Astenersi moralisti

So che in seguito a questo intervento (e a ciò che segnala) in parecchi si strapperanno le vesti, e qualcuno, probabilmente, coglierà l’occasione per alimentare l’annoso e pallosissimo dibattito sui limiti della satira. E sarà che stasera la presentazione bolognese di Net To Be è risultata particolarmente divertente; che Michele Serra era in ottima forma; che, ad un certo punto l’allegra combriccola (composta dal sottoscritto, Roberto Grassilli, Michele Serra e Lia Celi) ha aperto una lunga partentesi e si è esibita in un siparietto intitolato “Se esistesse ancora, che titolo avrebbe scelto Cuore per la morte di Agnelli?”. Beh, per farla breve, sono particolarmente orgoglioso che l’apertura di Clarence di oggi ricordi molto da vicino quel Cuore.

P.S.: per la cronaca (e per i più curiosi) riporto i titoli proposti. Michele Serra: “Si è liberato un posto alla Fiat”; Gianluca Neri: “Stavolta la cassa non è d’integrazione”; Lia Celi: “Si è spento all’improvviso. Proprio come una Duna”.

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6 Commenti

  1. come risposta ai coccodrilli-santificazione di ieri e come modo personale di ricordare una persona mi pare adeguato e in stile. Ho ancora qualche riserva su “Tutto pronto all’inferno” (o qualcosa del genere) per la morte di Muccioli, ma in fondo è lo stesso discorso…

  2. Sono anch’io davvero contento che, finito Cuore, ci siano ancora spazi di satira e di pensiero per chi ha voglia di proporre sguardi altri. In questo caso la satira è un’ottima risposta all’insensato e inevitabile cordoglio pubblico per G.A. Un uomo che a questo Paese ha dato, ma ha anche preso tanto.

  3. Bah, un po’ di black humour ci sta sempre bene. Essendo oggi a casa dei miei, ho ritrovato il prestigiosissimo calendario della Duna di Cuore. E ho pianto. Dal ridere.

  4. Forza Mentana?

    Devo dire che sulle prime, quando ho visto il Tg5 di ieri sera, ho pensato: ‘Beh, ecco qualcuno che esce dal coro unanime del cordoglio nazionale per la morte di Agnelli. Ecco le facce e le voci dell’altra Italia, o più precisamente dell’altra Torino, quella che non ha sfilato davanti alla bara nella camera ardente’.
    A onor del vero, altri avevano brillato per assenza (ma di questo ci aveva già informati il Tg3): tutto il centrodestra, ad esempio, tranne Ghigo (che comunque, da presidente del Piemonte, non poteva esimersi) e Tremaglia (che avrà pensato che molti, nella sua constituency – gli italiani all’estero – si ricordano di quando Agnelli era l’uomo più potente d’Italia).
    Tornando ai torinesi intervistati, le motivazioni addotte erano le più varie: dal riserbo o pudore, all’indifferenza di qualche ragazzetto che rispondeva (con un sorrisetto più ebete che accattivante, a onor del vero) di non averci proprio pensato, alla malcelata ostilità di alcuni, probabilmente vittime di una delle tante ristrutturazioni FIAT che hanno colpito questa città, ormai post-industriale sì, ma più per forza che per libera scelta.
    Sin qui niente da dire, eppure… Eppure, di solito, quando Mediaset decide di farci sentire la vox populi è per dare più credibilità alla propria, di voce. Esempio recentissimo: lo stesso Tg5 ha aperto la discussione sul proprio sito a proposito della volgarità e bassa qualità della TV italiana, denunciata dal Financial Times. Naturalmente, tutti o quasi si sono lamentati dell’insulsaggine di programmi i cui contenuti si possono riassumere nella formula tette&culi. Commento in studio: sì, sì, avete ragione, però…
    E lì ti piazzano la weapon of mass destruction – l’Auditel. Sapete cos’avete guardato ieri sera, branco di ipocriti? Il varietà del Bagaglino. E sapete quando c’è stato il massimo ascolto? Durante il balletto sexy di Pamela Prati. E allora smettetela di fare i bacchettoni e godetevi lo spettacolo!
    Essendo abituato a pensar male, ho poi sospettato l’imbeccata alla redazione da parte del padrone (pardon: volevo dire ‘semplice proprietario’), uno che non si fa rubare la scena manco dai morti e che non avrà dimenticato l’ostilità – ricambiata – spesso dimostratagli dall’Avvocato.
    Troppa dietrologia? Sarà. Ma oggi, all’ora di pranzo, con cosa credete che abbia aperto il Tg5? Coi funerali di Agnelli? Sbagliato: col maltempo. Come se non crollasse regolarmente tutto, in Italia, quando vengon giù tre gocce d’acqua.
    Per concludere – e replicare a Gianluca Neri – sarò anche moralista, ma non mi piace chi sputa sui cadaveri, neppure su quelli eccellenti.

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