Vesti la giubba e la faccia infarina…

Non credo si tratti del clima da inizio vacanze che introduce la sindrome di “abbandono da blog”. C’è qualcosa di più, un comune sentire degli abitanti di questo piccolo mondo, che in questo particolare momento han poca voglia di sorridere. Selvaggia non fa eccezione. Del resto, perché dovrebbe?

“Così succede che te ne stai sul letto, infiacchita un po’ dal caldo feroce e un po’ dalla vita, e ti accorgi che da più di un’ora fai finta di guardare in tv un’inutile gara di tuffi, ma in realtà stai solo pensando che la felicità è meglio non conoscerla, se poi ti si deve conficcare nella carne in questo modo.
E allora ti dici che va bene, che sono sei mesi che fai finta di esser sempre quella lì che sorride sui cuscini a forma di cuore, quella caustica, quella che crede sia possibile trovare l’ironia in ogni cosa purchè si cambi il punto d’osservazione, si rovescino i pezzi per terra e si rimescoli il tutto”.
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4 Commenti

  1. tenere un blog non e’ facile. e la disaffezione secondo me nasce anche da nausea di cazzi altrui. dopo un po’ ti stufi di seguire quelli degli altri.. e ti stufi tu per primo di dare spunti sulle tue riflessioni ed idee.. si rischia la sovraesposizione da contenuti.. a me capita così. dopo un po’ che leggo un blog per interessante che sia me ne stufo. no di quello di costameno!:)

  2. “Quando non si aggiorna il blog è perché sto facendo delle cose da scrivere poi nel blog.”

    P.S. Sonia Cassiani è desaparecida dal 13 giugno: se Daniela Poggi è disponibile per un “Chi l’ha visto – blog” il primo caso è lei.

  3. “un comune sentire degli abitanti di questo piccolo mondo, che in questo particolare momento han poca voglia di sorridere.”
    Mi sembra una cavolata, scusami, ma e’ proprio una cavolata.
    Se pensi che uno dei momenti di maggior “vigore” del fenomeno blog e’ stato quello del conflitto in Iraq, dimmi un po’ che c’era da ridere in allora, eh!

    E’ solo un po’ di stanchezza ciclica, legata al fatto che molti blogs, vivono del chiacchiere e far chiacchierare.
    Alla fine se guardi bene c’e’ poca sostanza. Solo chiacchiere. Chiacchiere su altri, per parlare di se’.
    E magari fosse ironia o satira vera! Se cosi’ fosse non mancano certo gli spunti anche oggi, estate, per farla.
    Certo da ridere c’e’ ben poco, ieri, come oggi. O meglio c’e’ molto, sempre, ma il comico e’ sempre la faccia contigua del tragico. Non e’ una gran scoperta, assomiglia a quella dell’acqua calda. 

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