E’ talmente indipendente che la domenica esce con il Giornale

Pagina 1: Paolo Villaggio e Gianni De Michelis
Pagina 2: Pippo Franco e Roberto D’Agostino
Pagina 3: “Guerriglia” (rubrica non bene identificata di parole messe lì a caso e/o rubate da internet senza capirne il senso)
Pagina 4: Pierluigi Diaco

Ma potevate dirmelo che in Italia è nato un nuovo giornale comico!

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23 Commenti

  1. Più che comico direi ossimorico. Si chiama “Indipendente” ed è: a) finanziato con 8 miliardi cash targati An b) segue la linea di An sul caso Sofri c) Ha la stessa carta e viene stampato nello stesso posto del Secolo d’Italia (An) d) ha lo stesso concessionario di pubblicità del Giornale

    (letto su: http://rudybelcastro.splinder.it )

  2. Caro Natalino Russo etc, etc.
    se il Manifesto o l’Unità si chiamassero “Indipendente” sarebbero ugualmente ridicoli. Non tutti, infatti, come il Foglio, il Secolo D’Italia o altri quotidiani finanziati dal Parlamento (ma non per questo meno prestigiosi di altri) fanno giuramento di “autonomia ed indipendenza” come il quotidiano diretto da Giordano Bruno Guerri. Si vendono come indipendenti, ma non lo sono ne politicamente ne economicamente. Non c’è nulla di male nell’essere finanziati da un partito e proporsi come la sua voce, ma è grottesco chiamarsi Indipendente.

  3. Malvino, grazie, già che ci sei potresti dire al Russo Seminara che la mia lettura quotidiana è il Foglio e non quella varia umanità che ha lui citato? Grazie ancora.

  4. tanto per precisare….la concessionaria di pubblicità è la stessa de la repubblica, non del Giornale…

  5. L’Indipendente on line sottotitola “dal primo aprile in tutte le edicole d’Italia”, mica c’era bisogno di leggerlo per capire che era un giornale comico, uno scherzo…
    btw, il nome di un giornale non ne esplicita il contenuto, non è un biglietto da visita, può servire ad identificare o a richiamare un’idea e mi pare tuttavia ovvio che uno non scelga come nome ‘il fazioso’ o altre idiozie simili.
    Cioè, a parte la Padania…
    Ah, visto che pare esser d’uopo precisarlo: io leggo l’Unità e la Padania ed altri (quando pubblicano qsa che val la pena leggere)saltuariamente, il Foglio ed il Manifesto meno saltuariamente, il Bugiardino (Eco di Bergamo) ed il Corsera sempre.
    E potrei dire male e bene di tutti quanti: sulla necessità di far coincidere il pensiero di chi firma l’assegno con il racconto dei fatti; sulla qualità e la pozizione del racconto dei fatti; sulle qualità -anche morali, perchè no ?!- di chi ci scrive.
    E credo che ci voglia davvero molta malafede (e molto poco tempo speso a leggere) per parlare, in astratto, di quanto sia pessimo un giornale…

    PS. Come ha detto qualcuno, l’Unità è (ed era, prima di D’Alema e prima di quello prima di D’Alema)non solo l’organo dei Ds ma pure il giornale di quelli che leggono l’Unità: se dunque buona parte di quelli che la leggono e votano i Ds sono critici verso i Ds, è una buffonata fingere di stupirsi o pretendere che l’Unità non ne tenga conto…

  6. Il manifesto, come Radiopopolare di Milano, è controllata da una cooperativa che fa capo ai lavoratori e ad un vasto azionariato popolare. In pratica lo possiede chi ci scrive e chi lo legge. Il modello non è necessariamente incompatibile con grossi quotidiani: all’estero c’è l’esempio di Lemonde di proprietà dei giornalisti.
    Diciamo che chi si pregia di essere indipendente ha ancora parecchia strada da fare.

  7. Ringrazio Ale76 per la citazione, ma non ho mai scritto che l’Indipendente ha la stessa concessionaria del Giornale. Confermo, invece, cio’ che ha scritto Maxim: il quotidiano “Pesce d’aprile” diretto da Giordano Bruno Guerri, ha scelto la concessionaria del gruppo Espresso per la raccolta pubblicitaria (Manzoni).

