005, di elezioni democratiche dirette per un’Assemblea Nazionale Transitoria che avrà, fra le altre cose, la responsabilità di formare un governo Transitorio dell’Iraq e di redigere una costituzione permanente per l’Iraq che porti a un governo costituzionalmente eletto entro il 31 dicembre 2005;

    5. Invita il governo dell’Iraq a considerare in che modo la convocazione di un incontro internazionale potrebbe sostenere il processo di cui sopra, e rileva che accoglierebbe di buon grado un incontro del genere a sostegno della transizione politica dell’Iraq e della ripresa irachena, a beneficio del popolo iracheno e nell’interesse della stabilità nella regione;

    6. Chiama tutti gli iracheni ad applicare in pace e pienamente questi accordi e tutti gli Stati e le organizzazioni ad appoggiare la realizzazione degli accordi.

    La missione

    7. Decide che nel mettere in atto, se le circostanze lo permettono, il loro mandato per assistere il popolo e il governo iracheno, il rappresentante speciale del Segretario generale (attualmente Lakhdar Brahimi) e la missione Onu di assistenza in Iraq (UNAMI), come richiesto dal governo dell’Iraq:

    a) giocheranno un ruolo fondamentale nel preparare una conferenza internazionale, nel mese di luglio 2004, che selezionerà i membri di un Consiglio consultivo; consiglieranno e appoggeranno il governo ad interim dell’Iraq, la commissione elettorale indipendente dell’Iraq e l’assemblea nazionale di transizione sul processo che porterà alle elezioni libere; promuoveranno il dialogo e la costruzione del consenso sulla stesura di una bozza di Costituzione nazionale del popolo iracheno;

    b) e inoltre: consiglieranno il governo iracheno sullo sviluppo di efficaci servizi civili e sociali; contribuiranno al coordinamento e al compimento della ricostruzione, dello sviluppo e dell’assistenza umanitaria; promuoveranno la protezione dei diritti umani, la riconciliazione nazionale, e una riforma legale e giudiziaria per rafforzare il ruolo della legge in Iraq; consiglieranno e assisteranno il governo nella prima pianificazione per la realizzazione di un censimento;

    8. Saluta gli sforzi del governo ad interim iracheno per sviluppare una forza di sicurezza in Iraq, incluse le forze armate irachene, che opereranno sotto l’autorità del governo ad interim dell’Iraq e dei suoi successori;

    9. Rileva che la presenza della forza multinazionale in Iraq è una richiesta dell’entrante governo ad interim dell’Iraq e ribadisce quindi l’autorizzazione alla forza multinazionale sotto comando unificato stabilita ai sensi della risoluzione 1511 (2003), che è in rapporto con le lettere allegate a questa risoluzione;

    10. Stabilisce che la forza multinazionale avrà l’autorità di prendere tutte le misure necessarie per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq conformemente alle lettere allegate a questa risoluzione in cui viene espressa, fra le altre cose, la richiesta irachena che continui la presenza della forza multinazionale e ne vengono esposti i compiti, compresi la prevenzione e la dissuasione dal terrorismo in modo che, fra l’altro, le Nazioni Unite possano svolgere il loro ruolo di assistenza al popolo iracheno come da paragrafo 7 sopra citato e il popolo iracheno possa attuare liberamente e senza intimidazione la tabella di marcia e il programma del processo politico e beneficiare dalla ricostruzione e dalle attività di ripristino;

    La sicurezza

    11. Saluta a questo riguardo le lettere allegate a questa risoluzione che affermano, inter alia, che esistono degli accordi per stabilire una cooperazione per la sicurezza tra la forza multinazionale e il governo sovrano dell’Iraq e per assicurare il coordinamento tra le due, e nota, sempre a questo proposito, che le forze di sicurezza irachene fanno capo ai ministeri iracheni di competenza, che il governo dell’Iraq ha l’autorità di destinare le forze di sicurezza irachene alla forza multinazionale per l’impegno in operazioni con essa e che le strutture di sicurezza descritte nelle lettere serviranno come base affinché la forza multinazionale e il governo iracheno trovino un accordo su tutta la gamma delle questioni fondamentali strategiche e di sicurezza, inclusa la strategia sulle operazioni offensive sensibili, e garantiranno una piena partnership fra le forze irachene e la forza multinazionale attraverso stretta coordinazione e consultazione;

    12. Decide inoltre che il mandato della forza multinazionale sarà rivisto su richiesta del governo dell’Iraq, o a 12 mesi dalla data della risoluzione, e che questo mandato scadrà al momento del completamento del processo politico descritto nel paragrafo 4 sopra citato, e dichiara che questo mandato verrà revocato anche prima se richiesto dal governo dell’Iraq;

    14. Riconosce che la forza multinazionale aiuterà anche nella ricostruzione delle capacità delle forze di sicurezza irachene e delle istituzioni attraverso un programma di reclutamento, addestramento, equipaggiamento, controllo e monitoraggio;

    15. Richiede agli Stati membri e alle organizzazioni regionali e internazionali di contribuire all’assistenza della forza multinazionale, comprese le forze militari, come stabilito in accordo con il governo dell’Iraq, per andare incontro ai bisogni della popolazione irachena di sicurezza e di stabilità, di assistenza umanitaria e per la ricostruzione, e di appoggiare gli sforzi dell’UNAMI, la missione Onu di assistenza all’Iraq.

