Non è più la Rai /5 (Comedians DeathMatch)

Gianni Boncompagni:
“Al direttore – Sembra che la Prestigiacomo, ministro della pari opportunità, abbia affermato in un momento di sconforto che l’unica cosa che la consolava di essere donna era la certezza che non ne sposerà mai una.”

(da “Il Foglio” del 17/3/2004)
Non è più la Rai: Comedians Deathmatch Natalino Russo Seminara:
“Ormai è assodato : il posto del Che, quale icona dei massimalisti di sinistra è stato preso da Bin laden. Grotta Continua”.

(da un commento su Macchianera, il 16/3/2004)
Primo post scriptum: urge volontario che si presti a spiegare ad almeno uno dei contendenti il reale significato di quest’iniziativa.
Secondo post scriptum, ad uso e consumo del solo Natalino: se ripete un’altra volta la frase “i vostri amici di Al Qaeda”, rincaro la dose di violenza quotidiana subita dai lettori di questa rubrica e sostituisco le sue battute con quelle di Ruperto Spanò (a.k.a. M.C.) da Tv Sette.
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18 Commenti

  1. Non so se è stato fatto apposta. Se così fosse, Neri, sei un genio. Brontolo ha lasciato da pochi giorni la sua rubrica ma il vuoto, che sembrava incolmabile, è stato riempito immediatamente da questo fenomeno: il Virtuoso di Kakà! In un primo momento ho pensato che ci facesse. Poi, invece, è apparso evidente che ci è proprio. Già nel nome, sicuramente d’arte, è insita una incontenibile vis comica: un po’ come Pappagone, Scaramacai, il Mago Oronzo. La sua specialità sono i giochi di parola, i doppi sensi sui nomi: è qui che fa sfoggio di raffinato umorismo oxfordiano e di ardite acrobazie linguistiche. Il fuoriclasse del Milan, Kakà, è la sua musa ispiratrice, la sua Beatrice, e a lui ha dedicato il meglio della produzione. Ha abbracciato, sin dalla nascita, la corrente filosofica del Positivismo di Wassermann: i genitori, ma soprattutto la madre, gli hanno trasmesso i germi del pensiero luetico che il nostro manifesta vivacemente nei suoi preziosi scritti. Lungi da lui il turpiloquio o l’offesa personale! Colpisce il sereno distacco con cui argomenta, in modo enciclopedico, sulle meschine vicende di noi gente comune, ergendosi, con la sua imponente statura culturale, sulle banalità che riempiono questo blog.
    Grazie Neri, hai ridato il sorriso a tanti derelitti.

  2. Considero Bongo uno dei commentatori più efficienti di questo blog.
    I suoi commenti di primo mattino sono lucidi come le scarpe di un marine.
    Non lo ritengo capace di simili offese e non ci credo.
    In ogni caso ha la mia solidarietà.

  3. Cazzo!
    Pure mocciosetto e permalosetto!
    No, ricazzo, questo è troppo. A Natalì hai fatto la cacca fuori dal vasetto. Pulisci tutto e vai a letto senza cena! Sbrigati!!

  4. Gentile NRS,
    Con la tua profonda cultura da Scuola Radio Elettra, tutto puoi dire, tranne che sei un grande battutista. Il Sabelli ti ha chiuso in una gabbia per far ridere come si ride con le scimmie allo Zoo, e, fuori da quella, sei patetico come tutti i commentator scortesi. Ben vengano le tue “offese” (se così si può dire), del tuo genere di cultura ed educazione ne son pieni i giornali e la TV.

    P.s. Ciccio, non sono vile, ho un blog (uno dei tanti ormai) in cuo spiego e mostro le mie opinioni (opinabili ma mie). Se pensi che firmarsi con Nome e Cognome sia da grand’uomo contento tu. Studia Ciccio, ne hai bisogno.

  5. che dire, dopo la lettera di rondolino al Foglio, citata da Wittgenstein (cercatevi il link adesso non funzia)l’intervento di NRS è senza dubbio la cosa più comica che abbia mai letto scritta da lui nei suoi commenti sparsi in ogni dove nella rete..Natalino, quando crescendo avrai raggiunto la maturità per organizzare una gara a chi piscia più lontano avvertimi che voglio partecipare, però ti avviso, non vale salire sul muretto!

