Attenzione: stiamo per difendere Silvio Berlusconi

Che emozione ! Mamma mia che emozione ! una fantastica anteprima per voi, amisci ! Nientemeno che un articolo di Filippo Facci (wow) che uscirà sul Giornale di domani (il vostro preferito) ma per voi in anteprima ! Fantastico amisci ! – Attenzione, perché eccezionalmente stiamo per difendere Silvio Berlusconi.

Silvio BerlusconiVa da sé che occorra essere dei pazzi (veri) per ritenere che il Premier auspicasse tutto quello che è successo e che la posizione del capo del governo corrisponda in effetti al sanguigno a sguaiato battutaio pubblicato da un quotidiano e poi a ruota dagli altri: non lo voleva, e mai l’avrebbe creduto. Elementare.
Ha sbagliato lo stesso? Elementare a sua volta: le attenuanti mitigano la pena ma non la eliminano, e difatti ci pare che se ne sia scritto a sufficienza e che da tutto il bailamme Silvio Berlusconi possa aver avuto maniera di espiare e in proporzione di riflettere. La differenza tra Silvio Berlusconi e un editorialista del Corriere della Sera, in questo quadro, è che il secondo è viceversa consapevole di quanto sta mettendo nero su bianco sul primo quotidiano italiano: è per questo che il corsivo di Francesco Merlo pubblicato ieri merita vendetta e fa venir voglia, se questo è il livello, di prendere Berlusconi e dargli ragione veramente su tutto. Premessa: ci occupiamo del Corriere e non dell’Unità perché quest’ultima ha scritto di gravità inaudita, di emergenza democratica, di crisi istituzionale, di giudici in rivolta: le cose che scrive regolarmente anche quando Berlusconi sta zitto.
Premessa due: ci occupiamo del Corriere per amore del Corriere ma soprattutto di Francesco Merlo, scossi e delusi dall’assenza, stavolta, di quel meraviglioso snobismo a cui ci aveva abituati: ha accettato di segnare un gol a porta vuota e, non pago, ha tirato di punta.
La penna barocca di Merlo, solitamente intinta in un argento meravigliosamente opaco, ieri mattina brillava come il domopak: sotto il vestito – arabescato, certo – un niente più sostantivi: macchietta, clown, valletto, grottesco, debolezza, malessere, tragedia (forse) e ancora parvenu, tacchi, pelata, valletto – parlava di Berlusconi, se non è chiaro – oltre a due concetti chiave che sono questi: occhio che Berlusconi va sgretolandosi da solo come diceva Montanelli (primo concetto) e occhio che Berlusconi non faccia come Robert De Niro (secondo concetto) in quel film in cui perde un incontro di boxe e poi si finisce dissanguandosi nelle toilettes.
C’è altro? In sostanza no, in pratica sì: Merlo ci rivela, anzitutto, che la categoria del giudice matto non ha fondamento neppure in letteratura, e che insomma la toga impazzita è una categoria solo berlusconiana: e qui, davvero, ci risparmiamo poche decine di esempi di segno contrario e nondimeno letterario. Sicchè, restando allo squallore della realtà, ci accontenteremmo d’inviare a Merlo una casistica raccolta tempo fa da un ex consigliere del Csm: pazienza se poi l’Unità dirà che la destra vuol rinchiudere i giudici nei manicomi.
I magistrati italiani – va anzitutto detto – non vengono sottoposti a nessun esame psichiatrico prima o durante il loro esercizio, com’è invece obbligatorio per altri professionisti: se un giudice è pazzo, posto che ce ne si avveda, egli rimane quasi sempre un giudice, ossia una persona che giudica e decide della libertà altrui. Sciocchezze. Seguono esempi per nulla letterari. Un giudice di Roma sporse denuncia contro un altro giudice ma si vide respingere la sua denuncia in quanto proposta – fu la motivazione – da persona inferma di mente: tesi che peraltro potevano attestare tutti coloro che avevano occasione di scambiare qualche parola con lui, il quale concluse tranquillamente la sua carriera e morì sei mesi dopo la pensione lasciando un ingente patrimonio immobiliare a un perfetto estraneo. Aneddoto: raccontano che in piena udienza, un giorno, si alzò gridando: “Ho i ceci sul fuoco!”.


