Fanfani, Di Vittorio e gli immigrati

Tanto per abbaiareI politici di ora, tutti leccati. Molto diversi da quelli di una volta, rozzi ma veri, sui manifesti elettorali della povera Italia di tanti anni fa. Oppure, delle elezioni di adesso: ma in quelle di serie B…

Elezioni. Enormi manifesti da mezzo palazzo in cui il politico t’assicura che sta pensando proprio a te. Prodotti da designer professionisti, colori armonizzati perfettamente – Illustrator Cmyk – e format delle headlines calibrati uno per uno. I politici, in questi manifesti, sono perfettamente rasati, vestono con trascurata eleganza e guardano con ironia. Alla politica, probabilmente, ci sono arrivati come a un hobby raffinato: avrebbero potuto fare la star del cinema, oppure il megamanager o chissà il critico d’arte. “Grazie ragazzi!” fa il politico sorridente: potrebbe esssere Tom Cruise in un film di guerra e invece, chissà perché, fa il ministro. “Miliardi!” fa l’altro politico con un sorrisetto soddisfatto, da Paperone: ma tutti questi miliardi, che agevolmente avrebbe potuto guadagnare per sè, egli – con understatement – per questa volta, benevolo, li sta regalando a noi. Che passiamo coi nostri abiti non da vip, con le nostre borse della spesa e le nostre cartelle fantozziane, e li guardiamo dal basso in alto con ammirazione.

Poi, ma molto più piccoli, ci sono anche i manifesti delle altre elezioni (votano gl’immigrati, qui a Roma). Manifesti che non vedevo da quarant’anni, col candidato mal rasato che sorride forzato dritto nell’obbiettivo. Visi non eleganti, non da politici, ma da vita quotidiana. Un sorriso tirato, sopracciglia pesanti, bavero rialzato: ha un nome rumeno in “u” ma è identico a Di Vittorio. Piccolo e con gli occhiali, ammiccante, con dei baffetti radi da impiegato: sarà dello Sri Lanka, va bene, ma è assolutamente preciso al vecchio manifesto di Fanfani. Così, in questi manifesti di poveri, ritrovi la politica della buona Italia di una volta. In uno, un orientale e un nero si scambiano una stretta di mano, sorridendo. Sotto c’è scritto lo slogan, in lingue incomprensibili ma – anni Cinquanta – italiane.

Cronaca. Corleone. Ancora un regolamento di conti nell’ambito della criminalità organizzata. Il capo di una delle principale Famiglie della zona, il boss Yassin, è stato “giustiziato” in mezzo alla folla dai killer del clan rivale, guidati dal boss Sharon che avrebbe personalmente organizzato e diretto l’omicidio. Diversi passanti innocenti, almeno sette, sono stati feriti o uccisi dal fuoco indiscriminato degli assassini. Il boss ucciso era considerato il mandante di numerosi attentati verificatisi nella zona. Quanto allo b, era stato di recente accusato presso un tribunale straniero per l’omicidio di numerosi abitanti del popoloso quartiere di Chatila. Nessun commento sul tragico episodio da parte degli inquirenti: da tempo le forze di polizia non osano nemmeno entrare nel territorio conteso fra i due clan rivali. Parte della popolazione cerca di allontanarsi con ogni mezzo dalle località contese mentre numerosi giovani, persa ogni speranza di un ritorno a una vita normale, si arruolano per sopravvivere nell’uno o l’altro dei clan rivali.