    16. Enfatizza l’importanza di sviluppare un corpo di polizia efficiente, di rafforzare le frontiere e creare un Servizio di Protezione delle Strutture, sotto il controllo del Ministero degli Interni, per il mantenimento dell’ordine, della legge e della sicurezza inclusa la lotta al terrorismo.

    17. Condanna tutti gli atti di terrorismo in Iraq, riafferma gli obblighi degli Stati membri contenuti nella risoluzione 1371, 1267, 1333, 1390, 1455 e 1526 e altri rilevanti obblighi internazionali riguardo alle attività dei terroristi in Iraq e fuori o contro i suoi cittadini, e reitera il suo appello a tutti gli Stati membri a impedire il transito di terroristi da e per l’Iraq, di armi per i terroristi, e di finanziamenti che possano aiutare i terroristi, e enfatizza l’importanza di rafforzare la cooperazione tra i paesi della regione, particolarmente i vicini dell’Iraq;

    18. Riconosce che il governo ad interim dell’Iraq assumerà un ruolo primario nel coordinare l’assistenza internazionale all’Iraq;

    19. Accoglie gli sforzi dei Paesi membri e delle organizzazioni internazionali a fornire, secondo le richieste del governo ad interim dell’Iraq, anche tramite l’invio di esperti, assistenza tecnica mentre l’Iraq sta ricostruendo la sua capacità amministrativa;

    La ricostruzione

    20. Reitera la sua richiesta agli Stati membri, alle istituzioni finanziarie e alle altre organizzazioni di moltiplicare gli sforzi per aiutare il popolo dell’Iraq nella ricostruzione e nello sviluppo dell’economia, anche fornendo esperti internazionali e le risorse necessarie attraverso un programma coordinato di assistenza dei donatori;

    21. Decide che la proibizione in relazione alla vendita o alla fornitura di armi all’Iraq e di materiale correlato decisa in una risoluzione precedente non si applicherà alla richiesta di armi e di materiale correlato proveniente dal governo iracheno o dalla forza multinazionale per servire agli scopi di questa risoluzione, sottolinea l’importanza per tutti gli Stati di attenersi strettamente a tali scopi, e nota l’importanza dei vicini dell’Iraq a questo riguardo, e si appella al governo dell’Iraq e alla forza multinazionale perché assicurino la corretta applicazione delle procedure;

    22. Nota che nulla nel precedente paragrafo inficia le proibizioni e le obbligazioni degli Stati in relazione a quanto specificato nei paragrafi 8 e 12 della risoluzione 687 del 3 aprile 1991 o le attività descritte nel paragrafo 3(f) della risoluzione 707 del 15 agosto 1991, e riafferma la sua intenzione di rivedere i mandati della Commissione Onu di ispezione, verifica e monitoraggio e dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica;

    23. Chiama tutti gli Stati membri e le organizzazioni internazionali a rispondere alle richieste irachene per aiutarli a integrare dei veterani iracheni e i membri della milizia precedente nella società irachena;

    24. Nota che con la dissoluzione dell’Autorità provvisoria della coalizione i fondi del Fondo per lo sviluppo dell’Iraq saranno erogati esclusivamente per disposizione del governo dell’Iraq e decide che il Fondo per lo sviluppo dell’Iraq sarà utilizzato in maniera equa e trasparente e attraverso il bilancio iracheno, anche per soddisfare i principali obblighi nei riguardi del Fondo, che gli accordi sul deposito dei ricavati dalla vendita di petrolio all’estero, dai prodotti petroliferi e dai gas naturali stabiliti nel paragrafo 20 della risoluzione 1483 (2003) continueranno a essere in vigore, che il Consiglio internazionale di monitoraggio sul Fondo (IAMB) continuerà le sue attività di controllo del Fondo per lo sviluppo e includerà un individuo qualificato designato dal governo dell’Iraq come membro aggiuntivo con diritto di voto, e che accordi appropriati saranno raggiunti per la continuazione del deposito dei ricavi previsti nel paragrafo 21 della 1483 (2003);

    25. Decide inoltre che le norme del paragrafo precedente per il deposito dei ricavi nel Fondo per lo sviluppo dell’Iraq e per il ruolo del Consiglio internazionale di monitoraggio sul Fondo (IAMB) saranno riviste su richiesta del governo di transizione iracheno o a dodici mesi dalla data di questa risoluzione, e comunque scadranno alla fine del processo politico di cui si parla nel paragrafo 4 sopra citato;

