Oriana fa l’ACI

L’autore della rubrica, convalescente dal “virus Santacroce”, anche oggi non può purtroppo essere presente. Volendovi fare cosa gradita, l’editore ha pensato di sostituirlo con un’ospite d’eccezione, in esclusiva:

ORIANA FA L’ACI

Sconfitti il cancro e l’Islam, la scrittrice che tutto il mondo ci invidiase la prende con le targhe alterne

di Oriana Fallaci

Reagite, perdio! Abbiate quel minimo di amor proprio, la dignità necessaria per opporvi al sopruso che viene perpetrato in questi giorni ai danni della nostra cultura. Mi rivolgo ai possessori di automobili con targa dispari. Domani non potrete girare per il centro. Il Vostro centro. Il mio. Quello che io e voi abbiamo costruito, mattone per mattone, bersagliati dagli sputi dei fascisti e dalle bombe dei BF109 della Luftwaffe di Hitler. Lo stesso che, nel 1940 si fece beffe dei piloti della RAF rimanendo in piedi, orgoglioso, possente, a irridere l’invasore britannico. Reagite, perdio! Domani in quel centro non potrete sgommare qua e là quanto vi aggrada. Perché siete i Dispari, gli scartati, i rifiutati, i respinti. Quelli che il mercoledì è bene non avere tra le palle. Giudei che i gentili bramano confinare in un ghetto. Io sono Dispari. Lo sono sempre stata. Orgogliosa di esserlo. Anzi: sputo sui Pari. Pfui. Blame on them. A me i Pari han sempre fatto vomitare. Ne parlavo proprio ieri con Arafat, quel buon vecchio testa di cazzo: «Tu sei un Pari, razza di putrido porco barbuto, destinato per forza di cose ad essere sconfitto non solo dalla storia, ma anche dalla geografia». Lui sul momento abbozza, lascia correre. Sa che nel giro di qualche ora potrà riprendere a mandarmi SMS. Ma resta un Pari. E non solo (perché figuriamoci se siffatti abbietti esseri s’accontentano di un’abiezione sola): è pure arabo e vive in un posto pieno di ebrei. Tutti con la targa pari. No. No! Io domani sarò in centro. Alla faccia vostra. Di voi che non reagite. Ma anche alla faccia loro. Degli estremisti islamici che vorrebbero farmi la pelle; dei cecchini di Al Qaeda che seguono ogni mia mossa; dell’arabo che mi minaccia in francese al telefono; dei sicari di Gheddafi; degli stupratori di vergini del Mullah Omar; del cameriere egiziano che mortacci sua sicuramente mi sputa sulla pizza quando sono girata; del cartello colombiano; dei nazisti; di quel comunista prezzolato da Agnoletto che è John Lee Oswald, a cui piacerebbe – il cretino! – che uscissi a prendere il sole sul terrazzo quando so benissimo che si è premurato di affittare proprio l’appartamento davanti al mio. No. Ripeto: No! A me gli occupanti delle poltroncine del Potere a cui si deve questo calvario non fan paura. Io domani sarò in centro e peste colga chi mi tocca. Compreso quell’illustrissimo demente di un vigile con cui mi è toccato avere a che fare l’ultima volta che fu imposto il blocco della circolazione. Sto tranquillamente recandomi a piedi a comprare il pane, e a questo basta una rapida scorsa ai miei occhiali per scambiarmi per un vecchio modello non catalizzato di 131 Mirafiori, sputare sulle lenti e appiccicare la multa. Coglione! Te lo posso dire – violando la deferenza che si dovrebbe ai Pubblici Ufficiali – in quanto fiera di aver passato la revisione presso la patria motorizzazione. Definita “d’epoca”, e con tanto di certificato. By the way, io non mi piego. Sicché statene pur certi: mi troverete in centro ad esprimere sia il mio sdegno che il vostro, quello di poveri Dispari codardi. In prima linea per voi. Che non reagite, perdio!

(un ringraziamento particolare a Corrado Guzzanti, fonte d’ispirazione per il titolo)
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