Dov’è finito Enzo Biagi?

dal quotidiano .COM del 16/3/2004
Se avesse invitato Enzo Biagi come superospite a Sanremo, Tony Renis avrebbe fatto un colpo, altro che lo stracotto Celentano. Sarebbe bello rivedere il vecchio Biagi in Rai. Sarebbe tranquillizzante se Pierluigi Battista lo intervistasse a “Batti e ribatti”, da ieri sera dopo il TG1. Il nostro più autorevole giornalista è ormai come Mina, tutti lo annunciano ma nessuno lo vede. Ogni giorno in più lontano dalle telecamere lo avvolge l’aura del mito. Circola voce che sia lui stesso a rifiutare gli inviti. Allora, dirigenti e conduttori lo dicano: gli abbiamo telefonato, non viene perché si sente poco bene, ha i calli, oppure gli girano le palle (ne ha qualche motivo…). Da Baudo, è stato nominato miglior programma dell’anno e non ha fatto neanche una telefonata. Ai festeggiamenti per il cinquantenario Rai, neppure l’ombra. Battista pensa di invitarlo, i giornali lo scrivono, poi veniamo a sapere che era solo un’ipotesi. Nessuna censura, per carità, ma fateci capire. O cominceremo a chiederci, come per Osama Bin Laden, esiste ancora Biagi?

(Visited 86 times, 1 visits today)

21 Commenti

  1. A leggere quello che scrive sul Corsera, secondo me Biagi è scomparso 10 anni fa….

  2. Vorrei tanto sapere come è nata questa storia secondo la quale Enzo Biagi sarebbe un grande giornalista. E’ davvero inspigegabile, per uno che da 10 anni scrive lo stesso inutile pezzo.

  3. A dire il vero volevo commentare circa l’insostituibilità e la bontà di Biagi, ma visti i commenti precedenti prima faccio un’osservazione.
    Biagi non è scomparso, tutt’altro, è vivo, vegeto, e con un ancor vivo e brillante intelletto.
    Un ancor vivo e brillante intelletto del suo tempo bisogna purtuttavia immediatamente aggiungere.
    Biagi è, fra i vivi, l’espressione più alta di una grandissima stagione del giornalismo italiano. Di quel mondo dell’informzione a prescindere al quale *mai* le sole istituzioni repubblicane avrebbero potuto resistere alle fortissime resistenze di un esercito, di una magistratura, di una burocrazia, e di un impresa intrise fino al midollo di cultura e populismo tutto fascista, alle spinte centrifughe dei sindacati e della sinistra massimalista e comunista, alle pressioni interne ed esterne ben più rassicurate da un regime forte nel belpaese di quanto non lo potesse essere la sola democrazia guidata della DC. E’ grazie a uomini come Biagi che le istituzioni repubblicane e democratiche sono sopravvissute e si sono rinforzate dalla linfa vitale di una sempre più plurale opinione pubblica.
    E, tuttavia, non è stato con sollievo, ma neanche con le preoccupazioni sollevate dal ben noto battage bulgaro/meditatico, che ho assistito alla scomparsa di Biagi dalla televisione italiana.
    Una preoccupazione resta, la solita, trita, ma immutata preoccupazione di sempre: tolto il vecchio Biagi, dov’è andato l’approfondimento in televisione?
    O, tradotto: siamo sicuri che Vespa, Socci & Floris sia il massimo livello qualitativo che la televisione pubblica italiana possa proporci? Siamo sicuri che un programma ben fatto, dialttico, ma scevro di sterili polemiche, sia compatibile solo con la scarsità mediatica dell’otto-e-mezzo del paziente Ferrara (+ Palombelli)?
    E poi: come mai il più grande gruppo televisivo privato italiano riesce ad approfondire solo gossip (Verissimo), cronachetta (l’alieno), ovvero a produrre documentari senza nerbo (Terra!) o programmi di mera propaganda (La zona rossa)?
    Può pure darsi che sia finito il tempo di questo tipo di approfondimento, e che mediaset sia (tanto per parlare come i suoi giornalisti) “troppo avanti”, ma non credo che il nostro paese potrà restare ancora a lungo senza un degno settore di approfondimento TV senza pagarne il fio in termini di riduzione del già ristretto margine di fair-play politico.
    Spero di sbagliarmi, di vedere al più presto defenestrati e sostituiti i 3 fratelli di cui sopra, ovvero di constatare da vicino le magnifiche e progessive sorti del Digitale Terrestre. Le tre cose essendo, per parte mia, indifferenti.

  4. Non capisco il vs cinismo. Biagi è un giornalista che ha fatto la storia, voi sembrate solo invidiosi… Tutti dobbiamo invecchiare, vorrei vedere voi, esautorati, com moglie e figlia morti nel giro di pochi mesi… ma voi siete giornalisti?

