Aridatece Mulder e Scully

Voglio un nome, uno solo. Voglio conoscere le generalità del responsabile della programmazione di Italia 1. Non desidero con questo in alcun modo additarlo al pubblico ludibrio e renderlo oggetto di ignominia e ingiurie: fatte salve quest’ultime, più che meritate, non covo così tanta cattiveria da arrivare a desiderare che non abbia un impiego. Basta che non sia quello attuale. Tanto merita per essersi dimostrato una delle più terribili piaghe dell’etere, capace di danni pari a quelli che il Berlusconi politico ha causato ai media, o il Berlusconi mediatico alla politica. È infatti al genio della comunicazione che definisce i palinsesti della rete giovanile di Mediaset che dobbiamo tutte quelle decisioni che persino un cane da cruscotto con la testa oscillante a molla avrebbe preso con maggior competenza: la scelta di programmare la “season finale” di “X-Files” nel corso della prossima estate; l’aver bruciato tre serie e decine di puntate di “Ally McBeal” rendendo quotidiana una delle sit-com più seguite negli Usa e trasmettendola alle 14 e 30 di luglio e agosto; le varie censure in “Xena” e quella, imperdonabile, del fondamentale bacio lesbico nell’ultima puntata di “Buffy“; lo spostamento di un cartone per adulti come i “Simpson” nella fascia oraria dedicata ai bambini; l’aver mandato in onda la prima serie di “Star Trek – Deep Space 9” per poi dimenticare in magazzino le 7 successive. Quest’uomo, che però non ci fa mancare le repliche notturne di “Non è la Rai” e la settantesima riproposizione di “Happy Days“, merita di capire cosa si prova quando le cose belle finiscono presto e inaspettatamente. E l’unico metodo è augurargli una cronica eiaculazione precoce.

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