Blog che parlano di Blog che parlano di Blog che parlano di Blog che parlano di Bl…

Dico subito che detesto i blog che parlano di blog (o i blogs che parlano di blogs, per i puristi pluralisti inglesisti). Coerentemente con questo orientamento dell’argomento sul mio blog (mio e di sooshee of course) non parlo, lo faccio sul blog di un altro, che tanto sono cavoli suoi. Ecco, la considerazione sulla quale vorrei che si scatenasse la lotteria dei rigo… pardon, la lotteria dei commenti è la seguente: forse che i bloggers non sono giornalisti, non sono scrittori, non sono webdesigners, non sono smanettoni ma (colpo di scena) sono fratelli? Forse che a questo punto l’aspetto community è il più importante di tutti e finirà per fagocitare gli altri? L’idea (senz’altro bacata) mi è venuta leggendo questo post di Spiritum, chi me la fa passare?

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25 Commenti

  1. a parer mio l’aspetto community è senz’altro fondamentale, per vari motivi: 1) a leggere i blogger sono soprattutto i blogger stessi (e questo mi pare evidente 2) a quasi tutti i blogger sembra che chi sta “fuori dalla blogosfera” non possa capire, e quindi spesso fa muro contro ogni intrusione sospetta 3)la tentazione di parlare di blog sui blog è fortissima, ma non è sana, basti pensare a cosa succede quando gli altri media parlano di se stessi (ne nascono di nicchie più o meno ben fatte o semplicemente un pubblico che pensa “e chi se ne frega”)—
    io stesso a volte mi dico “ma perchè parli così tanto di blog?” e spero che sia solo perchè ancora ci si sente un po’ pionieri…insomma una specie di malattia dell’infanzia che col tempo passerà…per intanto dico che anche questo aspetto di “community avanzata” non è male, a volte è come avere un sacco di amici che sanno un sacco di cose (c’è chi legge i giornali stranieri, chi ascolta un sacco di dischi, chi sa semplicemente leggere la realtà più velocemente di altri) e che ogni giorno leggi per avere qualche stimolo difficile da trovare altrove….

  2. Condivido. In parecchi blog non c’è nulla da leggere. Solo frasi di poche righe, magari provocatorie, magari sognanti, talvolta nazionalpopolari, col solo obiettivo di scatenare i commenti (che nella maggior parte dei casi non c’entrano un tubo coi post cui si riferiscono). Risultato: una riga di post, 47 commenti. In pratica, una novella chat. Un pò più asincrona, ma sempre di chat si tratta…

  3. Ma scusate? E se i bloggers fossero semplicemente bloggers. Non ci si può accontentare di un neologismo per definirsi? E poi? E’ così importante definirsi? Voi sapete chi siete? Si. Gli altri non sanno chi siete? No. Beh, è un problema degli altri, mica vostro.

  4. A me capita per fortuna non sempre (anzi quasi mai) di usare i post per rispondere ai BloGGerS che mi visitano più di frequente …certo il metalinguaggio va usato con prudenza.l’aspetto community è fondamentale, non lo denigrerei..anzi!!!la maggior parte dei visitatori dei BloG sono i bloggers stessi…

  5. Comunque, per onestà devo anche aggiungere che ritengo il fenomeno-commenti-a-raffica destinato a non durare. Siamo probabilmente nella fase di massimo boom dei blog, e per molti prevale l’aspetto modanovitàsperimentazione, che li spinge ad aprirsi un sito, scrivendoci le prime cose che passano loro in mente, aspettando che qualcuno le legga. Esaurita questa fase, in molti si ritroveranno senza un cacchio da dire. Quindi la smetteranno. Chi ha qualcosa da dire, invece, sopravviverà.

  6. Sembra di sentir dire: “I blog hanno come pubblico quasi esclusivamente altri Bloggers. Tra un po’ chiuderanno quasi tutti e resteranno solo quelli con buoni contenuti. Quindi il pubblico diventerà automaticamente Ex-Bloggers e, naturalmente, semplice lettore.” Beh, io spero che non accada proprio questo, almeno non ora.. siamo ancora troppo pochi e poveri di contenuti. Credo di aver perso di vista il post iniziale, ma adoro FORUMIZZARE sul blog di MaurizioCostanzoSciò.

  7. Esatto, Profeta: i post di partenza (Livefast e prima ancora Spiritum) parlavano di altro. Di qualcosa di più intimo, che non c’entra con la scrittura, con gli argomenti, con post e commenti e polemiche. Non si può pretendere che lo capissero tutti.

