Hanno la faccia come il culo

Se Cuore esistesse ancora avrebbe l’occasione di rispolverare il vecchio e storico titolo “Hanno la faccia come il culo”. La Nestlé, il colosso alimentare che nel 1995 dichiarava un fatturato annuo di circa 41 miliardi di euro, ha fatto causa all’Etiopia per 6 milioni di dollari. Il motivo è l’esproprio, da parte del regime militare al potere nel 1975, di una fabbrica del gruppo Schweisfurth, in seguito acquisito dalla Nestlé, che ne ha ereditato i diritti di indennizzo. Secondo il World Food Programme nel 2003 in Etiopia saranno ridotte alla fame da 10 a 15 milioni di persone. Alla FAO, invece, basterebbero 1,9 milioni di dollari per sostenere cinque progetti d’emergenza: farmaci, vaccini e strumenti veterinari a sostegno di 35.000 famiglie pastorali; fornitura di scarti di patate dolci alle 50.000 famiglie rurali colpite dalla siccità; ripristino dei sistemi irrigui e fornitura di sementi varie per altre 20.000 famiglie; installazione di 250 pompe a pedale e 100 pompe a motore per l’irrigazione su piccola scala per aumentare la produzione agricola e migliorare la sicurezza alimentare di circa 5.000 famiglie colpite dalla siccità. Francois Xavier Perroud, portavoce della Nestlé, ha dichiarato: «Per noi è una questione di principio e saremo inflessibili sul principio di un risarcimento. In caso contrario la somma di sei milioni di dollari da noi richiesta è solo il punto di partenza di un negoziato: sulla somma, sui tempi e sulle modalità saremo molto, molto flessibili». Io inizio a boicottare secondo il vecchio sistema di chi, anni fa, mise in giro la voce che le Big Babol contenevano grasso di topo: il Nesquik è fatto con cacca liofilizzata.

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