Poi c’è la storia di quel magistrato fissato sull’incostituzionalità dell’ora legale: andava alle udienze solo in base all’ora solare e quindi, d’estate, un’ora prima. E c’è la storia del consigliere d’Appello arrestato perché in un cinema di periferia era stato beccato a compiere atti immorali con un ragazzo adescato in sala: condannato in primo grado, il suo reato gli fu amnistiato; il successivo giudizio del Csm lo prosciolse da ogni accusa riconoscendo che il suo comportamento era stato conseguenza di una totale incapacità di intendere e di volere. Incapacità mai rilevata, però, nei suoi giudizi penali, nonché scomparsa senza postumi: e infatti riprese servizio. E questa, si diceva, non è letteratura: e non è neppure una base, sia chiaro, per sostenere che i giudici italiani o buona parte di essi siano matti.
Diciamo che, in attesa di riforme, sbirciando magari al funzionamento di altre magistrature, potrebbe essere semplicemente una buona ragione per informarsi.
Per quanto riguarda la supposta inesistenza di una tabe psichica che motivi i dottori in Legge verso la carriera magistratura, ipotesi che Francesco Merlo giudica buona neppure per uno “scemeggiato tv” – espressione sua, per carità – può anche darsi che il medesimo abbia ragione: il fatto che una persona posata ed equilibrata come Antonio Di Pietro in Italia sia diventata un magistrato, per esempio, non significa che personcine meno ammodo di lui non possano riuscirci comunque.
Negli anni di Mani pulite, prendendo appunto Di Pietro come esempio, le domande per il concorso in magistratura registrarono un boom: vi da chiedersi su quale base equilibrata e sofferta (su quale tabe psichica) fosse fondata tanta motivazione interiore, la motivazione che dovrebbe contraddistinguere l’equilibrio necessario per nientemeno che giudicare.
Ne scrisse, tempo addietro, a proposito di letteratura e di realtà, un personaggio che Merlo ama assai: trattasi – al tiro di punta rispondiamo con un colpo basso – di Leonardo Sciascia. Vi lasciamo, prima di accomiatarci, con quanto Sciascia scrisse appunto sulla rivista Il giudice nel 1986.
Da leggere e rileggere: “Un giovane esce dall’Università con una laurea in giurisprudenza; si presenta ad un concorso; lo supera svolgendo temi inerenti astrattamente al diritto: e da quel momento entra nella sfera di un potere assolutamente indipendente da ogni altro che sia possibile conseguire attraverso un corso di uguale durata, attraverso un’uguale intelligenza e diligenza di studio, attraverso un concorso superato con uguale quantità di conoscenza dottrinaria e con uguale fatica.
Ne viene il problema che un tale potere – il potere di giudicare i propri simili – non può e non deve essere vissuto come potere. La scelta della professione di giudicare dovrebbe avere radice nella repugnanza a giudicare, nel precetto di non giudicare; dovrebbe cioè consistere nell’accedere al giudicare come ad una dolorosa necessità, nell’assumere il giudicare come un continuo sacrificarsi all’inquietudine, al dubbio.
Non da questo intendimento i più sono chiamati a scegliere la professione di giudicare. Tanti altri sono gli incentivi, e specialmente in un paese come il nostro. Ma il più pericoloso di tutti è il vagheggiare questo grande potere come un potere fine a se stesso o finalizzato ad altro che non sia quello della giustizia secondo lo spirito e la lettera della legge.
L’innegabile crisi in cui versa l’amministrazione della giustizia deriva principalmente dal fatto che una parte della magistratura non riesce a introvertire il potere che le è assegnato, ad assumerlo come un dramma, a dibatterlo ciascuno nella propria coscienza, ma tende piuttosto ad estrovertirlo, ad esteriorizzarlo, a darne manifestazioni che sfiorano, o addirittura attuano, l’arbitrio.
Quando i giudici godono il proprio potere invece di soffrirlo, la società che a quel potere li ha delegati, inevitabilmente è costretta a giudicarli”
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33 Commenti

  1. «Quando il giudice mi ha interrogato mi sono accorto che mi trovavo di fronte ad un ammalato. Se dietro a varie scrivanie dello Stato ci sono degli psicotici la colpa non è mia. Perché non fanno delle visite adeguate a questa gente prima di affidare loro un ufficio?»

  2. E questa sarebbe la difesa di Silvio?
    Facci, nonostante vi profonda tutte le sue energie non sa proprio più dove appigliarsi.
    Ma quand’è che direte: “Sto scemo ci rende davvero la vita impossibile, ne fa una dopo l’altra e non sappiamo più cosa inventarci”.
    No, dico, quando lo direte esplicitamente perchè con articoli del genere implicitamente è chiaro.
    Soprattutto cosa c’entra tutto questo simpatico sproloquio col fatto Berlusconi vaneggia?
    Io avrei un suggerimento e se attribuiste la colpa al caldo? “Un sole bollente bolscevico ha fatto smarrire la strada al paio di neuroni che galleggiano nel cervello del premier il quale, sotto l’effetto di questa ennesima manovra comunista, ha rilasciato quell’intervista”.