  8. Piccola svista di ale76 nel secondo commento. Vero che l’Indipendente vive di molte contraddizioni, ma la raccolta pubblicitaria è forse la più macroscopica, affidata com’è non alla stessa concessionaria del Giornale (di cui si occupa Mondadori), bensì alla gloriosa Manzoni&c, backbone del gruppo editoriale l’Espresso (come si legge nel colophon in ultima pagina). Ossimoro, questo si, non indifferente, anche se rispettoso delle legge sull’editoria, che impone divisione tra contenuti redazionali e pubblicità.

  9. Rico Capone, arrivi terzo. E’ già stato precisato due volte su questi commenti.

  10. Insomma, non ci riuscite proprio a mandare giù l’esistenza di un’altra testata della Destra? Eh? Io vi dico di mettere da parte pregiudizi e rancori politici stupidi. Il GIORNALISMO in quanto scrittura deve essere amorale e libero e INDIPENDENTE di dirne di cotte e di crude su tutto e tutti anche verso chi finanzia il giornale come mezzo e veicolo di congiunzione tra l’informazione e il destinatario/lettore. Pesce d’Aprile o no, a me l’INDIPENDENTE mi fa ridere e mi diverte che lo diriga Giordano Bruno Guerri. Ho avuto modo di conoscere il vicedirettore a Napoli, Luciano Lanna in occasione della presentazione del libro “Fascisti Immaginari” scritto insieme al giornalista parlamentare Filippo Rossi. L’Indipendente ha una scrittura vivace, scorrevole, allegra, fluida, ironica al punto giusto e si legge in 30 minuti. Cosa volete di più? Un Lucano? E’ un buon foglio giornalistico che va a colmare un vuoto nella carta stampata di quelli che come amano la satira, l’ironia e la scrittura brillante e possono avere simpatie politiche diverse da quelle “rosso-passione” pur sapendo criticare le medesime se sbagliano. Ma chi non sbaglia? E’ tempo di ‘passione’? No? Tra Mel Gibson, Berlusconi, e Guerri….Ognuno con la sua e voi altri con la vostra senza far stupide polemiche, Please :O))

  11. Beh, se le qualità dei giornali e dei giornalisti sono quelle del post di Francesca, bisogna chiudere subito “Il giornale” “La Padania” e tutti gli altri giornali berlusconiani, anzi a pensarci bene ci vorrebbe la disgregazione del polo delle “libertà”, visto che nessuno di loro poverini può permettersi di scrivere niente contro il nano bagonzo. Ma lasciamo stare l’Indipendente il vero unico e unico giornale libero di destra. Evviva qualcuno che ci dirà la verità sul governo di destra. Ma mi faccia il piacere.

  12. Penso che i nomi della destra cultural che citi, siano persone di cui, per la maggior parte, posso avere solo stima. Peccato che quasi tutti siano morti. Mentre per gli altri ci sia la morte celebrale.

  13. Non penso che molte persone abbiano cavalcato l’ideologia di sinistra per lavorare. Comunque la discussione verteva sulle pseduo libertà della destra berlusconiana di poter realmente dire ciò che pensa o dei partiti ormai inglobati a FI che sono solo un’appendice. Questo non vuole dire che a sinistra sia tutto rose e fiori, ma noi un po’ di autocritica ogni tanto la facciamo (vedi l’Unità).