    Il petrolio

    26. Decide che, con la dissoluzione dell’Autorità provvisoria della Coalizione, il governo ad interim dell’Iraq e i suoi successori assumeranno diritti, responsabilità e obblighi relativi al programma Oil for Food che erano stati trasferiti all’Autorità, incluse tutte le responsabilità operative per il programma e tutti gli obblighi di cui l’Autorità si era fatta carico connessi a tali responsabilità, e la responsabilità di assicurare la certificazione indipendente e autenticata che le merci sono state consegnate, e inoltre decide che, dopo un periodo di transizione di 120 giorni a partire dalla data di approvazione di questa risoluzione, il governo ad interim dell’Iraq e i suoi successori si assumeranno la responsabilità di certificare la consegna delle merci secondo i contratti stipulati e che tale certificazione costituirà l’autenticazione indipendente richiesta per l’erogazione dei fondi associati a tali contratti;

    27. Inoltre decide che norme contenute nel paragrafo 22 della risoluzione 1483 (2003) continueranno a essere in vigore, eccetto il fatto che i privilegi e le immunità previste in quel paragrafo non si applicheranno in nessun giudizio finale che scaturisse da un obbligo contrattuale stipulato in Iraq dopo il 30 giugno 2004;

    Il debito

    28. Saluta l’impegno di molti creditori, inclusi quelli del Paris Club, a individuare i modi per ridurre sostanzialmente il debito dell’Iraq, chiama gli Stati membri, come anche le organizzazioni internazionali e regionali, ad appoggiare gli sforzi di ricostruzione dell’Iraq, sollecita le istituzioni finanziarie internazionali e i donatori bilaterali a prendere immediati provvedimenti per fornire la piena gamma dei loro prodotti e altre forme di assistenza finanziaria all’Iraq, riconosce che il governo ad interim dell’Iraq avrà l’autorità di concludere e applicare tali accordi e altri che potranno essere necessari a questo scopo, e chiede a creditori, istituzioni e donatori di lavorare come priorità su queste questioni con il governo ad interim dell’Iraq e i suoi successori;

    29. Richiama gli obblighi degli Stati membri a congelare e trasferire alcuni fondi, proprietà e risorse economiche al Fondo per lo Sviluppo dell’Iraq in accordo con i paragrafi 19 e 23 della risoluzione 1483 (2003) e con la risoluzione 1518 (2003) del 24 novembre 2003;

    30. Chiede al Segretario Generale dell’Onu di fare rapporto entro tre mesi dalla data di approvazione di questa risoluzione sulle operazioni della missione Onu UNAMI in Iraq, e in seguito con cadenza trimestrale sui progressi in direzione delle elezioni nazionali e il compimento di tutte le responsabilità dell’UNAMI;

    31. Richiede che gli Stati Uniti, per conto della forza multinazionale, facciano rapporto al Consiglio di Sicurezza entro tre mesi dalla data di approvazione di questa risoluzione sugli sforzi e sui progressi di questa forza, in seguito su base trimestrale;

    32. Decide di occuparsi attivamente della questione.

  14. Il caso Italia è la dimostrazione lampante, di come sia molto più semplice e soprattutto sicuro per l’Imperialismo USA, tenere al guinzaglio democrazie “per modo di dire”, piuttosto che dittature confezionate ad hoc.

  15. La password: vuol dire che i tenutari (senza offesa) del sito consentono ai visitatori peones di passare dall’altra parte della scrivania; si, insomma, di scrivere gli articoli che leggi qui.

    A furor di popolo, pare.

    Astenersi taccagni liguri e nanofiliaci.

    Francesco

    (Quello del post di mezzo, nè il primo, nè l’ultimo, pugliese, mani bucate).

  16. Parsimonioso, io sono parsimonioso. Ecchecavolo.

    Francesco

    PS a me quelli che p arlano di “democrazia per modo di dire” stanno sulle palle più degli stalinisti dichiarati. Per una questione di onestà intellettuale e lealtà. Insomma, come Follini e Fassino, almeno il secondo lo dice che lavora contro Silvietto bello e lo vuole fare fuori.

  17. Pure a me, paro paro, ma a Freccia tutto si perdona, pure i post deliranti!

    Tu parsimonioso, io operatore ecologico.

    Francesco

    PS: 1. Mò pure Follini, vanto della terra mia, più non trama ma urla in giro che vuol far fuori il tuo bello. Ciò che a me, nel suo caso piccino, con gli occhialini tondetti, pare un’aggravante.

    2. Passaggio di poteri anticipato, Saddam restituito, niente petrolio, prove dai servizi segreti russi (imperialisti, capitalisti) dei legami tra Saddam e Bin Laden, si arrendono capi terroristi in Iraq e in Arabia Saudita, presto libere elezioni in Afghanistan e Iraq:

    chissenefrega?

  18. Grazie per la considerazione, Francè. E’ questione di punti di vista. Io, lo si è capito ormai, non ho simpatia per le mezze misure. E riguardo alla percezione politica del circostante, incontro grande difficoltà a considerare democratico un sistema in cui uno, appena nominato presidente del consiglio (e sottolineo nominato), si possa permettere impunemente di dichiarare in pubblico, e pergiunta mentre è in visita all’estero, che alcuni suoi concittadini non debbono più lavorare perché, a suo modo di vedere, essi sono dei criminali. Queste cose Francé, se passano in cavalleria, o è perché succedono in un sistema totalitario o è perché avvengono in un democrazia “per modo di dire”.

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