  3. tutta qui la difesa?l’esempio di qualche giudice matto(penso che i pazzi ci siano in tutte le categorie) più citazione letteraria contro la magistratura.Un pò pochino,anche volendo stavolta non riuscite a fare una difesa razionale e spassionata,perchè in cuor vostro sapete che B. ha fatto una cagata parecchio grossa.Per voi berlusconiani Sarebbe meglio tacere e sperare che il polverone si sgonfi(e iniziare a preoccuparsi per la salute del capo).

  4. La tua analisi appartiene a una mente degna di abitare in un corpo migliore. Non so se lo hai capito, ma al Corriere si sono incazzati perche’ il tuo mito ha tirato in ballo un morto eccellente.

  5. E’ quasi preferibile la difesa del Facci che lo sciacallaggo e la strumentalizzazione che ne fa la sinistra (che sembra riprendersi in questi casi). Poi è comunque vero che savi e pazzi ci sono dappertutto in tutte le categorie come è vero che ci sono professioni che portano quasi ad un delirio di onnipotenza. Ma è sempre sbagliato generalizzare, ancor di più quando si ricopre una carica così alta (che presumerebbe un po’ più di acume…) e quando, soprattutto, si mira a difendere se stessi (poi quell’illustrazione del berlusca è stupenda…!)

  6. Non mi dite che da ora in poi tocca sorbettarsi Mr Facci pure qui… du palle…

  7. Da questo articolo intuisco che per diventare giornalista non ti devi sottoporre ne’ a test psicologici e ne’ di intelligenza.

  8. Precisazione: io non ho postato il mio articolo come articolo principale (o come lo cazzo lo chiamate) ma come commento a quello di Brontolo titolato ‘Corriere della Sega’ o cose del genere. E infatti, se andate a vedere tra i commenti, il mio articolo è anche lì. L’iniziativa di metterlo tra gli articoli ‘principali’ non è mia, credo sia di Gianluca Neri. Non ho di niente in contrario: ma per lagnanze rivolgetevi a lui.

  9. Caro Facci, complimenti per l’articolessa. Noto comunque una tua maggior considerazione per i blog, forse perchè sei stato promosso editorialista: l’articolo in questione, infatti, non è il solito copia/incolla dei tuoi articoli già pubblicati su Donna. Avevi finito il materiale di repertorio?

  10. Ehi Facci, ma ci facci o ci secci?
    Ti sei almeno lavato la bocca prima di citare Montanelli e Merlo, visto quello che ci fai quotidianamente con la tua bella linguona?

  11. Francamente è troppo, ed anche un po’ patetico. Passi per la citazione di Sciascia, che è tutt’altro che contro la magistratura, checchè ne dica Red, ma per il resto… insomma, citare esempi di giudici con rotelline fuori posto e poi scrivere “non è […] una base, sia chiaro, per sostenere che i giudici italiani o buona parte di essi siano matti” vuol dire farsi beccare con le mani nella marmellata. No, non va. Signor Facci, sento il rumore che fa mentre prova ad arrampicarsi su questo specchio…

