Intervista al Grande Fratello

Il Grande Fratello, quello che decide le regole del gioco e che veglia sulla vita dei concorrenti, in faccia non l’aveva mai visto nessuno. Noi ve ne facciamo conoscere addirittura due (sono otto a darsi il cambio in modo da essere sempre presenti sul set), colti nel mezzo del loro lavoro: si chiamano Andrea Palazzo e Massimo Pasquali. Strano ma vero, non portano la cravatta regimental e ci danno risposte convincenti. I fan del Grande Fratello possono stare tranquilli. Pietro, Cristina e compagnia sembrano essere in buone mani.

Massimo PalazzoQual’è il vostro rapporto con i concorrenti? Qualcosa di simile a ciò che accade al “creatore” di “Truman Show”, un’entità che sta a metà tra il padre e il dio che vede tutto dall’alto?

Non c’è assolutamente alcun delirio di onnipotenza. Certo, la tentazione può venire a tutti, però noi siamo lontani da un atteggiamento come questo, anche perché non rientra negli intenti della trasmissione. Per certi versi, dal punto di vista dialettico, ci mettiamo sul loro stesso piano. Invece è ovvio che dobbiamo mantenere il distacco richiesto dal regolamento del gioco. Anche perché siamo un simbolo importante all’interno della casa: il “Grande Fratello”, cioè l’entità a cui loro si relazionano e che deve essere connotato in un certo modo. A volte è un confidente, a volte un’entità contro cui si scontrano, perché magari gli toglie l’acqua calda, o perché c’è qualcosa che non funziona e allora loro vengono a lamentarsi. Cose che fanno parte della dinamica del gioco.

Vi mancheranno quando il Grande Fratello arriverà al termine? Richiederete anche voi l’intervento dello psicologo?

Guarda, questa è una battuta che sicuramente centra in pieno il senso di questa nostra esperienza. Temo di sì: ci mancheranno, perché questo non è un programma, ma un’esperienza emotiva molto forte che stiamo vivendo tutti. Per quanto esista anche l’aspetto professionale, è ovvio che siamo comunque emotivamente coinvolti da quello che sta accadendo nella casa. Cerchiamo di mantenere un distacco, però mi auguro che noi autori non arriveremo a chiedere davvero l’intervento dello psicologo. Ci macheranno, sì, come ci mancano le persone che sono uscite dalla casa, come ci mancano alcune emozioni e alcuni momenti che abbiamo già superato. Però è bello, perché ce ne saranno altre da vivere, da scrivere.

Telefonini nascosti (il Grande Fratello, nei primi giorni, ne ha requisito uno a Salvo, ndr), urla in giardino con i ragazzi che bivaccano fuori da Cinecittà, progetti di affacciarsi alla staccionata… Ma questo Grande Fratello che non interviene mai non è un po’ un mollaccione? Non sarebbe più semplice dire: “Il prossimo che fa una cazzata esce?”.

E’ un dubbio che qualche volta ci viene. è ovvio che in certi casi inasprire il regolamento potrebbe portare ad una soluzione. Ma il punto non è questo: è che non c’è stata alcuna reale trasgressione che sia andata al di là di quello che può essere considerato il regolamento vero e proprio. In realtà sono tentazioni. Questa settimana, ad esempio, gli abbiamo dato la prova del murales, che prevede la presenza di una scala: potrebbero usarla per andare a vedere cosa succede al di là del muro di cinta del giardino. Non intendiamo così metterli alla prova, perché nessuno vuole “tentarli”, però in qualche modo loro sentono comunque irresistibile il richiamo dell’esterno. Sottoporsi alla seduta delle urla che provengono dall’esterno, mettersi in giardino e sentire le voci dei ragazzi è un po’ tentare di capire che cosa sta succedendo fuori. Ovviamente noi, nei limiti del possibile, cerchiamo di evitare che ciò accada. Inasprire le regole non condurrebbe a niente, visto e considerato che loro sanno benissimo il rischio che corrono. Gliel’abbiamo fatto capire più volte; gli abbiamo detto: “Ragazzi, vi sottoponete ad un pericolo enorme”. C’è qualcuno che a volte si diverte a insultarli, a volte a dire “Rocco sei grande!”: è un rischio, questo non è il deserto e non è possibile l’isolamento completo.