Bavaglio. Crackato la settimana scorsa anche il sito dell’Osservatorio sulla legalità.
Info: news@osservatoriosullalegalita.org

Mara wrote:

Quei manifestanti che hanno insultato Fassino costituivano, all’interno di un corteo estremamente festoso e pacifico, oltre che pacifista, una frangia un po’ idiota, e per fortuna, assolutamente minoritaria, erede di una tradizione di opposizione “musclèe”, di fine anni 70, che non trova oggi nessun riscontro nel radicalismo non violento, esplicitamente rivendicato tanto dalla stragrande maggioranza dei no-global quanto da Bertinotti. Luther King e Gandhi hanno ottenuto molto di più che non Lenin e Trotzki, rispetto agli obiettivi che si proponevano. Non è un caso che il nome di riferimento sia oggi Rosa Luxemburg, molto critica del leninismo nel lontano 1918. Fassino è solo colpevole di non dire le cose come stanno in realtà, e di arrampicarsi sugli specchi di un dialogo bypartisan con un governo che, sulla attuale presenza italiana in Iraq, ha detto e continua a dire solo “bufale umanitarie”.

Angelo wrote:

Mi fa specie sentire D’Alema parlare di congiura, come al solito il presidente Ds confonde la critica con la minaccia all’unità. Oggi l’emergenza causata da uno sciagurato governo di centro destra ci impone come obiettivo primario il ritorno al governo in tempi brevi. Ma questo non deve essere lo spauracchio per azzittire qualsiasi critica. Non riesco a dimenticare che ai vertici dello schieramento di centro sinitra sono rimaste persone (D’Alema, Rutelli) che gli elettori per primi hanno bocciato nel maggio 2001. Personaggi il cui modo di intendere la politica non è più rappresentativo della stragrande maggioranza degli elettori di centro sinistra. Contesto i mezzi scelti da alcuni manifestanti per dar voce al disagio, ma non posso che ritrovarmi nel merito.

Alessandro wrote:

Penso che il tentativo di Fassino di manifestare per la pace fosse risibile. Penso tuttavia che la cosa debba apparire tale da sè, senza nessun idiota dotato di megafono che si perde in insulti. Insultare dal tetto di un carro, col megafono che permette una comunicazione solamente unidirezionale, senza nessuna attinenza con lo scopo primario della manifestazione (che invece era proprio di raccogliere bandiere diverse nello stesso corteo) è proprio quello che dobbiamo evitare. Posso permettermi di trattare questa feccia (parola troppo dura? Per un attimo ho pensato che questi tizi fossero pagati) come loro pensano di trattare chi non si comporta come loro vorrebbero? P.S.: io sono uno di quel milione che non si era accorto quasi di niente.

Michele wrote:

Nessuno ha sottolineato abbastanza che dal corteo non è stato cacciato solo Fassino (cosa comunque gravissima) ma migliaia e migliaia di pacifisti che come unica colpa avevano quella di esser iscritti ai Ds o alla Sg. Io ero tra loro. Appena siamo arrivati a Piazza Esquilino sono incominciati gli insulti e gli spintoni da parte dei “pacifistiveri”. Noi abbiamo continuato a marciare tranquilli. Gli insulti si sono fatti più pesanti e gli spintoni più forti, non si accontentavano più di qualche invettiva contro la dirigenza Ds, ora i bersagli erano diventati i bambini, le famiglie, gli anziani. Mentre noi camminavamo a braccia alzate, come i manifestanti a Genova facevano con la Polizia, è partito il lancio di arance, di aste e di uova. E allora quella che con orgoglio io definisco la mia gente, i miei compagni e le mie compagne, hanno con dignità e fierezza incominciato a cantare Bella ciao.. Alla fine abbiamo deciso di sciogliere quello spezzone di corteo prima che la situazione degenerasse. Non abbiamo paura di dirlo: siamo stati cacciati. Qualcuno sostiene la colpa del servizio d’ordine dei Ds che avrebbe allontanato di prepotenza chi stava spintonando e inveendo contro Fassino. Ma se dopo aver promesso loro ceffoni umanitari, io mi fossi avvicinato a Casarini o a Caruso, e dopo averli spintonati li avessi apostrofati come terroristi, i compagni dei centri sociali di Roma che avrebbero fatto? Mi avrebbero offerto un caffè e gentilmente invitato ad allontanarmi? Abbiamo il dovere di tracciare una linea di confine, di essere chiari e sinceri, almeno con noi stessi.
Non si dimenticano le facce dei compagni e delle compagne che ci erano accanto mentre piovevano le bottiglie e gli insulti: il compagno anziano della Toscana che gridava rosso in volto e sull’orlo delle lacrime che, quando lui manifestava contro il governo, sotto il tiro della polizia, quei “pacifistiveri” dovevano ancora nascere; il compagno che gridava loro dov’erano quando lui la notte andava ad attaccare manifesti contro la camorra; le lacrime di quelle giovanissime – non avranno avuto più di sedici anni – compagne che correndo via, scappando, si chiedevano: “Ma perchè? Non vogliamo tutti la pace?”