  5. Enzo Biagi e’ stato un grande giornalista, di quelli che sapevano scrivere e raccontare le cose, i posti, gli uomini. Oggi l’eta’ e’ quella che e’, e anche la vita, come ha scritto qualcuno, ha presentato un conto salato.
    L’intelligenza magari e’ ancora pronta, la penna e’ sempre abile: ma il tono di cio’ che scrive sull’Espresso e’ quello di un viaggiatore arrivato al capolinea, il contenuto e’ una continua memoria del “come eravamo” e di “cosa accadeva”. Tenero, per carita’; ma allora sono meglio i romanzi di Guccini e Machiavelli, tanto per dirne una.
    Gli eredi sono quello che sono perche’ il giornalismo e’ cambiato, si e’ fatto molto piu’ stretto il legame con “l’editore di riferimento”. La cosa, in posti dove gli editori di riferimento sono piu’ di uno, non e’ poi tanto grave, quello che uno censura lo scrive qualcun altro. Il problema emerge quando tutto il sistema delle comunicazioni fa riferimento a un editore solo…

  6. Ecco, nell’era dei Socci e dei Luca Sofri, meglio il vecchio Biagi… W Biagi!

  7. In un’era di nani del giornalismo sempre presenti e sempre presenzialisti, stanno tutti a giudicare la nanitudine di una persona che ama il silenzio… Io non ho una particolare attenzione nei confronti di Enzo Biagi, ma rispetto sicuramente la persona in quanto tale.
    Capisco che sia difficile essere qualcosa quando si passa la giornata a (non)scrivere cose noiose e banali.
    Ma diciamola tutta. I giornalisti e i (post)blogghisti sembrano quegli impiegati che passano il tempo a prendere per i fondelli gli altri per non vedersi per quanto sono brutti e banali.
    Evviva la libera professione. Meglio liberi che tristi, sempre.

  8. Pierluigichi? Ma neanche nominarlo. Il diaco è un bimbo presuntuoso che per il dollaro venderebbe la propria anima… oddio, forse lo ha già fatto!

  9. Slow… Appena mi gira bene cercherò di fare il punto su sta cosa del rapporto giornalisti-editori-giornalari.
    Per intanto, mio caro Pedro, io la soluzione ce l’ho: non faccio un blog, non scrivo, non me la prendo (non studio, non lavoro, non guardo la TV, non vado al cinema, non faccio sport).

  10. Secondo me ogni tanto bisognerebbe spegnere la tv e dedicarsi ad altro. Si riuscirebbe ad evitare l’impoverimento culturale che questo governo vuole imporre a chi ancora non è suo elettore…

  11. Cara/o Fla hai ragione, non vedo l’ora che cada questo governo per rivedere finalmente in tv
    “Beato tra le donne” e “il prezzo è giusto”

  12. Insomma che mi telefona un amico da Cuneo e mi dice “Oh ma lo sai che ti ha nominato Gerry Scotti? Un quiz di “Passaparola” chiedeva “Chi è Mimmo L?” risposta “Famoso giornalista di Mediaset!” . Azzo,dico,sono lusingato!Il conduttore mi è simpatico e magari mi presento a qualche “Letterina” : Bongiorno sa sono quello quiz…Poi però mi chiedo “ma se sono un famosoinviato perchè la Guerra del Golfo l’ho passata quasi tutta davanti a un computer ? Ma
    questa è la vera potenza della televisione che anche quando ti emargina non ti dimentica magari
    come domanda di un quiz ! Per casi infinatmente iù gravi e autorevoli come Biagi e Freccero c’è una speranza !

  13. Biagi è la quintessenza del conformismo. Bandierina appiattita sul potere culturale, che, in Italia, si sa dove sta: sta dove state voi.
    Non che il panorama sia diverso: mai visto un gionalista, in Italia, rischiare del proprio per fare un inchiesta approfondita e circostanziata e non per parafrasare le balle delle agenzie di stampa. L’ultimo di cui mi ricordi è quello lì di repubblica che ha sgamato l'”affaire” telecom serbia.

  14. Leggendo alcuni dei commeti pubblicati qui sotto, come ad esempio: “Vorrei tanto sapere come è nata questa storia secondo la quale Enzo Biagi sarebbe un grande giornalista. E’ davvero inspigegabile, per uno che da 10 anni scrive lo stesso inutile pezzo.”, oppure, “Grande sondaggio: sono più originali le vignette di Forattini o gli articoli di Enzo Biagi? E’ dura, lo so.”, mi assale come un senso di tristezza; non conosco chi abbia pubblicato queste righe sopra citate, non so se seguano una determinata linea politica piuttosto che un altra, ma una cosa è certa: non conoscono ENZO BIAGI; nè, tanto meno, hanno letto con la dovuta attenzione gli scritti e gli articoli pubblicati dal “sempre verde” decano dei giornalisti italiani. Se lo avessero fatto, infatti, di certo non avrebbero espresso tali aberranti pareri. Di tutta risposta, voglio concludere banalmente, questo mio breve intervento, W BIAGI, NON MOLLARE MAI!!

  15. Vedete Biagi puo’ anche essere il piu grande giornalista del mondo, ma quello che fa è proapganda. Non metto in dubbio che quello che dica sia vero ma ciò che fa in tv va contro la costituzione visto che la rai deve essere neutrale ed e’ una tv pubblica. Al contrario su Mediaset puoi far vedere quello che vuoi per il semplice motivo che non e’ pagata con i soldi pubblici. Quindi se Biagi vuole fare la sua propaganda assieme a tutti gli altri antiberlusconiani in rai o va in una tv privata (Puo provare su mediaset hehehe) oppure usa altri mezzi di comunnicazione…

I commenti sono bloccati.