Paura della sinistra

Silvio Berlusconi è stato in silenzio stampa per tutta l’estate. Quando ha avuto qualcosa da dire lo ha fatto per interposta persona, utilizzando Emilio Fede come un muppet, infilandogli una mano da sotto e muovendola per farlo parlare. Il direttore del Tg4, tra i pochi intimi cui è stato concesso di trascorrere qualche giorno in compagnia del capo del governo a bordo della barca in rada a Porto Rotondo, ha dichiarato: «In questa fase il premier non vuole fare dichiarazioni perchè non vuole entrare in polemica con una sinistra che, priva di idee e di proposte, che non sa fare il suo lavoro, cerca solo di denigrare il governo e il suo operato in maniera disfattista, catastrofista, con l’unico obiettivo di spaventare il Paese, e gettarlo nell’angoscia, nel panico». Che l’attuale sinistra sia in grado di trascinare questa nazione nel terrore potrebbe, in fin dei conti, essere anche una gradevole novità. Avremmo, per lo meno, qualche indizio sul fatto che, realmente, esista. Al momento, infatti, le voci al riguardo hanno la stessa consistenza delle congetture a proposito dell’Area 51. La sussistenza della sinistra è ormai materia per sognatori: quelli che ancora credono a Fassino o al potere dirompente delle idee della Margherita sono gli stessi che si travestono da Klingon alle convention di Star Trek. O che credono ai cerchi nel grano. Il Presidente del Consiglio e i suoi mozzi sono convinti di sentire il tic tac della sveglia nella pancia del coccodrillo. E poco conta, per noi, che credano ad una favola: l’importante è che ne abbiano paura, ne siano – parole loro – angosciati, terrorizzati. Fossi in D’Alema, approfitterei dell’occasione per raccogliere l’invito di Moretti a dire, finalmente, qualcosa di sinistra. Ad esempio: BÙ!

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