Il FoRmentatore

Bersagliato QuinstostatoCon tutto il bene che voglio ai fondatori di Quintostato (Stefano è il direttore di Clarence; Igino fa parte della redazione ed è stato, insieme a me, il destinatario della querela di Johhny Dorelli; Walter Molino il miglior addetto stampa che abbia mai avuto, e ancora lo rimpiango), devo rilevare l’incredibile professionalità con la quale Carlo Formenti si sta inimicando il popolo dei blogger. Si vede che c’è del mestiere. Aveva iniziato (non provocato) Dot-Coma, definendo Quintostato “patinato e fighetto”. Stefano ha risposto, poi Formenti ci ha messo del suo, dichiarando all’Espresso che “Il rischio è quello insito nella sensazione di totale libertà e onnipotenza data dai blog… I blogger andranno incontro a censure e contraccolpi di tipo giuridico o politico… Le conseguenze saranno maggiore attenzione e autocensura e poi una scrematura fisiologica (oggi circa il 60 per cento dei blog è costituito da diari personali) che eliminerà la fuffa e premierà i weblog più utili, quelli di servizio, consolidandoli su livelli di alta professionalità”. Tanto è bastato perché il giorno di gloria per gli enfants de la patrie arrivasse. Nel blog di Mantellini, la sezione dei commenti parla da sola. Carlo sentenzia: “Non vedo perchè un blog dovrebbe essere professionale o di servizio. Anzi, rivendico il diritto di scrivere un blog assolutamente inutile per il puro gusto di scriverlo, avesse anche solo un lettore – mica si paga per leggere una pagina web – se non ti piace non la leggi, punto. Quanto alla alta professionalità, per me Formenti se la può mettere su per…” eccetera eccetera. Poi tocca a Brodo Primordiale e Massimo Moruzzi, che raccoglie la palla: “Anch’io concordo con il signor Mantellini. E anche con il signor Carlo”. Già, e cosa ha detto Mantellini? “Personalmente credo non sia vero per nulla. Trovo del tutto ininfluente che un blog sia professionale o altamente professionale e ancora meno mi interessa che sia un blog di servizio o un blog utile o utilissimo. Nemmeno so poi cosa significhi. Mi pare questa la solita posizione lievemente elitaria di chi ancora crede alla favola della autorevolezza dei professionisti dell’informazione. Se uno apre un blog (magari professionale come Quinto Stato) e continua a credere a queste cose secondo me e’ spacciato”. Dico la mia, che non conosco Formenti e non so, quindi, se si meriti quelle cose che vogliono fargli mettere su là dove non batte il sole. So, però, che per la prima volta dai pionieristici primi tempi di Internet si sta creando un movimento autonomo (scoordinato quanto vogliamo, e perfino in contrasto con sè stesso) che ha finalmente trovato, dopo anni, il mezzo giusto (perché comodo, immediato, semplice) per fare informazione. Che poi l’informazione online possa essere ad esclusivo appannaggio dei media tradizionali o da chi da lì proviene, ecco, questa è una gran asinata. Il blog-diario non è fuffa perché parlare di cose personali è soltanto una delle chiavi per fare informazione. C’è chi la fa male, probabilmente, così come esistono quotidiani o telegiornali raccapriccianti.

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8 Commenti

  1. Solo una nota per sottolineare come proprio quella certa idea della fuffa (forse simpatica, certo stucchevole), prodotta dai novelli blogger entusiasti di parlarsi addosso, è stato uno tra i principali stimoli alla creazione di un luogo in cui news e opinioni possano trovare aggregazione e confronto, al fine di produrre contenuto e scambio su temi di interesse sociale, economico, politico. Per fortuna, in questo paese, la rete è ancora un giardino di democrazia. Che ognuno la usi come crede è una splendida opportunità per esercitare il proprio diritto di parola, di protesta, di insulto, di ricerca. Ognuno con il suo stile.

  2. ovviamente vi sara’ anche nei blog un processo di selezione, cosi’ come vi e’ stato tra i siti (ma vi ricordate l’epoca delle inutile ho personali). vincera’ chi avra’ qualcosa da dire e lo sapra’ dire in maniera interessante. e non sara’ certo l’aria spocchiosa ad essere garanzia di buona informazione.

  3. Carlo Formenti è un bravo scrittore, leggetelo se volete qualcosa in più per giudicarlo: ha scritto pagine molto interessanti. Quello che ha detto sui Blog è in parte condivisibile, perchè di fuffa ce n’è tanta, mamma mia quanta…. Però se uno (che si fa un blog) è contento di cantersela e di suonarsela da solo, che male fa? Si stancherà e passerà ad altro, la vita è breve.

  4. Chi dice Guia dice Guai

    In un bel servizio dedicato all’esplosione dei blog in Italia, la collega Francesca Reboli riassume in poche righe il
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    Io non credo che Guia Soncini abbia bisogno di un blog. Non ora, per lo meno, non più. Magari in un primo tempo (probabilmente quando Wittgenstein ha iniziato ad essere ospitato anche sul Foglio, o quando è nato Camillo e
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    Io non credo che Guia Soncini abbia bisogno di un blog. Non ora, per lo meno, non più. Magari in un primo tempo (probabilmente quando Wittgenstein ha iniziato ad essere ospitato anche sul Foglio, o quando è nato Camillo e

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