TV Celti e Canzoni

Il nuovo consigliere leghista alla Rai Ettore Adalberto Albertoni, ci aveva avvertito: «Porterò alla tv di stato la voce della gente del nord». E così è successo. Su RaiTre, una mattina, l’annunciatrice ha interrotto un film di Totò scandendo queste esatte parole: «Ed ora, per le sole regioni celtiche, trasmettiamo da Courmayeur il festival Celtica 2002». Le “regioni celtiche” che si sono perse il secondo tempo di “Risate all’italiana” sarebbero, per la cronaca: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ricordo che, al momento dell’insediamento, il professor Albertoni espose tronfio il proprio concetto di “tv federalista”: trasmettere lo sci in Val d’Aosta e le regate di Luna Rossa in Sicilia. Il consigliere, da buon leghista, ragiona basandosi sul sistema binario, l’unico che abbia dato qualche risultato nella battaglia contro l’atrofizzazione delle cellule cerebrali degli eredi di Alberto da Giussano. Quindi: valdostani = neve; siciliani = mare. E non ci sono cazzi: i friulani potranno assistere a Linea Blu in modica quantità e solo per uso personale; i napoletani, invece, dovranno rassegnarsi ad acquistare sottobanco le videocassette pirata delle olimpiadi invernali. Il nuovo corso di RaiTre era stato del resto anticipato qualche tempo fa da Davide Camparini, il responsabile delle comunicazioni del Carroccio: il servizio pubblico realizzerà una fiction sulla battaglia di Legnano, la rivolta dei Comuni contro il Barbarossa. Io, purtroppo, dovrò videoregistrarla. Alla stessa ora su un altro canale verrà trasmesso un evento di maggiore spessore che non posso perdere: un monoscopio, seguito dall’effetto neve sullo schermo.

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