  8. PERlaPRECISIONE sui blog/blogS:
    i termini inglesi utilizzati in un contesto italiano non hanno bisogno della -s del plurale perché in italiano C’É GIÁ L’ARTICOLO a definire il genere singolare/plurale …
    … ssszzz!

  9. bingo squonk! quello che intendevo dire era: che cos’è che unisce questa gente? che cos’è che ci fa sentire “fratelli” o se preferite “commilitoni” quando ci incontriamo? Perché succede sempre eh, mica una volta sì e una no, sempre. E se volete la mia opinione questo è BELLO, mi dà una sensazione BUONA. Sì ma… perché? Profeta sei il mio forumizzatore preferito, secondo me dovresti aprirti un blog :-)

  10. [apodittico] i blog non parlano di blog, ma parlano di bloggersz[non integrato] i bloggers -che sono altro dalla loro vita reale – cercano di definirsi attraverso i blog

  11. Livefast, “bingo” perchè ho capito, o perchè non ho capito? Nell’incertezza, spero per la prima. E se ti capita di passare dalle mie parti, le invettive non sono rivolte a te, FYI.

  12. onestamente mi è un po’ venuta a noia anche solo l’idea della definizione di blogger. A volte sembra che il solo potersi presentare come blogger dica qualcosa di fondamentale di noi. Io sono un essere umano prima di tutto. Più o meno portato alla socializzazione con gli altri. E se non avessi avuto un blog non sarei stata migliore o peggiore. Sarei stata semplicemente diversa, magari avrei continuato a scrivere sul diario di carta, chi lo sa. E’ per questo che se incontro altri esseri umani stabilirò con questi rapporti più o meno buoni non perché siamo tutti blogger (che se no sarebbe triste anzichenò), ma perché parliamo tutti la stessa lingua. Si chiama comunicazione. L’unica definzione che accetto d’ora in poi è quella di “comunicatrice”. E aspetto che qualcuno mi venga a dire che c’è bisogno di una patente speciale per comunicare…

  13. Mi piace la definizione data da Pino Scaccia (www.pinoscaccia.splinder.it) di noi blogger che parliamo di altri blogger. Siamo “Megafoni”, il nostro compito è quello di diffondere i nostri punti di vista attraverso gli spazi che ci siamo creati in rete. A volte succede che si riportano pezzi di “pensiero” di quel blogger famoso solo per sentirci “famosi” a nostra volta. Il blog non è altro che una singola discussione da Forum con singolo moderatore. L’insieme dei blog è un vero e proprio forum. Solo che per leggere tutte le discussioni dobbiamo digitare più url. A proposito di blog che parlano di blog: stasera si festeggia la 100.000esima visita del blog di Pino Scaccia: portate il Martini. 2^ precisazione riguardo ai blog che parlano di blog: insultate Brontolo all’indirizzo acrisput@katamail.com. ;)

  14. Ma la cosa fondamentale è che “Siamo maschere e come tali viviamo”. Un personaggio senza un pubblico non ha ragione d’esistere.

  15. squonk: bingo nel senso che HAI RAGIONE e tanto per dare l’idea che i commenti non vanno usati per divagare: sooshee domani a cena abbiamo le polpette :-)

  16. Ma scusate, i blog cosa sono se non uno strumento di community? Mi sembra naturale che alla lunga sia proprio questo senso di condivisione di abitudini, riti e gerghi ad unire i lettori di blog, siano essi bloggers o non bloggers come nel mio caso. Forse molti di voi lo hanno fatto, ma consiglio di leggere in proposito il libro di “una di voi”: “Le tribù di internet” di Mafe de Baggis. Magari è un po’ vecchiotto, magari non parla proprio di blog, ma spiega con linguaggio semplice la molla che fa scattare il senso di aggregazione in rete.

  17. ecco andrea, mika per dire eh, ma alcuni di noi in rete ci stanno da quasi un decennio, io il libro di mafe non l’ho letto, è vero, ma mi sento comunque autorizzato a fare delle considerazioni, se tu preferisci attingere al sapere dei guru fallo pure. io mi arrangio.

  18. I blog sono la coscienza del blogger. I bloggerz la coscienza estesa (giudicante) del bloggerz. I libri, invece, sono l’anima (libera) dei lettori/bloggerz. Un po’ come papà e mamma.

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