Cosa c’è di vero nelle voci secondo cui alcuni ambienti di Mediaset vi considerano un “gruppo a parte”, tollerato giusto perché si deve, e perché il Grande Fratello ha successo?

E’ una cosa che francamente mi giunge nuova. Il nostro è un programma i cui esiti erano difficili da prevedere agli esordi. Eravamo tutti incuriositi: mi ricordo che la stessa conferenza stampa è stata aperta all’insegna del fatalismo, del “vediamo cosa succede”. è un programma su cui molti si interrogano, totalmente nuovo e inedito per il panorama italiano.

…che in alcuni paesi è stato un successo assoluto, mentre in altri un discreto fallimento.

Sì, anche se poi molti giornali si divertono a scrivere cose che poi non sono così vere. Per esempio: in Europa è stato ovunque molto forte. Il mercato americano è molto particolare, e lì il programma magari non è andato come doveva andare. In ogni caso non so cosa succede all’interno di Mediaset: so che è il Grande Fratello attira molta attenzione, anche sugli addetti ai lavori esercita un fascino e una curiosità del tutto nuovi.

Massimo PasqualiNoi siamo stati all’interno della casa, in quello che voi chiamate “l’acquario”, e bisogna ammettere che l’atmosfera è davvero surreale…

Al di là della prima impressione, nell'”acquario” si vive qualcosa di “strano”. Io ho fatto tante candid camera, ma l’emozione che si può provare all’interno della casa è davvero indescrivibile. Noi siamo ancora al 47° giorno, e continuiamo a stupirci. E non siamo gli unici: è venuto anche qualche critico televisivo (Aldo Grasso, ndr) a confermarlo.

[Pietro Taricone appare sulle telecamere della regia e interrompe l’intervista simulando un litigio contro uno degli specchi che nascondono le telecamere. Ha in mano una sbarra e sta facendo finta di volerlo frantumare. Un po’ come De Niro in “Taxi Driver”, parla allo specchio, minacciandolo. Si lamenta di ciò che i ragazzi che bivaccano al di fuori di Cinecittà gli hanno urlato la sera prima: “Questo è per le persone che stanno qua fuori, a dire Taricone coglione… ‘cca vieni a dirlo! Dici mo’ Taricone, vieni ‘cca! Nelle palle vi piglio”. Il Grande Fratello interviene dalla regia in interfono: “Pietro… non esagerare, grazie…”.]

Ecco, questa è una cosa che Pietro ogni tanto fa. E comunque questo è un problema serio: i ragazzi vengono da fuori chiamati e insultati. Lui è uno che gioca, cazzeggia, però qualche volta esagera… è una cosa che non possiamo evitare, e che comunque cerchiamo di arginare il più possibile. Noi i ragazzi non li richiamiamo mai: qualche volta li chiamiamo in confessionale per piccole cose. Questo ad esempio era un gioco tra lui e la telecamera: lo fa spesso, però ci sono occasioni in cui si fa prendere la mano dall’aggressività… In questo caso dopo il mio richiamo poteva venire in confessionale, dirmi “Che cazzo vuoi?”, perché succede anche questo, e allora lì si sarebbe discusso della cosa.

In effetti è difficile che i ragazzi escano incazzati dal “confessionale”…

No, infatti: il “confessionale” è un posto dove, devo dire, si riescono a risolvere tanti loro piccoli dubbi e tormenti. Non sempre però, perché non abbiamo la bacchetta magica. Non volendo e non dovendo assolutamente interagire con quelli che sono è l’umore, le situazioni, le emozioni che vivono all’interno della casa, non possiamo assolutamente entrare nel merito di loro scelte. Qualche volta loro, così, anche per sentirsi giudicati da qualcuno e perché sentono la necessità di questa “entità”, vengono e dicono “Che ddevo fa’?”. Noi rispondiamo: “Non posso dirti niente”.

Come vi siete sentiti la prima volta in cui avete dovuto rivestire questo ruolo?