  6. Vai, Natalino, ché “Positivismo alla Wassermann” è una battuta proprio carina, ne vale almeno due dozzine delle tue. Complimenti a Bongo, se la battuta non l’ha rubata in giro! P.S.: Non sono di sinistra, anzi. Quindi adesso fammi il piacere di non dire che questo comment è partorito da “odio ideologico”: sono quelli come te che fanno male alla destra. E poi, santo cielo, scrivi se hai da scrivere, ma smetti di fare la macchietta. Non hai pudore?

  7. Ah.., testicolo di un Natalino! Ma che cazzo fai, rispodi al mio post? Bisogna assolutamente mette su un corso cepu per “postatore di blog” (Gianluchì, ce pensi tu?) e iscriverti d’ufficio. Te manca l’abc
    ps: Bongo pure tu però; così lo legittimi

  8. peccato davvero che questa sterile polemica su quanto faccia ridere o non ridere Natalino Russo Seminara stia sovrastando nella quantità i post a commento di altri argomenti.
    Ho scoperto da poco ,ahimè,Macchianera,e trovavo intelligenti i post e anche i commenti.
    Ora non più..ma..just virtual people in a virtual world..

  9. Mara, personalmente trovo più piacevole leggere i commenti dei post e non solo in questo blog. D’altronde questo stesso post era stato inserito dal Neri proprio per scatenare una bella e-rissa , cosa che è puntualmente avvenuta. Ci siamo scambiati offese più o meno eleganti, ma fondamentalmente abbiamo comunicato e ci siamo divertiti. Tutto qui. Ti aspetti altro da un blog? Quanto alla battuta sulla mia iscrizione ai ds, scusate ma non l’ho capita. Certamente colpa mia. Qualcuno me la spieghi, per favore. PS: per la cronaca non sono iscritto nè a partiti politici, nè ad alcun altro tipo di associazione. Non ho nemmeno la tessera di Blockbuster. Per me Bossi o Bertinotti, La Russa o Diliberto, Pecorino Scanio o Buttiglione pari sono: feccia.