Spot. A sorpresa, in hit parade sono entrate di prepotenza le canzoni del Mantova Musica Festival (quello organizzato da Nando dalla Chiesa in alternativa a Sanremo). Lauzi, Zezi, Finardi, Pagani, Arigliano, Nomadi, Pippo Pollina, Ricky Gianco e altri venti cantanti e band di successo. Edel Italia, 20 euri, confezione da 3 Cd.
Info: info@festivaldellamusicadimantova.it

Mauro Biani wrote:

“Si chiama Hissan Abde, ha 14 anni (o, forse, 16). Di sicuro ne dimostra meno e, forse, ha anche dei problemi mentali…”. Non so se la supposizione dell’eventuale deficit mentale è stata verificata. Comunque, il solo accennarla, mi ha suscitato ulteriori e più ampie riflessioni. E’ già devastante essere bambini e ragazzi in zone “difficili” del mondo e di guerra, figuriamoci se si è anche “handicappati” fisici o, peggio, mentali e/o con problemi psichiatrici. L’emarginazione si aggiunge all’emarginazione, la parola “indifeso” si incarna in modo tragicamente perfetto.
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5 Commenti

  1. “I padri separati (e non) che uccnodio (e che pagano con il carcere a vita o il contestuale suicidio) quelli non vanno capiti. Vanno liquidati come delinquenti”. (Rino)E al contempo anche come inadeguati. Incapaci quindi di relazionarsi con il ben pif9 alto livello di autonomia, evoluzione e consapevolezza raggiunto dalle donne, privi di autostima e amor proprio, non hanno nessun altra risorsa da mettere in campo se non quella di uccidere, uccidersi e dare di matto…Naturalmente un uomo che spara alla ex moglie e la uccide, la galera se la fa tutta fino all’ultimo giorno e nessuno si preoccupa di capire le ragioni che stanno alle spalle di un simile disperato (e criminale) gesto e che lo hanno provocato (oltre naturalmente ad essere finito per sempre, di fatto condannato anche ad una sorta di morte civile, sociale e spirituale da scontare extra galera).Invece alle donne che procurano la “dolce morte” (come recita l’articolo di Donna di Repubblica) magari friggendo il figlio nel forno a microonde, oppure frullandolo nella lavatrice (non sapevo che fossero “morti dolci” prima di aver letto quell’articolo…), oltre a tirarle fuori dal carcere in tempi molto rapidi perche9 e8 evidente – dicono gli specialisti – che siamo di fronte a pesantissime sindromi depressive e a disturbi della personalite0 (ma va? Non lo avremmo mai pensato…), gli si dedica pure un film che ha un indubbio retrogusto comprensivo e assolutorio (e8 evidente anche solo leggendo la recensione).Proviamo, a parti invertite, a pensare ad un film sulle storie di quei padri separati abbandonati, espropriati di tutto, scaraventati in mezzo ad una strada e ridotti in uno stato di prostrazione totale che in un raptus di follia criminale, uccnodio la ex moglie.Voi che ne dite? Ci sare0 un produttore cinematografico disposto a finanziare un film del genere (altrettanto comprensivo e assolutorio …)?Fabrizio MarchiP.S. o forse uccidere una donna adulta e8 pif9 grave che uccidere un bambino?

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