  12. Facci difende “eccezionalmente” Berlusconi. Considerato che lo fa sulle colonne del Giornale, verrebbe da dirgli: bravo, finalmente te la sei guadagnata, la pagnotta. Bisogna però vedere come questa difesa si atteggi, e se approdi a risultati utili. Il gioco di Facci è furbo nelle intenzioni, ma loffio nei risultati, forse perchè è un gioco di cui nel giornalismo si abusa. Si prendono esempi eclatanti (che non conosco, ma della cui veridicità non dubito), si sbattono lì, li si decontestualizza. Il quadro che ne esce è per forza di cose deformato. Ho un poco di frequentazione forense alle spalle (non come imputato, veh! e neppure come giudice!), giusto un poco, ma posso dire di non aver mai incontrato giudici fissati con l’ora legale, che interrompano l’udienza perchè hanno dimenticato i ceci sul fuoco, o affetti da altre patologie psichiche conclamate. Gli esempi di Facci sono senza dubbio eccezioni rispetto ad una situazione generale di segno contrario. E Facci, per carità, lo sottolinea: “E questa […] non è neppure una base, sia chiaro, per sostenere che i giudici italiani o buona parte di essi siano matti”. Ma ormai il giochino è fatto: il lettore ha in mente solo i ceci sul fuoco, il messaggio successivo non passa. Su una cosa Facci ha ragione: che quei giudici non siano stati rimossi, o comunque allontanati in altri modi dall’esercizio del loro ufficio è vergognoso. Ma, anche in questo caso, ci troviamo di fronte a situazioni eclatanti ed eccezionali. Il CSM, in questi casi, interviene, Facci può starne tranquillo. Peraltro, se si vogliono cercare caste di intoccabili, Facci farebbe meglio a guardare altrove: nella classe politica, ad esempio (e risparmio la battuta, fin troppo facile, di un Presidente del Consiglio evidentemente megalomane e paranoico, che pure esercita nel pieno le proprie funzioni). In seguito, il giornalista fa riferimento al boom di “vocazioni” alla magistratura contemporanee agli anni d’oro (o di merda, a seconda delle personali opinioni) di Mani Pulite: anche questa è un’affermazione vera nella sostanza, ma che non può essere utilizzata per difendere l’uscita di Berlusconi sulla “pazzia antropologica” dei giudici. Si tratta di un fenomeno che nulla ha a che vedere con la magistratura; semmai, ed in senso più lato, con un normalissimo spirito di emulazione che coinvolge soggetti di tutte le estrazioni di fronte a fenomeni di grosso impatto massmediatico. Quando Clinton venne eletto per la prima volta, ci fu un’impennata nelle vendite dei sassofoni e nel numero di persone che vollero imparare a suonare quello strumento. I sassofonisti sono dunque pazzi? Quando Barnard effettuò il primo trapianto di cuore, il boom riguardò la facoltà di medicina (e in particolare le specializzazioni che instradavano verso la cardiochirurgia, ça va sans dire). I medici sono matti? Infine, il brano di Sciascia: duole dirlo, ma costituisce una semplificazione estrema (e per ciò stesso fuorviante) del percorso necessario per indossare la toga.

  13. L’articolo di Facci rappresenta l’emblema del nuovo sport in vigore in Italia:Difendi l’indifendibile.
    Ed è stata ancora una volta adottata la tattica macchiettistica dei Berlusconi’s guys: dimostrare a tutti i costi che il proprio padrone ha ragione, trovare riferimenti nella letteratura (se possibile, va bene pure quella di 2 o 3 secoli fa, perchè è a quel tempo che è rimasta la coscienza democratica di B.), addossare agli altri la colpa per un farneticare continuo che ormai da due anni ha fatto assurgere l’Italia a fonte di ilarità per il 90% dei paesi del Mondo.
    Ridicoli.
    E’ ridicolo voler accusare di follia, di mentalità disturbata una categoria intera (e che nessuno mi venga a dire la puttanata della generalizzazione!) che svolge egregiamente il suo lavoro (se non fosse così, B. la sua condanna l’avrebbe già avuta).
    Tanto più che un discorso sulla sanità mentale viene da un personaggio che: ha messo un ingegnere incompetente come Castelli alla Giustizia, uno che a 2 giorni dall’11/9/2001 afferma che “l’Islam rappresenta una civiltà inferiore”, uno che definisce Kapò un avversario politico, uno che vede i comunisti come suoi antagonisti italiani e i nazisti in Europa, uno che vuole esportare la democrazia – parole sue – “anche con la forza”, mettendola (la democrazia) nella punta di bombe intelligenti, che se lo fossero davvero oggi Arcore avrebbe un terreno edificabile in più.
    Allora, sig. Facci (da lei eravamo partiti) la prossima volta che vuole prendere le parti del Cavaliere Frainteso abbia quanto meno las bontà di scegliere una strategia diversa: quella patetica dell’addossare le colpe agli altri fa parte del comportamento tipico di pazzi, di quelli che non sanno quello che fanno e dicono.

  14. Ahahaha, vedo che non potendo dire null’altro di tuo, continui nella tua più congeniale attività e peschi dal repertorio del Bagaglino….
    Ti do comunque atto di aver dimostrato un coraggio leonino: difendere il PdC su un quotidiano che gli è pregiudizialmente ostile potrebbe costarti il posto. Che spina dorsale! Che esempio di asburgica rigorosità! A quando la croce di ferro di 1^ classe?

  15. Non capisco perchè ci si meravigli della pochezza di contenuti dell’articolo di Facci, alla fin fine è pubblicato su Il Giornale :-P
    Però, signor Facci, l’ho letta molto più intelligente e acuto non molto tempo fa, non si starà autocensurando per non far sfigurare il Padrone, vero?

  16. Ma perché bisogna giustificare e trovare argomenti a sostegno di qualcosa che un capo del Governo non dovrebbe MAI dire, posto pure che lo pensi?
    E visto che oggi Berlusconi rettifica le sue affermazioni, a che cosa si appiglieranno i vari Facci & company, per scrivere un altro pacco di centinaia di righe?