  10. Caro Russo Seminara,
    per prima cosa, spero che tu possa perdonare la familiarita’ e l’uso della seconda persona; ma il blog e’ come una grande famiglia, certe formalita’ sono bandite.
    Cosi’ come spero che perdoni una certa lunghezza nell’esposizione di quanto sto per scrivere: gli argomenti sono tanti, e considera che probabilmente non sara’ possibile sostenerli, come invece sarebbe dovuto, con tutte le basi di cui abbisognerebbero.
    Fatte queste dovute premesse, veniamo all’analisi di alcune questioni che i tuoi interventi su Macchianera in diverse occasioni hanno suscitato nella mia povera testa.
    Tu sostieni di essere un umorista di valore (e quindi divertente), e che le tue capacita’ non vengono riconosciute e premiate come dovrebbero a causa del tuo orientamento politico, dichiaratamente di destra.
    Tralascio l’analisi delle tue battute: alcune (poche) le trovo divertenti, altre (troppe) assolutamente banali; si sa, e’ questione di gusti. Ma, benche’ l’equazione consenso = valore sia di solito improponibile, per uno che vuol far ridere sarebbe abbastanza importante ottenere un consenso il piu’ possibile diffuso.
    Il senso della mia riflessione e’ comunque un altro: ed e’ che da sempre il comico e’ umile. Il comico sa di essere il buffone, il giullare, l’esorcismo catartico (omologato o meno) dei difetti della societa in cui vive. Sa di non poter aspirare alla rispettabilita’ nella societa’ organizzata. E allora non si arrabbia se (ovviamente, ossimoricamente) non lo prendono sul serio. Al massimo si deprime, e se e’ dotato di ricca interiorita’ magari viene fuori l’Artista vero, quello capace di ridere con amarezza, quello capace di creare un mondo parallelo che stravolge le regole comuni (del comportamento o del linguaggio) per trasmettere e comunicare l’assurdita’ del vivere secondo le regole “sociali”.
    Per fare due nomi di quelli citati da te, Benni e Fo fanno esattamente questo. A modo loro (l’Artista e’ irripetibile) lo hanno fatto anche Plauto, Laurel e Hardy, Buster Keaton, Chaplin, Toto’, Sordi, Villaggio, Woody Allen, e tanti altri.
    Ora, proclamando a gran voce la tua genialita’, tu non fai altro che negare di essere un Comico. Vuoi davvero dimostrare di essere bravo? Crea battute che facciano ridere e nessuno, fra una risata e l’altra, ti chiedera’ cosa pensi di Berlusconi o D’Alema. E se gli altri non ridono non credere che sia colpa loro, ma investiga (senza accontentarti di facili scuse) sulle ragioni per cui una cosa che tu giudichi divertente non viene recepita come tale.
    A proposito dell’orientamento politico, permettimi una vera e propria critica: la satira non puo’ essere di parte, per sua natura e’ ostentatamente anarchica. Pertanto puo’ permettersi di sbeffeggiare i potenti di destra, di sinistra e di centro, di sopra e di sotto. Magari i diessini sono i primi a voler e saper ridere di Fassino: solo che chiamarlo Grissino o Cicogna non e’ satira, perche’ non vuol dire niente; e quindi non fa ridere (oddio, “Cicogna” ha fatto ridere un sacco tutta l’Italia, ma era umorismo involontario, il creatore pensava ad altro). Mentre, ad esempio, “Baffino” era per D’Alema un soprannome ferocemente indovinato. Ma li’ dove la figura del leader assume rilevanza messianica non e’ consentito ridere del “Capo”: e’ uno dei punti di contatto tra Mussolini e Berlusconi, prontissimo a scherzare su tutto, capace di chiamare “Mortadella” Romano Prodi (altra battuta insulsa), ma permalosissimo e persino incazzoso quando le battute lo riguardano: allora la satira e’ “odio”, “livore”, “menzogna”.
    Insomma, Seminara, hai scelto la parte sbagliata: oggi, a destra, non si puo’ ridere, a meno che non si rida degli “altri”: il che, per un comico vero, e’ inaccettabile. Se fra le tue letture c’e’ stato l’Heinrich Boll di “Opinioni di un clown”, ricorderai come il protagonista avesse smesso di lavorare proprio perche’ non gli era consentito ridere dei propri compagni di partito.
    Insomma, caro Seminara, meno prosopopea, piu’ umilta’, piu’ obiettivita’. Se hai davvero la stoffa che credi di avere, il tuo quarto d’ora di celebrita’ non sara’ limitato a noi poveri commentatori di Macchianera: magari da morto, ma avrai quel che meriti. Ti consiglio di tenerti pronto ad accettare anche verita’ sgradevoli: nella vita non tutto va come vorremmo.
    Ad Maiora

  11. ma dai non dirglielo, poi la smette!! ci penso io: natalì, fai battute di merda e per giunta fasciste

  12. Caro Natalino,
    mi sono spostato qui da là perchè è meno OT.
    Mi consente, e quindi vado.

    Immagino che Lei non sia più tanto giovine;
    magari la mia è solo un’impressione.
    Mi sembra di capire dalla prosa , non di rado irosa delle sue parole,
    che il collante dell’ispirazione sia frutto di antiche coliche mentali,
    sofferte e somatizzate in epoche lontane e ora immateriali.

    Forse, ma dico solo forse, ha sofferto umiliazioni , regalatele da ceffi poco colti,
    che forti del lor numero e della moda andante, capitava che la sbeffeggiassero sovente,
    senza che s’accorgessero, porelli, che la figura che facevano era quella di stolti.

    Il dubbio che m’assale pensando a Lei è stupido e veniale,
    figlio d’una simile esperienza provata in passato, e non originale.
    Non è come par per altri, ad esempio Bondi, Schifani e Intini,
    che Lei da ragazzo, all’epoca dei primi turbamenti,
    ha patito il desiderio e goduto solo dei tormenti?

    Vorrei saper alfin solo una cosa, se vorrà dirmelo sincero,
    anche per non celarmi più, timido, dietro a una foglia:
    ai tempi d’oro, quando tutto tirava per il verso vero,
    è riuscito ad avere della passerina per togliersi la voglia?

    Suo devoto ammiratore,
    Dolly2

  13. Dolly2 credo che la mancanza sia attuale non giovanile. Oppure attuale e giovanile.

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