Coppa dei Balcani: gara di ritorno fra serbi e kosovari

Dopo una pausa tecnica di cinque anni, sull’altra sponda dell’Adriatico riprende il campionato più bellico del mondo.
Contro i serbi, gli uomini di Pristina sperano di bissare il successo dell’andata: “Possiamo farcela anche senza l’aiuto dei campioni stranieri“, assicura il coach, che raccomanda ai suoi la marcatura a uomo, donna, bambino, chiesa e monastero. Subito costretta in difesa la squadra slava, orfana del mitico cittì Slobo Milosevic, sotto processo all’Aja per somma di falli contro l’umanità.
Ma dopo la rivoluzione digitale, in Occidente i macelli balcanici versione 2004 rischiano di fare anche meno audience di quelli del 1999: grazie al pay-terrorism del tycoon Osama Bin Laden, oggi possiamo sperimentare tutte le sciagure di una guerra etnico-religiosa rimanendo comodamente seduti nel nostro treno-pendolari.
Ahimè, il mondo è così vecchio che ormai i risultati delle guerre sono come quelli dei lifting di Berlusconi: bisogna fare un ritocco ogni sei mesi, o casca giù tutto.

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11 Commenti

  1. Potremmo imporre a serbi ed albanesi di inviare un contingente di supporto in Iraq, facendo così dirottare eventuali attentati contro di loro.
    In questo modo risolveremo due problemi in un colpo solo.

  2. io l’unica cosa che imporrei agli Albanesi sarebbe il ritorno coatto in patria

  3. Due brutte razze in una brutta storia… che si ammazzino fra di loro e vaffa…

  4. Io il contingente lo lascerei, ma non perché la mandato d’Alema.

    sempre il solito e?

  5. La situazione Kosovara è ben diversa da quella irachena, e non solo perchè, come il sempre arguto scassacazzi ha immancabilmente fatto notare, nei balcani i soldati ce li ha mandati d’alema ma soprattutto perchè li i soldati svolgono lo stesso compito di chi divide due fratelli che bisticciano e vogliono darsele di santa ragione..servono, sono graditi alla popolazione civile e tengono lontane le due fazioni, consentendo un minimo di vita “normale” alle persone che vivono in quei posti e bada caro NRS (conoscendoti starai già stressandoti il neurone per produrre un’altra delle tue agghiaccianti battute)che stavolta parlo con cognizione di causa, perchè sono circondato da persone che in Kosovo ci sono ancora o ci sono andate, a fare i soldati, semplici e graduati…ben diverso il discorso in Iraq in cui non si vede ragione per cui sono gli USA e non l’ONU a traghettare quel paese verso una democrazia compiuta…certamente mi sbaglio, carò NRS, sono sicuro che nel tuo archivio avrai già pronto un bel perchè caldo caldo…dai, forza, tiralo fuori!…

  6. Gentile signor Russo,
    mi scusi, ma non le sembra di enfatizzare un po’ troppo la libertà d’informazione della casetta della destra? Insomma, c’è gente che non lavora più (pur con tanto di contratti) sol perché, direttamente da un paese ex comunista, è piombato giù dal cielo un editto. C’è gente che non fa più televisione soltanto perché un’azienda privata ha minacciato cause alla Rai. Programmi di punta che vengono sospesi sol perché c’è il minimo pericolo che possano ledere al re dal tacco truccato. Altri programmi che diventano palcoscenici per pesantissimi monologhi con espresso ripudio per qualsiasi confronto….
    Sulla libertà di informazione insomma, starei un po’ più cauto, se considera che nel nostro paese si fanno leggi e decreti per far guadagnare aziende televisive private dal rialzo dei propri titoli in borsa…
    a presto

  7. Ma era un post sulle guerre di moda o un’altro campo di battaglia tra post-catto-comunisti e (dicono loro) liberali?
    Tornando a bomba:si ci sono gerre di moda che ti fanno schizzare li share al 30% e guerre di cui l’uomo della strada non ha paura. Hai mai visto n kamikaze serbo farsi detonare davanti a palazzo Chigi? “due brutte razze in una brutta storia.. che si ammazzino tra loro e vaffa” ecco cosa pensa l’onnipotente Uomo della strada.Finchè non i problemi non ci coinvolgono sono considerati alla stregua di diversivi (forse questo ci da lo status di “paese sviluppato” chi lo sa) salvo poi armarsi tutti di telecomando quando questi ultimi bussano a casa nostra (vedi new york,Madrid e domani chissà).

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