  17. Posto che quest’oggi sembra quasi un blog vero – complimenti a tutti, anche ai dementi: si sono comunque sforzati – Berlusconi ha sbagliato e io l’ho scritto – rileggete – sul suo Giornale. Provateci voi. Dopodichè, se per dire che ha sbagliato altri scrivono cazzate come ha fatto Francesco Merlo, io scrivo che hanno scritto cazzate. Ora fatevi in giro che è un sabato soleggiato di settembre, neppure per un genio come me val la pena di soffermarsi oltre sullo schermo che vi sta bucando gli occhi.

  18. … Hai criticato il capoufficio? Ce lo dovevi dire, che bisognava leggere tra le righe…

  19. ma F.F. sta per facente funzioni?..a quali funzioni si allude? e di chi?? Ah scusa, certo sono le funzioni di Emilio Fido, 1° lecchino del PdC, attualmente in vacanza ma da te sostituito degnamente. Spero che la mancetta che ti passano sia equivalente.

  20. jack, mi fai un riassunto, ché alla decima riga me so’ persa? grazie caro (e rimetti a posto quella caxxo di ascia, peppiacere, ché sai che al pupo sennò glie piglia male…).

  21. E’ sabato pomeriggio, hanno riaperto le gabbie, sono tornate le piccole merde, peccato. Per un po’ è stata una discussione non dico bella, ma è stata una discussione. Mark, Wendy, Luigi, Andrea e altri minorati psichici: restate pure a dibattere tra di voi, e se possibile non usate solo i verbi all’infinito.

  22. Salve a tutti: volevo plaudere in maniera incondizionata all’adozione di facci come penna di gnueconomy. Era ora, volevo proporlo io ma mi ero reso conto che Neri non leggeva le email e non sapevo come dirglielo: spero scriva spesso, perché scrive da dio e mi pare uno di quei rompicoglioni che finiscono per essere una utilissima coscienza critica, una fonte di informazioni non-convenzionali ed un punto di vista particolarmente interessante sul mondo: Facci riesce a non essere ruffiano anche quando dovrebbe esserlo, e mi pare coerente, non ipocrita (fin troppo), pure “generoso”, a suo modo. E poi così magari smetterà di scaldarsi e di scatenare il suo istinto primordiale quando si trova a che fare con commenti che trova qualunquisti.

  23. sor facci, e che, nun ce lo sapevo che lei non capiva la battuta? speravo di sbagliarmi. invece avevo ragione. il mio era un modo come un altro per farle notare che essere prolissi non paga. o, almeno, non su internet. tante care cose, e si ricordi, lunedì, quando va a fare la spesa per la settimana, di comprarsi anche un paio d’etti di senso dell’umorismo – e se l’omino dietro al bancone dell’umorismeria le fa “so’ un chilo e mezzo, dottò, che faccio, lascio?” dica di sì, ché, a ripensarci bene, a lei due etti non bastano mica…

  24. Non scherzare, Apprentisorcier: Facci che si incazza, se ne va, poi torna, poi dice che schifo i blog, poi se ne riva, poi ritorna eccetera, è la cosa più spassosa che ci sia. E noi dobbiamo approfittarne: che quando il berlusca si sarà pappato il corriere passando per ligresti, che è questione di mesi, e il buon facente funzione scriverà le articolesse di via solferino al posto di merlo, stella e sartori, mica si abbasserà più a scrivere sui blog…

  25. Facci, il tuo Re è nudo da tempo e solo gli sciocchi (che non se ne accorgono) e i cortigiani (che non vogliono accorgersene) continuano ad omaggiarlo e a difenderlo. E tu?? …….”El sueno de la razon produce monstruos” (Francisco Goya y Lucientes – Caprichos).

  26. Per amor di verità, devo confermare quanto detto da Filippo Facci, ovvero che il suo pezzo era stato originariamente inserito dall’autore come commento. Mia è stata l’iniziativa (spero non troppo affrettata) di riportarlo sulla homepage. E di farlo a nome Filippo Facci, dal momento che lo stesso, da sempre, fa parte del gruppo di autori che hanno accesso a theGNUeconomy. Spiace (mica tanto, poi) che qualcuno, piuttosto che leggere un’opinione ben scritta e argomentata sebbene contrastante, si riduca a dire: “Oddio, ce lo ritroviamo anche qui”. Si, vero. Ve lo troverete anche qui, se vorrà, quanto vorrà. Se prima di oggi non era ancora apparso come autore è stato per farvi un favore. O per farlo a sè stesso, forse.

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