La mia vita? Uno sport estremo

“Come sono diventata supermanager, fantadirettora, megatipina, CEO e imperatrice di tutte le Russie? Che domanda. Per caso, naturalmente. Accompagnavo un’amica a un colloquio e non immaginavo assolutamente gli sviluppi successivi. Ero lì che aspettavo che lei finisse l’interrogatorio e ingannavo il tempo sfogliando il National Geographic.
D’un tratto mi si palesa davanti l’AD della Rocco&Tanino Productions e mi chiede: “Signorina, cosa fa tutta sola soletta? Ha mica voglia di fare un colloquio anche lei, così non s’annoia?”. Detto fatto. In capo a due settimane avevo soffiato il posto all’amica, scavalcato tutti i colleghi, cavalcato l’onda. Ufficio personale, poltrona presidenziale in pelle nera e schienale alto, piante dappertutto e segretaria aggiunta. Non stia a dirmelo, lo so. Sono un fenomeno. Pensi che lì per lì, durante il colloquio, ho ideato il progetto rivoluzionario che ha sovvertito le sorti dell’azienda. Un’alzata d’ingegno mai vista, che in consiglio d’amministrazione ha lasciato tutti a boccaperta.
Del resto, ho cominciato dal basso. All’asilo, organizzavo il team delle maestrine, alle elementari gestivo la mensa scolastica, alle medie controllavo il racket delle pizzette e alle elezioni d’istituto, al liceo, le mie campagne elettorali mettevano letteralmente in ginocchio gli avversari.
Sono una leader nata e ho il senso degli affari, che le devo dire. Un talento naturale, ecco. Ma badi bene: non dormo mica sugli allori, io. Lavoro sedici ore al giorno e punto tutto sulla valorizzazione delle risorse. Quel che funziona, a mio avviso, è il lavoro di squadra”.


“A ciascuno il suo compito: c’è chi è nato raccattapalle, chi guardalinee, chi palo, chi quarto uomo. Scelgo accuratamente i collaboratori sulla base dei loro talenti e ahimé, devo confessare, ormai li preferisco di gran lunga uomini, più abituati a una sana competizione, piuttosto che donne, invischiate nelle loro solite meschinità, invidiose e carrieriste.
Quando lavorano bene, ma veramente bene, gratifico i miei boys con una rude ma affettuosa manata sul sedere, perché tener alto l’umore del team è fondamentale. In casi eccezionali, se proprio proprio han superato se stessi, mi faccio accompagnare a casa.
Come trascorro il tempo libero? Beh, alla fine di una lunga giornata di lavoro, nulla mi pare più rilassante di un buon libro. Ho trovato veramente divertente Economia e gestione delle imprese di pubblici servizi tra regolamentazione e mercato di Renato Mele e ho letteralmente divorato Il marketing dalla A alla Z di Philip Kotler.
Per sgranchirmi un po’? Ah, trovo fantastico l’hydrospeed, il wakeboard e l’ormai scontato bungee jumping. Un caro amico mi ha suggerito di sperimentare l’ultima frontiera degli sport estremi: allacciarsi l’elastico non alle caviglie, ma al collo. Lei che dice, provo?”.

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4 Commenti

  1. Provi, provi pure, che uno/a di meno di questi mostri (e ce ne sono tanti in circolazione) non può che far bene al genere umano…

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