  14. Discutere fa bene ma patto che vi rendiate conto che destra o sinistra non è quello il problema o la validità delle ideologie, che sono entrambe valide, ma il fatto che la destra e la sinistra sono fatte da persone capaci o meno. Inoltre, un direttore di giornale ha il diritto di decidere e di capitanare la linea editoriale come meglio crede che rispecchi i vostri gusti o no! Guerri non ha alcuna intenzione di piacere a tutti ma solo di esistere e di fare la sua parte e di colmare quel vuoto che prima c’era con un ‘foglio-quotidiano’ e non con un giornale fatto di tante pagine a cui siamo abituati con il Mattino e La Repubblica, La Stampa, Il Tempo, e L’Unità etc etc…C’era già Il FOGLIO e IL RIFORMISTA ma sempre troppo pochi rispetto al classico panorama editoriale,(a meno che non cisa un cambiamento in futuro). La differenza sta nel cogliere che si tratti di un giornale dal tratto ‘filosofico-politico’ che permetta di scrivere parolacce fare battute, ironia, sarcasmo, se occorre, insomma non si precluda nulla, indipendentemente da chi lo finanzia! E’ questa la vera rivoluzione: essere finanziati da un partito e, se necessita, saperlo mettere anche in discussione…Scrivere divertendosi!Mettetevi l’anima in pace e se poi vi da tanto fastidio…quell’euro spendetelo per una cartolina d’auguri o un cornetto algida… ;O))E’solo aumentato il pluralismo della carta stampata, nulla più e se lo stesso Vicinanza, direttore di Repubblica Napoli, ne ha parlato bene, pur appartenendo ai ‘rossi’ significa che il valore delle persone che lo fanno o dello stesso libro “Fascisti Immaginari” va dato per quel che è, ossia: Un ottimo lavoro editoriale su quanto sulla Destra non si sia mai detto. E se non mi credete c’è un mio articolo che ne fa la cronaca… (lo cito perchè si tratta del vicedirettore dell’INDIPENDENTE, Lanna e non per farmi pubblicità)
    http://www.denaro.it/go/pub/articolo.qws?recID=159397
    Saluti a tutti, senza rancore…

  15. Ho come l’impressione che Francesca sia in realtà il socio di maggioranza dell’Indipendente :-)
    Scherzavo, devo dire che l’appassionata presentazione mi ha convinto, proverò a comprarlo per poi giudicarlo.

  16. … io però ancora non ho capito se citare Socci e Veneziani tra gli intellettuali di destra (e Ferrara ?! Ferrara intellettuale di destra !?) fosse una estensione del Pesce di Guerri, fosse satira o fosse invece un’affermazione precisa, seria e tutt’altro che ironica…
    davvero ! non ho capito se era uno scherzo o meno…

    Poi, sul fatto che i più tra artisti ed intellettuali siano ‘sinistri’ mi pare logica e legittima conseguenza della dittatura comunista a lungo vigente in questo paese (più o meno, dal momento della pugnalata a Cesare di Bruto fino al secondo avvento dell’-ipse dixit-Unto) e del parassitismo della Falce&Martello verso ogni ente della società civile e non (dalla Banca d’Italia fino al Vaticano!).
    Un paese intrinsecamente comunista, pieno di comunisti: solo così si spiegano Pippo Franco e il resto della produzione intellettuale di destra…

  17. Ecco: prima provare, liberi da ogni pregiudizio e poi valutare e giudicare se ne vale la pena comprarlo perchè ci trovate qualcosa di interessante o ‘divertente’ oppure spendere l’euro per qualche giornale che rispecchi molto di più i vostri interessi.
    Buona Giornata. :O))

  18. Deduzione fine per deduzione fine, debbo dedurre che ‘lo steso (…) al cervello’ sia metafora del mio encefalogramma piatto e non invece presunzione che la terza sibilante in una semplice bisillaba fosse di troppo…
    Presunzione per presunzione, sapu può essere la dolce quasi metà di saputello, oppure anche ‘colui che cattura il pangolino a mani nude’ tradotto da uno degli -anta dialetti maori…

    Il problema resta fondamentalmente non poter fare a meno di pensare che il problema sia, esista, perchè in realtà il problema non esiste e Pippo Franco può pure far ridere qualcuno (che comunque non è obbligato a vantarsene) e anche la Dandini, seppure non avvezza -è sempre stata la sua grande pecca- alla comicità dei doppi sensi d’asilo e dei gas della digestione…

    Che la sinistra faccia ridere può essere, come può essere un semplice ritornello, il jingle di uno spot pubblicitario trasmesso così spesso che alla fine, anche se ti schifa, cominci a fischiettarlo;
    che altri da tutt’altra parte, oltre a trasmettere ininterrottamente spoz, facciano piangere dal ridere smitragliando minchiate è una tale evidenza che, per non notarla, occorre per forza essersi arrampicati fino agli ultimi specchi, in alto, di uno sliver…
    Ma non era di questo che si parlava, vero…

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