Piccoli cellulari crescono

Vediamo se riesco ad evitare che domani chiami l’ufficio legale della Nokia: premetto che l’oggetto che vedete a fianco è un organizer superbo. Da quando l’ho acquistato, nel luglio scorso, il mio Nokia 7650 si è visto inserire una tale quantità di dati che, a questo punto, potrebbe dare da solo una tesi in scienze della comunicazione. Il problema è che non era portato per fare il telefono. Questo almeno fino a qualche giorno fa, quando ho casualmente scoperto che Nokia aveva messo una pezza alle varie magagne del software. Il Bar Mizwa, l’ufficiale debutto in società del mio cellulare, è avvenuto insomma solo l’altroieri, quando il mio telefono ha acquisito la consapevolezza di essere un telefono.
Dal momento che sono stato uno dei primi ad accaparrarmelo, il software che lo gestiva era stato programmato sulla base di una rete neurale composta da ragnatele, muschio e muffa. Controllo il numero di versione digitando la sequenza “*#0000#”. Ho la 3.12, e mi dicono che la Nokia sta installando la 4.39, capace di prodigi inenarrabili: il telefono si riaggancia al ponte quando perde la linea (mentre prima vegetava in stato di catalessi fino allo spegnimento e alla successiva riaccensione) e la rubrica si apre in un lasso di tempo più che accettabile, considerando che in precedenza, se avevi bisogno di chiamare qualcuno, facevi prima a raggiungerlo a piedi. Devo averla. Così, dal momento che sono iscritto a quell’esclusiva miniera di vantaggi che è il Club Nokia (la cui associazione prevede, ad esempio, pronto soccorso gratuito e sostituzione del telefonino in caso di riparazione), decido di consultare l’elenco dei Nokia Service Point che sono abilitati all’aggiornamento. A Milano ne risultano 5. Chiamo il primo: “No, noi non siamo un Nokia Service Point”. “Ma come, scusi? Ho trovato l’indirizzo sul sito!”. “Eh, sa, la gente scrive un po’ quello che vuole”. Il secondo è disposto ad aggiornarmi il telefono. “Quanto ci vorrà?”, chiedo. “Bah, di solito una trentina di giorni”. Sticazzi. Mi spiega che lo devono mandare vicino Como, come se fosse da riparare. “Ma non è rotto. Me l’hanno venduto così”, ribatto. Allarga le spalle, come a dire: “traumi che nella vita si devono saper superare”. Chiedo il telefono sostitutivo: “ce l’avete?”. “No”. “No?” “No”. Insisto: “Ma ‘no’ in che senso, mi scusi: ce li avevate ma li avete dati tutti via?” . Risposta: “No. ‘No’ nel senso che non ne abbiamo mai avuti”. E due: “Ma, scusi, sul sito del Club Nokia c’è scritto che ci deve essere”. “Ah, perché lei ha la tessera del Club Nokia?”. “Si, eccola – la mostro quasi fosse un distintivo dell’FBIPerché, per gli iscritti al Club Nokia il telefonino sostitutivo c’è?”. “No”. Il terzo rivenditore mi guarda e prova sincera pietà. Dice che anche con lui ci vogliono una trentina di giorni, e che non ha (non ha mai avuto) cellulari sostitutivi a disposizione. Mi prende da parte e, con voce bassa e fare carbonaro, mi sussurra che (pare/si dice/forse) a Milano c’è un solo posto in cui i telefonini vengono aggiornati all’instante. Fossi stato una donna, in quel momento avrei scoperto il mio punto g, perché ciò che ho provato è stato simile ad un orgasmo. Molto simile. Rispetto a casa mia mi trovo dall’altra parte della città, e scopro che questo paradiso dell’update del cellulare pare essere ubicato in un antro di un’oscura piazzetta a tre minuti da dove abito. Proprio lì, poco dopo, ho sperimentato lo stato di ebbrezza che deve provare un padre di fronte al proprio bambino che ha imparato una cosa nuova. Avevo atteso vicino all’entrata del Nokia Point come quei genitori che facevano svezzare i figli dai bordelli: vi avevo portato il mio inesperto telefonino, avevo pagato 25 euro, e una ventina di minuti dopo l’ho visto uscire uomo. Sono emozioni che ti restano appiccicate addosso tutta la vita.

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7 Commenti

  1. Sui presunti benefici spettanti ai soci del club Nokia, Marrazzo ci avrà fatto almeno quattro puntate di Mi manda Raitre

  2. Io, dopo molte peripezie, ho finito per acquistare un modello di telefonino Nokia che si vede poco in giro: il Nokia da cantiere edile. Non chedetemi il numero di modello perche’ non lo ricordo e non ho voglia di cercarlo (ma perche’ non gli danno dei nomi invece che dei numeri di serie?).

    Lo riconoscete subito: è grosso, rivestito di protezioni in gomma e massiccio come un carrarmato.

    Ed e’ L’UNICO telefonino affidabile sul mercato. Anche se ti cade nel cesso mentre ti alzi le brache dopo i bisogni corporali essendoti dimenticato il telefono nella tasca didietro, lui non fa una piega. Gli dai una sciacquata ed e’ come nuovo.

    Se ti cade rimbalza, la scheda ha una molla di ferro che la tiene ferma. Il software e’ semplice ma collaudato, le funzionalità sono pochine ma c’e’ il contadecibel che misura il frastuono dei martelli pneumatici. O quello di chi ti sta urlando in faccia insulti.

    Insomma è un telefono a prova di tutto, un prodotto onesto e affidabilissimo. Ovviamente ne hanno venduti pochissimi, non piace a nessuno e presto verra’ tolto dal mercato.

  3. io invece fino a poco tempo fa avevo il 5110,poi i cristalli liquidi hanno iniziato a d avere delle strane convulsioni e ho dovuto cambiarlo….ma era il meglio..

  4. Car Neri io ho avuto la stessa disavventure con la differenza che il mio tel ha fatto memory full e consiglia di cancellare messaggi ma non si riesce poiche’ troppo pieno e non mi hanno detto dove si trova il luogo magico di milano, da vero carbonaro dammi l’indirizzo poiche sembra che devo flashare la eeprom

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