Il Gattosardo

Se le malattie potessero andare al cinema, per loro Alien non si svolgerebbe su un pianeta di una lontana galassia, ma su Francesco Cossiga. Non c’è prostatite o ragade al mondo che non compatisca la sfortunata vitiligine che è afflitta dal Picconatore. Del resto, la stessa disperazione patologica colpisce non solo le malattie, ma tutti gli italiani: non esiste antidoto contro un sardo ipocondriaco che è riuscito ad elevare un killer gobbo alla carica di senatore a vita. Cossiga non è uomo, poiché vive soltanto un’esistenza. L’ex presidente sembra più simile al concetto induista dell’universo: una storia di dolore, morte e devastazione che prosegue per lunghi cicli e, quando la dai per morta, ritorna. Infatti Cossiga è tornato. Lo ha fatto trattando da ragazzini idioti i magistrati che l’hanno intercettato nell’ambito delle inchieste sull’Inail. Non che abbia del tutto torto ad arrabbiarsi: è coinvolto in un’indagine che parte dalla Basilicata, condotta da un clone del cantante dei Simply Red di nome Henry Woodcock. Sembra X-Files, dal momento che nell’inchiesta è implicato persino un alieno, i cui poteri sono oggetto di osservazione da parte della NASA: si chiama Nicola Mancino, ed è capace di risultare fino a 700 volte più pesante dell’uranio arricchito. Cossiga si lamenta di essere stato spiato al telefono. Viene da dire: chi la fa l’aspetti. È una ben misera nemesi per uno che ha fatto rapire un suo amico d’infanzia e, quando è stato abbattuto un DC9 italiano, ha detto che volare è pericoloso. E che è stato tanto crudele da costringere la sua vitiligine a sfregarsi intensivamente su Federica Sciarelli.

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