Tanto per ringraziare

Riccardo OriolesSta diventando un’abitudine. Devo un ringraziamento di cuore a Riccardo Orioles, per cose che io e lui sappiamo, per averci aiutato anche quando aiutarci era a costo zero per noi e guadagno zero per lui. Ma, soprattutto, per essere un uomo che ha una parola sola, e poi parole come queste: “A Neri e agli altri che hanno lasciato la proprietà di Clarence posso finalmente esprimere senza tema di piaggeria il mio ringraziamento, a loro che sono stati anche i miei editori. Non hanno avuto paura di pubblicarmi (altre testate, più ‘di sinistra’, l’hanno avuta), mi hanno sostenuto nei momenti difficili, mi hanno sempre lasciato scrivere quel che volevo, mi hanno consentito di continuare ad ‘abbaiare’ quanto e come volevo. Ce ne fossero, di editori così. E anche di manager così, seri, non pomposi, buoni conoscitori del web e del mercato”.
Sostenevo, tempo fa (e Maria Cuffaro, su queste pagine, confermava), che giornalisti così non ne nascono più. Forse perché non ce li meritiamo.

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