Almirante’s Park

Non si può certo dire che a Taranto, politicamente parlando, di cazzate se ne sian fatte poche, sin dai tempi in cui Giancarlo Cito, squadrista rinviato a giudizio per associazione mafiosa, riuscì a coronare il sogno di divenirne primo cittadino. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda la proposta di intitolare un parco a Giorgio Almirante. Nel definire un coglione non si può discriminare tra destra e sinistra: il vero coglione è ideologicamente trasversale. Anche parlandone da morto. Almirante era un coglione. Uno dei tanti. Dovessimo intitolare un parco ad ognuno, vivremmo all’interno di un immenso golf club. Fu segretario di redazione della rivista “La difesa della razza” e autore dei deliri che seguono: “È escluso in ogni caso per gli ebrei l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado. Siamo rimasti ad una scuola incapace di ‘far gli italiani’, ripiegata su una cultura sempre più bastarda. Il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l’Italia abbia mai tentato. È meglio parlare di razzismo integrale, nel quale, come in ogni creazione di Mussolini, teoria e pratica si armonizzano in una chiara e realistica visione dell’umanità. Abbiamo udito, in questi giorni, in seguito alla totale eliminazione degli ebrei dalle scuole italiane, qualche timido lamento. L’operazione chirurgica è stata pronta e spietata; e qualche animuccia debole se n’è spaurita. Il Ministro dell’Educazione ha annunciato l’istituzione di cattedre di razzismo in tutte le facoltà universitarie. Il provvedimento è salutare. In questo modo, infatti, gli studenti in Lettere, i futuri professori potranno penetrare i principi razzisti, e farsene gli assertori. È in atto un processo di ebraizzazione della scuola italiana”. Coglione, appunto. E altro che parco: ha già a disposizione tre metri quadrati di terra. Che se li faccia bastare.

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