Apolitico, apartitico, anfame…

Io voto e voto Uniti nell’Ulivo.
Nessun problema, nessuna remora, nessun indugio.
Chi sta leggendo deve considerare che il sottoscritto è, rispetto alla politica, quanto di più quotidianamente sputtanato e meno modaiolo si possa attualmente immaginare.
Sono un ex figgicciotto, ma non un semplice iscritto.
Da minorenne facevo la diffusione dell’Unità la domenica mattina, poi sono diventato segretario di uno dei circoli della FGCi con più iscritti di Roma (il circolo Woody Allen, una piccola rivoluzione onomastica nella galassia dei circoli Gramsci e Togliatti), ho fatto parte dell’organigramma della FGCI romana e sono stato tra i delegati che a Pesaro emularono i più grandi votando lo storico passaggio da Federazione Giovanile Comunista Italiana in Sinistra Giovanile.
Ho fatto in tempo a votare PCI, poi ho sempre segnato con decisione il simbolo della quercia.
Ho avuto per molto tempo la tessera del Partito.
Non solo.


Ho sempre espresso preferenze, spesso anche per miei amici, come farò anche stavolta votando Nicola Zingaretti (segretario della FGCI romana dei tempi succitati).
Io voto.
Voto perchè non ne posso più di sentir dire “sono apartitico, sono apolitico” (“anfame” diceva Fassari).
Politica = brutto, è una cazzata.
“E’ tutto un magnamagna” è una cazzata.
La politica è un’arte nobile e difficile, un’esperienza formativa e unica per chiunque l’abbia affrontata attivamente almeno una volta, anche e soprattutto votando.
E’ vero, gli interpreti vanno cambiati, parecchi di loro sono improponibili, tanto a destra quanto a sinistra.
Embè?
Questo sarebbe l’alibi per mollare tutto e rimanere a fare la principessa sul pisello? Questa sarebbe l’inoppugnabile motivazione che giustificherebbe l’astensionismo?
Io non so chi vincerà.
Ma spero che vinca la sinistra, sempre, a prescindere dal contesto europeo o circoscrizionale. Sono tifoso, tifoso di ciò che penso sia meglio (o meno peggio) per la collettività, me incluso.
Anch’io vorrei tanto vedere facce nuove a sinistra, facce di persone capaci, intelligenti, umili, colte, preparate, intellettuali, liberi pensatori, persone “normali”, che dicano e facciano qualcosa di sinistra.
E per questo vado a votare.
Quello che degli intellettuali di oggi più mi fa incazzare, di certi intellettuali, è la capacità più unica che rara di non sporcarsi mai le mani, di non prendere posizione quando veramente servirebbe, di rimanere su un trespolo buono per sputazzare oggi sull’uno domani sull’altro, dando esempi di qualunquismo più forti di qualsiasi massaia di Voghera votante, distinguendosi per appiattimento sulle opinioni dei più anzichè per capacità di fare l’opinione dei più.
Così è troppo facile, troppo comodo.
Troppo vigliacco.
Se volete lamentarvi, fatelo costruttivamente.
Metteteci la vostra di faccia, una volta.

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1 Commento

  1. Dopo oltre tredici anni dalla pubblicazione, mi imbatto in questo post ma, soprattutto, nei commenti…quello dell’utente “dubbioso”, il terzultimo includendo il mio, era da Oscar del Calcio e non solo.

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