Beh, è un ruolo che abbiamo provato e studiato in qualche modo. In questi mesi di preparazione abbiamo pensato al rapporto che avremmo avuto con questi ragazzi. Ci ha aiutato molto conoscerli, ma soprattutto è stato fondamentale il supporto della nostra equipe di psicologi, che in qualche modo ci ha dato in mano strumenti utili per interagire con loro e conoscerli. Se li conosci riesci anche a personalizzare il rapporto. All’inizio eravamo molto più impersonali… Pietro in confessionale, ad esempio, è diverso da com’è Sergio, diverso da Lorenzo… Ognuno di loro ha quasi chiesto, perché veniva naturale un’evoluzione del rapporto, un trattamento diverso dal punto di vista del carattere.

Loro dimostrano preferenze nei vostri confronti?

Dunque: le preferenze vengono fuori, ma come tutti i sentimenti all’interno della casa sono intercambiabili, mutevoli nel giro di pochissimo tempo. Basta che magari uno abbia messo un disco piuttosto che un altro, per fare un esempio. Ma le preferenze ci sono, anche perché i ragazzi hanno imparato nel tempo a riconoscere qualche voce.

[Nel frattempo entra in cabina di regia Massimo Pasquali, un altro dei “Grandi Fratelli”]

Voi siete in dieci… ai loro occhi tentate di presentare un’unica immagine?

Beh, sì, cerchiamo di farlo. Il Grande Fratello è un’entità piuttosto connotata, che deve avere una sola immagine. è inevitabile però che si riescano a percepire delle diversità.

Per quanto tempo, anche dopo eliminati, i ragazzi resteranno sotto la vostra egida? Qualche volta i ragazzi hanno accennato a contratti capestro, diritti di sfruttamento della loro immagine, al fatto che avete registrato i dominii internet contenenti il loro nome e non potranno mettere in rete un sito ufficiale. Quando finirà il vostro rapporto con loro?

So molto poco riguardo a questa questione. E non so dire neanche quale sarà il destino di questi ragazzi, una volta usciti dalla casa. Mi auguro sia il più felice possibile per loro. Ci stiamo preoccupando di ciò che accadrà nella loro vita futura visto che, come tutti, non hanno una vita di riserva.

[Pietro irrompe nuovamente sui monitor della regia: ha imbracciato il tubo dell’acqua e sta bagnando Marina e Rocco, mettendo a repentaglio il microfono. Un tecnico urla: “Il microfonooo” nelle cuffie della regia. Il Grande Fratello replica: “Che je devo dì? Lo sa… Oggi Pietro si è svegliato così]

State apprezzando l’apporto del “Mai dire Grande Fratello” della Gialappa’s o lo considerate un disturbo? Secondo voi, quanta parte dell’eliminazione di Lorenzo a favore dell'”ottusangolo” Sergio si deve ai loro consigli agli spettatori?

[Interviene Massimo Pasquali:]

Loro hanno dato un contributo, così come tanti altri: Radio Deejay e 105, ad esempio… La Gialappa’s è intervenuta “in difesa” di un personaggio in particolare, un po’ per creare una moda. Non è che il “soldato ottusangolo”, come lo chiamano loro, non abbia capacità o qualità; del resto è stato scelto dopo una difficile selezione. Sicuramente il loro intervento ha fatto sì che il giudizio finale non rispecchiasse il parere di molte persone: alla votazione hanno partecipato molti più giovani. Ora tutti gli altri si appoggerano su altri pilastri, su altri personaggi: è una cosa che comunque fa parte del gioco, in una trasmissione così popolare.

E voi, avete preferenze riguardo ai ragazzi?

[Continua a rispondere Massimo Pasquali:]
Noi, ridendo e scherzando, abbiamo iniziato a selezionare queste persone e a girare l’Italia da maggio: sono stati il risultato di una selezione pesante e di ognuno di loro, forse con un po’ di presunzione, conosciamo molte sfaccettature. Ognuno di noi, e ognuno per un particolare personaggio, conosce i meccanismi di difesa, quelli di attacco, i modi di giocare. Però io personalmente preferenze in particolare non ne ho.

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